Verona – 1 gennaio 09: circa 300 persone per Gaza e la Palestina

Oggi circa 300 persone, donne uomini e bambini, soprattutto nuovi
cittadini, migranti spesso sfruttati ferocemente e costretti condurre
esistenze difficili a causa di leggi razziste dello stato italiano, si
sono date appuntamento in piazza bra’ a Verona, per manifestare
solidarietà con la popolazione di Gaza attaccata brutalmente
dall’esercito israeliano, per chiedere all’occidente di non restare
ancora una volta in silenzio di fronte a questa violenza.

Domani, le stesse realtà che hanno dato vita al presidio di oggi,
insieme a realtà associative e di movimento veronesi, si ritroveranno
per un’altra iniziativa in Piazza Dante, dalle ore 15.00. Una delegazione si sposterà in Prefettura.

2 gennaio 2009 – ore 15.00
Piazza Dante – Verona
Presidio
Pace e giustizia a Gaza e in tutta la Palestina

Verona – iniziative per Gaza e la Palestina

Rassegna stampa delle iniziative di Verona: [1][2]

Post delle iniziative: [1][2][3][4][5][6][7][8]

Video: [1] [2]

Foto: [1

Altro: [1


Calandario aggiornato delle iniziative veronesi in solidarietà alla popolazione palestinese e per chiedere la fine delle violenze a Gaza e in tutta la Palestina.

Domenica 15 febbraio 2009 —-> Ore 18.00 Metropoliscafé (via Nicola Mazza 63/A) – Palestina. Resistenze/Diserzioni: incontro con Omri Evron, giovane israeliano che si rifiuta di servire nell’esercito (refusnik), e Deeb Elbuhaisi, palestinese di Gaza, medico, lavora e studia a Verona. Durante la serata verrà presentata la carovana in Palestina "Sport sotto l’assedio" dal 4 al 13 aprile, organizzata da Ya Basta insieme a Polisportiva San Precario (PD) |  Organizza: collettivo metropolis

Sabato 14 febbraio 2009 —-> Ore 14.00 Sala Congressi Fiera (V.le del Lavoro 8) – Per non dimenticare: interventi e filmati per non dimenticare il massacro di Gaza | Organizza: Comitato stop alla guerra

Da giovedì 22 a sabato 24 gennaio 2009 —-> Ore 17.00 Piazza Bra’ – Presidio: attività di informazione. Comunicato del Comitato Stop alla guerra

Domenica 18 gennaio 2009 —-> Ore 15.30 Piazza Bra’ – manifestazione: bambini e bambine migranti leggono poesie e pensieri per i loro fratelli e sorelle palestinesi

Sabato 17 gennaio 2009 —-> Roma – Manifestazione nazionale: pullman autofinanziato da Verona. Per informazioni e prenotazioni: al presidio che quotidianamente si tiene in Piazza Bra’

Venerdì 16 gennaio 2009 —-> Ore 20.30 Metropolis café (via Nicola Mazza 63/A – veronetta): dibattito con Sami Hallac, palestinese del Comitato di solidarietà con il popolo palestinese di Torino. Durante la serata verrà anche presentato il libro fotografico "L’occupazione. Vivere in Palestina" | Organizza: collettivo metropolis

Venerdì 16 gennaio 2009 —-> Ore 15.30 Piazza Bra’ – Presidio permanente 

Giovedì 15 gennaio 2009 —-> Ore 15.30 Piazza Bra’ – Presidio permanente

Mercoledì 14 gennaio 2009 —-> Ore 15.30 Piazza Bra’ – Presidio permanente-Tenda

Martedì 13 gennaio 2009 —-> Ore 15.30 Piazza Bra’ – Presidio permanente-Tenda

Lunedì 12 gennaio 2009 —-> Ore 15.30 Piazza Bra’ – Presidio permanente-Tenda

Domenica 11 gennaio 2009 —-> Manifestazione a Verona per Gaza e la Palestina: concentramento ore 14.00 Stazione Porta Nuova | Organizza: Comitato Stop alla guerra in Palestina | Volantino

Sabato 10 gennaio 2009 —-> Ore 15.30 Piazza Bra’ – Presidio permanente-Tenda: ieri il centro città è tornato a vedere 300 persone, soprattutto migranti, protestare contro l’aggressione israeliana a Gaza. Oggi si continua a manifestare preparando e informando sulla manifestazione di domani

Venerdì 9 gennaio 2009 —–> Ore 18.00 Riunione Comitato Stop alla guerra in Palestina c/o ARCI via Cattaneo 14

Venerdì 9 gennaio 2009 —-> Ore 15.30 Piazza Bra’ – Presidio permanente-Tenda: continua la presenza in piazza per Gaza, dopo i massacri nelle scuole ONU e la farsa delle tregue. Verso tardo pomeriggio il presidio si trasformerà in fiaccolata, con proiezione di video.

Giovedì 8 gennaio 2009 —-> Ore 15.30 Piazza Bra’ – Presidio permanente-Tenda: finalmente arrivata la concessione per l’occupazione di suolo pubblico. Si riparte quindi con tenda e impianto audio in piazza. Per continuare a dire basta con l’aggressione a Gaza | Organizza: Comitato Stop alla guerra in Palestina

Mercoledì 7 gennaio 2009 —-> Ore 15.30 Piazza Bra’ – Presidio permanente: continuano le iniziative per Gaza | Organizza: Comitato Stop alla guerra in Palestina

Il presidio permanente viene sospeso per martedì 6 gennaio perché non è stato cencesso il permesso a causa delle note iniziative dell’epifania. Si riprende mercoledì 7 gennaio dalle ore 15.30.

Lunedì 5 gennaio 2009 —-> Ore 15.00 Piazza Bra’ – Presidio permanente-tenda: proteste, informazioni, video, prese di parola contro l’aggressione israeliana a Gaza | Organizza: Comitato Stop alla guerra in Palestina

Domenica 4 gennaio 2009 —> Ore 14.00 Piazza Bra’ – Presidio contro l’aggressione israeliana a Gaza | Organizza: Comitato Stop alla guerra in Palestina

Sabato 3 gennaio 2009  —–> Ore 19.00 Piazza Bra’ – Presidio in risposta all’attacco di terra israeliano a Gaza | Organizza: Comitato Stop alla guerra in Palestina

Si costituisce il Comitato Stop alla guerra in Palestina 

Venerdì 2 gennaio 2009 —–> Ore 15.00 Piazza Dante – Presidio con delegazione in prefettura | Organizzano: associazioni di cittadini migranti e veronesi | Documento consegnato in Prefettura

Giovedì 1 gennaio 2009 —–> Ore 15.30 Piazza Brà – Presidio | Organizzano: cittadini migranti di varie comunità


Siti e blog utili (da Global):

Siti (english)
www.palestinemonitor.org
www.alternativenews.org
electronicintifada.net
www.palsolidarity.org
www.freegaza.org
www.stopthewall.org

Siti e blog (ita)
www.infopal.it
www.peacereporter.net
www.lettera22.it

Vittorio Arrigoni è un attivista di ISM (International Solidarity Movement). Sequestrato e poi espulso da Israele nel novembre scorso e rientrato a Gaza nel penultimo viaggio di "Free Gaza". Ora si trova nella Striscia.
Blog di Vittorio Arrigoni

Un blog molto interessante. E’ di Paola Caridi, giornalista e scrittrice. Il suo libro "Arabi Invisibili" ha vinto il Premio Capalbio 2008.
invisiblearabs.blogspot.com

Blog dalla Palestina
Il blog di un giovanissimo giornalista e producer palestinese Sameh Akram Habeeb.
www.gazatoday.blogspot.com

Il "diario di una madre palestinese" Laila El-Haddad, giornalista e fotografa che vive tra Gaza e gli Stati Uniti.
a-mother-from-gaza.blogspot.com

Il blog di Fida Qishta, coordinatrice ISM.
www.sunshine208.blogspot.com

palestineblogs.net

Libere menti, per una libera Palestina
palestinethinktank.com

Il blog di Sharon Lock, volotaria dell’ISM che vive a Gaza dal mese di agosto.
talestotell.wordpress.com

Video you tube
Canale di sunshine208p
Canale di adampal2008

Missile israeliano uccide due sorelline di 4 e 10 anni. La cronaca di un’altra giornata di sangue

Gaza – Infopal.
Gli aerei da guerra israeliani hanno ammazzato due bambine palestinesi
che guidavano un carretto trainato da un asino, in strada as-Sekka, a
Jabalia.

Si tratta di due sorelline di Haya e Laama Hamdan, di 4 e 10.

Il missile israeliano le ha colpite direttamente.


Non s’arresta il terrorismo israeliano
contro la popolazione inerme di Gaza: più di 360 morti (famiglie
intere) e oltre di 1700 feriti.

Gaza – Infopal. Le forze di
occupazione israeliane continuano il loro lavoro criminale massacrando
altri civili della Striscia di Gaza.

Fonti locali nel campo profughi di al-Breij, della
Striscia di Gaza, hanno riferito che gli aerei da guerra hanno
scaricato tonnellate di bombe ed esplosivi contro una moschea, ieri
sera.

La moschea conteneva un asilo.

9 ora locale. Continua a salire il numero delle vittime
dell’ininterrotto massacro israeliano, autorizzato da tutti i governi
del mondo, quello italiano compreso: i morti sono più di 360 e i feriti
oltre 1700, di cui almeno 300 sono in gravi condizioni.

I micidiali aerei F16 e apache, made in USA, continuano i loro bombardamenti, giorno e notte.

Ieri sera hanno iniziato a bombardare il porto e le
acque di Gaza, all’alba di oggi hanno colpito massicciamente la zona
dei ministeri e hanno ucciso 10 cittadini palestinesi e feriti diverse
decine. Gli aerei israeliani hanno anche attaccato diverse zone di
Gaza.

I testimoni oculari hanno riferito che l’aviazione da
guerra israeliana ha lanciato più di 20 missili contro il quartiere dei
ministeri, a ovest di Gaza, il Club sportivo ash-Shams, la postazione
della marina, e l’ex sede della sicurezza preventiva.

I testimoni hanno confermato che i missili sono stati
lanciati in un lasso di tempo di meno di 5 minuti. Le ambulanze non
riescono a raggiungere le vittime.

Il dott. Basem Naim, ministro della sanità a Gaza, ha
confermato la presenza di decine di corpi ancora sotto le macerie. Naim
ha anche riferito che le forze di occupazione non bombardano soltanto
le sedi ufficiali ma anche le case dei cittadini e le associazioni
private.

Ieri all’alba, le forze di occupazione israeliane hanno
bombardato la moschea del campo profughi di Jabalia. Sono già 6 le
moschee distrutte.

Hanno abbattuto anche una modesta casa vicino alla
moschea, uccidendo nel sonno 5 sorelline in età tra i 4 e 17 anni:
Jawaher, Dina, Samar, Ikram e Tahrir.

Il ministro ha chiesto al mondo arabo ed islamico di
inviare medici, medicine e attrezzature per installare ospedali da
campo e potere soccorrere subito i feriti.

Invece, per quanto riguarda le polemiche sul
trasferimento dei feriti attraverso il valico di Rafah, Naim ha
riferito “delle difficoltà di spostamento fuori dalla Striscia di Gaza,
perché molti di loro sono gravissimi, e trasferirli da altre parti può
metterne in pericolo la vita. Non abbiamo dimenticato, ultimamente, il
decesso di 6 feriti ad al-Arish in Egitto”.

Il ministro ha ringraziato i paesi che hanno inviato
aiuti, soprattutto il Qatar, l’Arabia Saudita e la Libia, e ha
rinnovato la richiesta all’Egitto affinché ne semplifichi l’ingresso
attraverso il valico di Rafah. Ha domandato anche di aprire il valico
per permettere l’ingresso dei medici che hanno espresso la volontà di
prestare soccorso ai feriti della Striscia di Gaza.

Rappresaglie. Le brigate Qassam, ala armata di Hamas,
ha lanciato 57 razzi artigianali conto obiettivi israeliani, come
rappresaglia della carneficina in corso a Gaza.

La polizia israeliana ha reso noto che un soldato è
rimasto ucciso a Nahal O, mentre 7 altri sono stati feriti. 2 coloni
sono stati uccisi nel porto di Ashdod e altri feriti.

Call for signatures and international support for the immediate end the bloodbath in Gaza

La traduzione in italiano più sotto. 

Israeli Air Strikes on Gaza – 26.12.08

To sign the petition, Please visit:
http://www.petitiononline.com/pni/petition.html

Yesterday, the Israeli army carried out massive air
strikes against the most densely populated area on the planet – an area
already suffering from a crippling two years siege the likes of which
have not been witnessed since the Middle Ages. Israeli F-16s slammed
over a hundred tons of missiles into the 360 sq km Strip home to over
1.5 million people.
Today at least 278 have been reportedly killed,
many of them civilians, and more than 1,000 have sustained heavy
injuries. We expect the number to continue to rise throughout the day
as more bodies are uncovered from the rubble, more casualties succumb
to their wounds, and more bombs continue to fall.These attacks have
been the bloodiest in over 41 years of Israeli occupation.

The authors
and underwrites of this petition hereby condemn:

1. The Israeli “myth”
of disengagement in Gaza and the ongoing siege of the Palestinian
people. The State of Israeli remains in control of the airspace,
waterways, and borders of Gaza.
They have prevented the entry of
food, fuel, goods, medicines, medical supplies, humanitarian assistance
and journalists. The lives of the people of Gaza has been made all but
liveable for far too long.

2. Israel’s policy of collective punishment
prohibited by international law. Yesterday’s attacks were not a matter
of Israeli self-defence or a war against Hamas, but rather a war
conducted on civilians and civilian infrastructure.

3. The ruthless
targeting of civilians. Yesterday Israel targeted hospitals, Mosques
and jails.
Furthermore, considering the physical nature of the Gaza
Strip and the incredible density of 4,117 persons per square
kilometres, it is impossible for the Israeli Air Forces to hit only the
so-called ‘security targets’.

4. The disproportionate use of force.

In
regards of those facts, we call the State of Israel to:

1. End the
violence and the aggressions against the Palestinian population
immediately;

2. End the siege on Gaza and return to a negotiated
ceasefire;

3. Take immediate steps to end the 41 year old Israeli
occupation, and implement the Arab peace initiative.

Furthermore, we
call on the International Community to:

1. Urgently pressure their
governments to condemn the attack and to intervene: politically,
economically against Israel, and to pressure them to abide by the
Fourth Geneva Convention regulating the behaviour of the occupying
power.

2. Urgently pressure the International governments to end the war
crimes in Gaza and to investigate, condemn and punish those responsible.

 


Per firmare la petizione e il supporto internazionale per l’immediato stop al bagno di sangue a Gaza

L’aviazione israeliana attacca Gaza – 26.12.08
Per firmare la petizione, visita:
http://www.petitiononline.com/pni/petition.html
Ieri, l’esercito israeliano ha portato un massiccio attacco aereo contro l’area più popolata del pianeta – un’area che già soffre un devastante assedio che dura da due anni; per ricordarne di simili bisogna tornare indietro fino al Medio Evo.
Gli F-16 israeliani hanno sganciato centinaia di tonnellate di missili dentro una striscia di 360 km quadrati abitata da 1.5 milioni di persone.
Ad oggi le fonti parlano di 278 persone uccise, molte di esse civili, e più di 1000 sono i feriti gravi. Ci si aspetta che il numero continui a crescere nei prossimi giorni quando altri corpi verranno tirati fuori dalle macerie, altri feriti soccomberanno alle ferite, e altre bombe cadranno. Questi attacchi sono i più sanguinoso da 41 anni di occupazione ad oggi. Gli autori di questa petizione e chi la sottoscrive condannano:
1. Il "mito" del disimpegno di Israele da Gaza e il continuo assedio del popolo palestinese. Lo Stato d’Israele controlla ancora lo spazio aereo, i corsi d’acqua, i confini di Gaza. Hanno impedito l’ingresso di cibo, benzina, merci, medicine, forniture mediche, assistenza umanitaria e giornalisti. (…)
2. La politica di Israele della punizione collettiva è proibita dalla legge internazionale. L’attacco iniziato ieri non riguarda l’autodifesa di Israele o la guerra contro Hamas, ma piuttosto è una guerra condotta contro i civili e le infrastrutture civili.
3. Lo spietato obiettivo dei civili. Ieri Israele ha colpito ospedali, moschee e prigioni.
Inoltre, considerando la natura fisica della Striscia di Gaza e l’incredibile densità di 4117 persone per km quadrato, è impossibile per l’Air Force israeliana centrare solo i cosiddetti "obiettivi mirati".
4. La sproporzione nell’uso della forza.
A questo riguardo, chiamiamo lo Stato d’Israele a:
1. Terminare la violenza e l’aggressione contro il popolo palestinese immadiatamente;
2. Terminare l’assedio di Gaza e riprendere il cessate il fuoco negoziato;
3. Riprendere la strada per porre fine a 41 anni di occupazione israeliana, e implementare l’iniziativa araba di pace.
Inoltre, chiamiamo la Comunità Internazionale a:
1. Fare urgentemente pressione ai propri Governi per condannare l’attacco e per intervenire: politicamente, economicamente contro Israele, e per fare pressione affinche rispetti la Quarta Convenzione di Ginevra correggendo il comportamento delle forze di occupazione.
2. Fare urgentemente pressione agli Organismi Internazionali perché finiscano i crimini di guerra a Gaza e per investigare, condannare e punire i responsabili.

Vicenza. Mettiamo radici al Dal Molin: compriamo un pezzo di presidio

Alle migliaia di donne e uomini che, da tutta Italia, hanno affiancato con il proprio sostegno e con la propria partecipazione la mobilitazione dei vicentini contro la costruzione della nuova base USA, chiediamo di contribuire alla realizzazione del nostro progetto di acquistare un terreno per il Presidio No Dal Molin.

Abbiamo alle spalle più di due anni di lotta,iniziative ed azioni, tutte rivolte ad un unico obiettivo: bloccare la costruzione della nuova base militare. Tutto ciò è stato sinora possibile grazie all’impegno di centinaia di donne e uomini che hanno unito i loro sogni, speranze ed ideali in un unico luogo di ritrovo, discussione e socialità: il Presidio Permanente che dal 16 gennaio 2007 è il simbolo di una lotta comune.

Ora questo luogo, simbolo e punto di riferimento per tutti coloro che, a Vicenza ed altrove, si impegnano nella difesa dei beni comuni e della pace, deve essere rafforzato, uscendo dalla precarietà vissuta fino ad oggi.

Il periodo che ci aspetta è decisivo per bloccare la nuova base Usa, ed il rischio di non avere un luogo fisico per il Presidio finirebbe per mettere in difficoltà la lotta che da oltre due anni stiamo conducendo, rendendola più debole. La posta in gioco è quindi troppo alta, e l’autosostegno economico dei vicentini, che ha permesso al Presidio di continuare caparbiamente ad esistere, oggi non basta più: abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti.

L’intenzione è quella di acquistare, tutti assieme, un terreno adiacente all’area Dal Molin per far sì che il Presidio metta radici e diventi definitivo. Per far questo, oltre alla solita determinazione e piccola vena di follia, servono somme ingenti: per questo rivolgiamo un appello a tutte e tutti, in Italia e all’estero, perché ci aiutino contribuendo con l’acquisto di una o più quote da 100 Euro per il nuovo Presidio o, in alternativa, divenendo “sostenitore attivo” con il versamento di 50 Euro (25 Euro per studenti e precari).

Modalità di sottoscrizione e altre info su:
mettiamoradicialdalmolin.blogspot.com

Link
www.nodalmolin.it

VERGOGNA. Di Tagli si muore, Riprendiamoci la Vita!!

scuola di vito 

Ha diciassette anni, ha gli anni di chi in queste settimane si è battuto contro il decreto Gelmini, ormai divenuto legge. Aveva, perché sabato 22 novembre Vito Scafidi è morto, morto di scuola, morto d’abbandono. Il premier Berlusconi, con parole "delicate", commenta: "Si è trattato di una fatalità". Non una parola sul degrado e la fatiscenza delle strutture scolastiche, non una parola sui tagli, oltre 7 miliardi di euro, che vedranno nuovamente vittima la scuola pubblica, non una parola sui regali bipartisan di denaro pubblico alle scuole private. L’arroganza della classe politica che ci governa non è più tollerabile!

Bisognerebbe chiedere scusa, bisognerebbe andarsene a casa, bisognerebbe cambiare marcia. Non sarà certo questo governo, ma forse neanche l’opposizione a cogliere questa esigenza di cambiamento, esigenza che in queste ore vive nelle lacrime e nelle urla di rabbia dei parenti e degli amici di Vito. Ma le lacrime e la rabbia non sono sole, accadono in un mondo, quello della scuola e dell’università, che da settimane il cambiamento non solo lo chiede, ma prova a praticarlo. Le lacrime e la rabbia stanno nel cuore e negli occhi di tutti noi che in queste settimane abbiamo deciso di alzare la testa contro l’offensiva del governo Berlusconi e della ministra Gelmini. "Basta tagli alle nostre scuole, basta tagli alle nostre università!" Questo abbiamo gridato e continueremo a gridare, con la consapevolezza amara che di tagli e di abbandono si muore, così come ci racconta la sciagura di Torino.

Non pagheremo noi la vostra crisi! Il 28 saremo in piazza con tutta la rabbia di chi odia la morte!

(da www.uniriot.org)

30 ottobre 2008: riprendiamoci lo sciopero. L’onda anomala travolge Verona

 [galleria fotografica

5000 studenti e studentesse, insegnanti, genitori bloccano per l’intera mattina la città.
Due
concentramenti: alle 8.30 in via S. Francesco gli universitari, in
piazza dei Signori i medi. Si vede subito che la giornata volge al
bello, nonostante il tempo proprio bello non sia.
La piazza dei
medi si riempie completamente e inizia un’assemblea con interventi di
docenti e studenti: tanta rabbia ma anche tanta convinzione di non
mollare nonostante il decreto sia diventato legge. Poi in attesa di
unirsi al corteo proveniente dall’università, un paio di docenti con le
loro classi improvvisano due lezioni in piazza; parte anche in un altro
punto della piazza un dibattito.
E sono diventate due le scuole
occupate a Verona: il liceo Fracastoro e l’Istituto Tecnico Marco Polo.
Il corteo proveniente dall’Università intanto si ingrossa e riceve con
applausi i medi che entrano in corso S. Anastasia.
Il serpentone
attraversa la città, la centralissima piazza Brà non ha mai visto un
corteo del mondo della scuola così grande, arriva poi in università.
La
convinzione che si diffonde e si rafforza esce urlata negli slogan:
questa scuola non la vogliamo, la vostra crisi non la paghiamo.

Sabato 13 settembre: tutti a Vicenza

cariche contro i no dal molin

EMERGENZA DEMOCRATICA: DIFENDIAMO LA CONSULTAZIONE

 

APPELLO: SABATO 13 SETTEMBRE MANIFESTAZIONE
ORE 15.00 P.ZA MATTEOTTI

Torniamo in piazza per difendere Vicenza da una nuova base di guerra
e la consultazione popolare del prossimo cinque ottobre che il Governo
Berlusconi vorrebbe impedire […]

 

EMERGENZA DEMOCRATICA:
DIFENDIAMO LA CONSULTAZIONE CONTRO IL DIKTAT DI BERLUSCONI E LA VIOLENZA DI SARLO

“SIAMO TUTTI VICENTINI”

Torniamo in piazza per difendere Vicenza da una nuova base di guerra e
la consultazione popolare del prossimo cinque ottobre che il Governo
Berlusconi vorrebbe impedire.

A Vicenza esiste una emergenza democratica: in questi giorni
coloro che vogliono imporci la nuova base statunitense hanno messo in
campo tutti gli strumenti a propria disposizione per “estirpare alla
radice”, come scriveva il commissario Costa, la Vicenza che, con tenacia e convinzione, si difende. Il Presidente del Consiglio ha scritto al Sindaco,
ammonendolo che la consultazione popolare potrebbe avere “gravi
ricadute”; il giorno dopo, sabato scorso, il Questore ha dato l’ordine
di picchiare cittadini inermi e seduti per terra al termine di una manifestazione autorizzata: i filmati che abbiamo reso pubblici testimoniano chi è il responsabile dell’ingiustificata violenza.

Vogliono farci abbassare la testa, ottenere la nostra dichiarazione di
resa, scavalcare la nostra opposizione. Coloro che, a livello
nazionale, parlano di federalismo fiscale, sono gli stessi che vogliono
impedire l’espressione popolare a Vicenza.

Noi, viceversa, siamo più convinti che mai che fermare il progetto
statunitense è possibile. Perché la violenza è segno di debolezza, così
come la volontà di annullare la consultazione popolare rappresenta il
timore che i promotori dell’opera hanno verso questa forma di
partecipazione civica.

Torneremo in piazza, il prossimo 13 settembre; vogliamo portare nelle
strade della città berica il coraggio di Vicenza che non si piega alle
imposizioni. Vogliamo rivendicare il nostro diritto a percorrere,
attraversare, vivere le strade dlla nostra città senza la minaccia del
manganello. Vogliamo difendere la democrazia, rappresentata dal nostro
diritto a manifestare pubblicamente, ad agire e a esprimerci attraverso
la consultazione popolare senza che essa sia vanificata dall’apertura
dei cantieri. Vogliamo le le dimissioni del Questore, responsabile di aver portato a Vicenza la violenza.

Vogliamo difendere la nostra identità; quella di cittadini che amano Vicenza e la difendono.
Fermarli si può, fermarli è compito di ognuno di noi.

SABATO 13 SETTEMBRE, GRANDE MANIFESTAZIONE PER LA DEMOCRAZIA

RITROVO ORE 15.00 P.ZA MATTEOTTI

Per adesioni comunicazione@nodalmolin.it

Cariche inaudite contro i No Dal Molin

:: Video 1 ::
:: Video 2 ::
:: Video 3 ::
:: Video completo::

Galleria fotografica

Mattinata di tensione a Vicenza: le forze dell’ordine caricano senza motivo i manifestanti
Sabato mattina, appuntamento alle 11.00 per la seconda iniziativa nelle giornate del Festival no Dal Molin

L’appuntamento era questa mattina alla rotatoria tra
via Dal Verme e via Ferrarin, per la costruzione di una torretta di
controllo nei pressi dell’area dell’aereoporto.

Con i manifestanti anche due spaventapasseri bardati
con magliette col logo del No dal Molin e una grossa radice di albero
secolare: l’iniziativa di oggi, (la seconda
dall’inizio del Festival – edizione 2008), è stata attuata allo scopo
di monitorare l’area all’interno del Dal Molin per controllare che i
lavori non inizino prima della consultazione popolare del 5 ottobre.
I No dal Molin hanno quindi deciso di costruire un punto di controllo
per poi presidiarlo durante le giornate del Festival, in vista della
manifestazione del 13 settembre che arriverà proprio nell’area
dell’aereoporto per verificare che nulla si sia mosso al suo interno.
L’idea della radice e dell’albero invece serve a ricordare che il
progetto sostenuto dalla città di Vicenza per l’area del dal Molin è
quello di costruire un parco pubblico, come si era già sottolineato
nelle iniziative dello scorso anno.

In tanti hanno realizzato la torretta all’esterno
dell’aereoporto, su un terreno privato. In tanti hanno organizzato un
presidio per difenderla. Poi la carica delle forze dell’ordine e il
fermo posto ad alcuni dei presenti.

Nella giornata di domani continueranno le iniziative
davanti al sito Pluto, a Longare sotto i colli berici: un sito che ha
ospitato per anni armamenti nucleari e che si inserisce ora nel
progetto di fare di Vicenza una grande base militare. Infatti, si
sostiene che oggi sia solo un deposito per proiettili esausti, ma in
realtà è certo che si stiano svolgendo dei lavori.

ore 19.30 – Arriva la notizia del
rilascio delle sei persone fermate. Al Festival No dal Molin è stato
promosso un incontro dibattito in cui si susseguono le testimonianze su
quanto successo nel corso della mattinata.
Le considerazioni di
Francesco Pavin e della signora Pina, che dice "Ho avuto paura questa
mattina e non mi sono seduta con gli altri manofestanti…sono stata in
ospedale con le persone che si sono fatte male…Sono qui. E ci sarò
anche domano…la base non si farà".
– [ audio ]

ore 16.00 – I No Dal Molin hanno
promosso nel pomeriggio un presidio davanti alla Questura per
protestare contro i fermi ai danni di sei persone, in seguito alle
cariche di questa mattina.
Inoltre, una quindicina tra feriti e
contusi sono stati accompagnati in ospedale per farsi medicare in
seguito alla brutalità delle manganellate della polizia.

15.15 – Con Francesco Pavin il
commento a conclusione della giornata. "Alcune considerazioni da
fare…di fronte ad una cosa annunciata, pubblica, abbiamo addirittura
presentato ufficiale richiesta in questura… ci siamo trovati prima
uno sbarramento della polizia che abbiamo superato e poi le cariche.
Una allucinante gestione dell’ordine pubblico… All’interno
dell’aereoporto stanno entrando dei mezzi nel segreto più assoluto, da
qui la necessità di avere un punto di avvistamento, di monitoraggio.
Questo non era accettabile per la polizia… Noi vogliamo trasparenza!
E in questo senso sabato 13 sarà una giornata di grande
mobilitazione…"
– [ audio ]

ore 15.00 – Si sta sciogliendo il
presidio davanti alla torretta: le persone, circa un centinaio, che si
trovavano all’interno del giardino privato, hanno deciso di uscire. Un
cordone di donne e uomini sta aprendo un varco per consentire ai
manifetsanti di raggiungere l’ingresso della strada. "Si sta
concludendo, quindi questa mattinata così difficile…I vicentini non
avevano mai visto cariche così pesnati da parte delle polizia…Per noi
questo non deve e non può più accadere. Questa è la forza che cio
accompagna verso la manifestazione di sabato 13 sempre qui davanti ai
cancelli dell’aereoporto Dal Molin"
– [ audio ]

ore 14.15 – Le forze dell’ordine
hanno accerchiato di nuovo il presidio dei No Dal Molin attorno alla
torretta. Stanno partendo delle cariche in questo momento, molto
violente contro i No Dal Molin seduti e inermi. La polizia e i
carabinieri in tenuta antisommossa stanno spingendo e colpendo con
calci e pugni e coi manganelli i manifestanti. "Siamo riusciti ad
aprire un varco nel cordone della polizia…il questore ha ordinato le
cariche da un lato e dall’altro…fortissime. Questo sta accadendo in
questo momento… Mai si era visto a Vicenza un questore che ordina ai
suoi poliziotti, colpite colpite… E’ una scena che non si può
accettare. Non c’era nessun motivo per queste cariche…".
I manifestanti sono chiusi nel giardino attorno alla torretta circondati dalla polizia in tenuta antisommossa.
– [ audio ]

ore 14.00 – I manifestanti
continuano il presidio attorno alla torretta. Le prime due file sono
sedute a terra, come nel corso di tutta la mattinata. Questo rende
ancora più assurde le cariche delle forze dell’ordine contro uomini e
donne sedute per terra: "Una signora è stata trascinata per i
capelli… inaudita e inaccettabile la violenza della polizia di questa
mattina…"
Stanno arrivando molte persone a sostegno dei No dal Molin, i quali si trovano in questo momento a presidiare la torretta.
L’appello di Teo a raggiungere il presidio.
– [ audio ]

ore 13.50 – Le forze dell’ordine caricano senza motivo i manifestanti.
– [ audio ]

ore 12.00 – Le forze dell’ordine
stanno sbarrando la strada al corteo. Metà dei manifestanti riescono
comunque a raggiungere l’area individuata per costruire la torretta di
controllo attarversando i campi di via Ferrarin.
– [ audio ]

ore 11.00 – Giulia, del Presidio Permanente No dal Molin, ci racconta il senso dell’iniziativa di oggi.
– [ audio ]

Questo non è il primo episodio di violenza delle forze dell’ordine a Vicenza: anche il 29 luglio
in occasione della occupazione della stazione dei treni (una protesta
dei No Dal Molin contro la revisione del consiglio di stato) le forze
dell’ordine avevano caricato i manifestanti.

Verona – Il Comitato dei lavoratori della Fondazione Arena: “Ora basta!”

ORA BASTA!

Amici e colleghi,
lo sapete perché abbiamo scioperato e perché intendiamo proseguire le iniziative di tutela dei lavoratori tutti?
Perché è stato licenziato un nostro collega in maniera brutale con lo strumento del licenziamento in tronco con motivazioni presunte tutte da capire e dimostrare che i colleghi più a diretto contatto per lavoro hanno vissuto come  attentato alla garanzia del posto di lavoro. Ed è solo l’ultimo di altri licenziamenti  che il sindacato non ha voluto affrontare.
Se licenziano con motivazioni deboli come la presunta  negligenza  e poi senza preavviso allora tutti siamo a rischio.

E’ per questo che oggi 1 agosto 2008 nasce il Comitato dei Lavoratori della Fondazione Arena di Verona.
L’iniziativa spontanea parte dal sentimento diffuso di delusione nei confronti del sindacato tradizionale, dimostratosi assente per 3 sigle e impegnato, ma in difficoltà per quanto concerne la CGIL.
Il Comitato nasce anche perché a questo si aggiunge la  delusione nel vedere anche l’unica sigla che ha fatto qualcosa poi si è fermata nella lotta senza dare un corso efficace alla lotta iniziata sabato 26 luglio 2008 con lo sciopero, fallendo nel tentativo di  coinvolgere il resto del teatro.
Il Comitato si propone come strumento asindacale e apolitico ovvero non politico, nel senso che è totalmente libero da vincoli o alleanze con sigle o partiti politici.
Lo scopo è di riprendersi il diritto di difendersi nell’azione sindacale senza gli ostacoli che vediamo condizionare le 4 sigle storiche di CGIL, CISL, UIL e FIALS.
Non facciamo politica in alcun modo.
Ben vengano gli attestati di simpatia e solidarietà, ma non esiste margine per allenze politiche di alcun tipo.
Ci riprendiamo il diritto di autotutelarci perché non esistono limiti legali o giuridici a questa iniziativa.
Lo sciopero può essere indetto da un comitato di lavoratori esattamente come da una sigla sindacale. Esiste pari dignità etica e giuridica.
Basta al terrorismo psicologico che vuole far credere che la tutela sindacale spetti solo ai sindacati che conosciamo.

Il Comitato prende spunto da quest’ultimo e non unico caso di licenziamento ingiustificato per opporsi ad una Direzione che si comporta continuamente in maniera arbitraria e scriteriata, se non dispotica, minando e violando sistematicamente le regole e i diritti fondamentali: costituzione, statuto dei lavoratori, contratti nazionale e integrativo, regole sulle graduatorie di anzianità fino alla minaccia paventata ed in alcuni casi attuata del ricorso a cooperative per ottenere il nostro silenzio e la nostra obbedienza di fronte a qualsiasi decisone giusta o ingiusta e mai condivisa coi lavoratori.
Questo stile di condotta intimidatorio e di repressione continua sfiora il terrorismo psicologico e riguarda tutti i settori: vedi il numeroso reparto di Sartoria, il Personale di Sala e Retropalco, per non parlare delle Comparse e Corifee, degli organici sempre più assottigliati delle Maestranze Artistiche e per concludere con i reparti Tecnici che registrano e subiscono oramai da diversi anni l’introduzione delle cooperative in assistenza se non anche in becera sostituzione.

Vogliamo dire basta a tutto questo?

Intendiamo continuare a farci mettere i piedi in testa, noi che diamo tutte le sere un senso allo scopo per cui esiste lo spettacolo?
E’ giusto lasciare nelle mani di questa dirigenza logora il nostro presente e ancor più il nostro futuro?
Esiste un futuro per noi? Loro stanno ad un passo dalla pensione!!! Possiamo pensare che gli interessi qualcosa del futuro del teatro?
E’ giusto lasciar far fare ad una dirigenza obsoleta ed inamovibile, resasi corresponsabile del disastro economico in cui versiamo?
Ma ci crede veramente qualcuno che questo debito non risale a molto tempo addietro in contrasto con quello che ci hanno raccontato?

Il Comitato nasce dall’iniziativa spontanea e genuina di un gruppo di lavoratori che hanno raccolto in queste settimane lo smarrimento generale dei colleghi.
Questo piccolo gruppo di persone in buona fede e piene di buona volontà chiama a raccolta tutta la parte del teatro che si sente libera, condivide questo messaggio e intende reagire ai soprusi e alle ingiustizie che subiamo tutti i giorni.
Per questo si afferma la natura democratica e di democrazia partecipativa senza apparati gerarchici di sorta del Comitato stesso.
Il Comitato siete voi se lo vorrete!!!
L’obiettivo è di proporre un’idea nuova e diversa di tutela e lotta sindacale liberi da ogni tipo di vincoli, lacci, accordi sottobanco di alcun tipo.
L’Arena e il Teatro Filarmonico sono due luoghi straordinari in cui si propongono  musica e bel canto ad un pubblico emozionante.
Pensiamo che sia nostro diritto condividere questa emozione in virtù dell’impegno da tutti profuso e in considerazione dello sforzo compiuto vista l’unicità della nostra proposta di spettacolo, ma senza l’amaro in bocca per il trattamento che la Direzione ci riserva, calpestando la nostra dignità di lavoratori.

Amici, se questo vi sta a cuore venite numerosi agli incontri che promuoviamo e a cui sarà presente un avvocato per spiegazioni tecniche.

Agli incontri si intende discutere con voi e mettere ai voti i primi obiettivi concreti  che ci intendiamo proporre e per cui comunichiamo lo stato di agitazione permanente quale premessa a tutte le altre modalità di azione sindacale che ci spettano legalmente di diritto, ossia:

•    Il reintegro con effetto immediato del collega dimesso.
•    L’impegno scritto che alcuna ripercussione verrà intrapresa nei confronti dei colleghi che hanno aderito allo sciopero del 26 luglio scorso, in relazione al mantenimento della regola di assunzione  per  diritto di precedenza e con conferma degli attuali numerici d’organico di settore per il festival 2009.
e in subordine:
•    L’Apertura di un tavolo di confronto tra Comitato dei Lavoratori, Cda e Direzione circa il futuro del teatro (vedi programmazione invernale, piano di rientro del disavanzo, ripristino dell’organico funzionale e progetto artistico di medio e lungo termine).

Verona libera!

Sabato 17 maggio costruiamo un grande happening nel centro della città.

Nicola Tommasoli, un ragazzo di 29 anni è morto dopo essere stato pestato in maniera selvaggia da un gruppo di cinque criminali in pieno centro a Verona.
Era stato ricoverato mercoledì scorso nell’Ospedale di Borgo Trento.
Gli aggressori sono accusati di omicidio preterintenzionale, che potrebbe trasformarsi in omicidio volontario dopo l’autopsia.
Un fatto inaccettabile, che come chiede la famiglia di Nicola non deve essere strumentalizzato.
La realtà è che Verona è diventata una città in cui bande di soggetti pericolosi socialmente possono agire mettendo a rischio la sicurezza dei cittadini.
La realtà è che il sindaco sceriffo Tosi e i partiti di estrema destra utilizzano questi personaggi e queste idelogie securitarie e forniscono l’alibi e la giustificazione a questi gesti.
La realtà è che un ragazzo ha perso la vita.

Dal Coordinamento migranti di Verona arriva l’appello rivolto alla città, agli esponenti del mondo della cultura, della musica, delle arti alla costruzione di un grande meeting per sabato 17 maggio per "illuminare di mille colori lo spazio minaccioso ed oscuro, questo sì pericoloso, abbandonato alla follia omicida di chi si sente legittimato ad odiare chiunque, immigrato o no".


Una morte assurda – "Credo che sia un fatto gravissimo ed è pericoloso che ci siano bande di esagitati che picchiano la gente, che si mascherano dietro qualche simbolo nazista, ma assomigliano più a fenomeni come Pietro Maso che a un progetto politico".
Il commento di Luca Casarini [ audio ]
"Il sindaco ha una sua grossa responsabilità, appoggiando e coprendo questi personaggi".
Abbiamo raggiunto Andrea Danzi, Metropolis Cafè [ audio ]

Vedi anche:
Verona – La risposta della città parla un linguaggio meticcio