Verona – Il Comitato dei lavoratori della Fondazione Arena: “Ora basta!”

ORA BASTA!

Amici e colleghi,
lo sapete perché abbiamo scioperato e perché intendiamo proseguire le iniziative di tutela dei lavoratori tutti?
Perché è stato licenziato un nostro collega in maniera brutale con lo strumento del licenziamento in tronco con motivazioni presunte tutte da capire e dimostrare che i colleghi più a diretto contatto per lavoro hanno vissuto come  attentato alla garanzia del posto di lavoro. Ed è solo l’ultimo di altri licenziamenti  che il sindacato non ha voluto affrontare.
Se licenziano con motivazioni deboli come la presunta  negligenza  e poi senza preavviso allora tutti siamo a rischio.

E’ per questo che oggi 1 agosto 2008 nasce il Comitato dei Lavoratori della Fondazione Arena di Verona.
L’iniziativa spontanea parte dal sentimento diffuso di delusione nei confronti del sindacato tradizionale, dimostratosi assente per 3 sigle e impegnato, ma in difficoltà per quanto concerne la CGIL.
Il Comitato nasce anche perché a questo si aggiunge la  delusione nel vedere anche l’unica sigla che ha fatto qualcosa poi si è fermata nella lotta senza dare un corso efficace alla lotta iniziata sabato 26 luglio 2008 con lo sciopero, fallendo nel tentativo di  coinvolgere il resto del teatro.
Il Comitato si propone come strumento asindacale e apolitico ovvero non politico, nel senso che è totalmente libero da vincoli o alleanze con sigle o partiti politici.
Lo scopo è di riprendersi il diritto di difendersi nell’azione sindacale senza gli ostacoli che vediamo condizionare le 4 sigle storiche di CGIL, CISL, UIL e FIALS.
Non facciamo politica in alcun modo.
Ben vengano gli attestati di simpatia e solidarietà, ma non esiste margine per allenze politiche di alcun tipo.
Ci riprendiamo il diritto di autotutelarci perché non esistono limiti legali o giuridici a questa iniziativa.
Lo sciopero può essere indetto da un comitato di lavoratori esattamente come da una sigla sindacale. Esiste pari dignità etica e giuridica.
Basta al terrorismo psicologico che vuole far credere che la tutela sindacale spetti solo ai sindacati che conosciamo.

Il Comitato prende spunto da quest’ultimo e non unico caso di licenziamento ingiustificato per opporsi ad una Direzione che si comporta continuamente in maniera arbitraria e scriteriata, se non dispotica, minando e violando sistematicamente le regole e i diritti fondamentali: costituzione, statuto dei lavoratori, contratti nazionale e integrativo, regole sulle graduatorie di anzianità fino alla minaccia paventata ed in alcuni casi attuata del ricorso a cooperative per ottenere il nostro silenzio e la nostra obbedienza di fronte a qualsiasi decisone giusta o ingiusta e mai condivisa coi lavoratori.
Questo stile di condotta intimidatorio e di repressione continua sfiora il terrorismo psicologico e riguarda tutti i settori: vedi il numeroso reparto di Sartoria, il Personale di Sala e Retropalco, per non parlare delle Comparse e Corifee, degli organici sempre più assottigliati delle Maestranze Artistiche e per concludere con i reparti Tecnici che registrano e subiscono oramai da diversi anni l’introduzione delle cooperative in assistenza se non anche in becera sostituzione.

Vogliamo dire basta a tutto questo?

Intendiamo continuare a farci mettere i piedi in testa, noi che diamo tutte le sere un senso allo scopo per cui esiste lo spettacolo?
E’ giusto lasciare nelle mani di questa dirigenza logora il nostro presente e ancor più il nostro futuro?
Esiste un futuro per noi? Loro stanno ad un passo dalla pensione!!! Possiamo pensare che gli interessi qualcosa del futuro del teatro?
E’ giusto lasciar far fare ad una dirigenza obsoleta ed inamovibile, resasi corresponsabile del disastro economico in cui versiamo?
Ma ci crede veramente qualcuno che questo debito non risale a molto tempo addietro in contrasto con quello che ci hanno raccontato?

Il Comitato nasce dall’iniziativa spontanea e genuina di un gruppo di lavoratori che hanno raccolto in queste settimane lo smarrimento generale dei colleghi.
Questo piccolo gruppo di persone in buona fede e piene di buona volontà chiama a raccolta tutta la parte del teatro che si sente libera, condivide questo messaggio e intende reagire ai soprusi e alle ingiustizie che subiamo tutti i giorni.
Per questo si afferma la natura democratica e di democrazia partecipativa senza apparati gerarchici di sorta del Comitato stesso.
Il Comitato siete voi se lo vorrete!!!
L’obiettivo è di proporre un’idea nuova e diversa di tutela e lotta sindacale liberi da ogni tipo di vincoli, lacci, accordi sottobanco di alcun tipo.
L’Arena e il Teatro Filarmonico sono due luoghi straordinari in cui si propongono  musica e bel canto ad un pubblico emozionante.
Pensiamo che sia nostro diritto condividere questa emozione in virtù dell’impegno da tutti profuso e in considerazione dello sforzo compiuto vista l’unicità della nostra proposta di spettacolo, ma senza l’amaro in bocca per il trattamento che la Direzione ci riserva, calpestando la nostra dignità di lavoratori.

Amici, se questo vi sta a cuore venite numerosi agli incontri che promuoviamo e a cui sarà presente un avvocato per spiegazioni tecniche.

Agli incontri si intende discutere con voi e mettere ai voti i primi obiettivi concreti  che ci intendiamo proporre e per cui comunichiamo lo stato di agitazione permanente quale premessa a tutte le altre modalità di azione sindacale che ci spettano legalmente di diritto, ossia:

•    Il reintegro con effetto immediato del collega dimesso.
•    L’impegno scritto che alcuna ripercussione verrà intrapresa nei confronti dei colleghi che hanno aderito allo sciopero del 26 luglio scorso, in relazione al mantenimento della regola di assunzione  per  diritto di precedenza e con conferma degli attuali numerici d’organico di settore per il festival 2009.
e in subordine:
•    L’Apertura di un tavolo di confronto tra Comitato dei Lavoratori, Cda e Direzione circa il futuro del teatro (vedi programmazione invernale, piano di rientro del disavanzo, ripristino dell’organico funzionale e progetto artistico di medio e lungo termine).