Verona. La piazza della libertà – I migranti occupano Piazza S. Nicolò

Da mercoledì scorso, 8 giugno, i migranti si sono di nuovo mobilitati e hanno occupato Piazza san Nicolò. Rivendicano, come nell’autunno scorso i migranti sulla gru di Brescia e sulla torre Carlo Erba a Milano, il loro diritto a ottenere il permesso di soggiorno. Il diritto di scegliere dove muoversi e dove restare. Si tratta di donne e di uomini che sono stati truffati nel corso della sanatoria del 2009, che hanno pagato migliaia di euro per vedersi garantito il permesso di soggiorno, che lavorano regolarmente, anche se costretti alla precarietà e al lavoro nero, e i cui permessi sono stati bloccati da una serie di circolari ministeriali che, in contrasto con il diritto e la giurisprudenza, sottraggono loro il sacrosanto diritto alla regolarizzazione: circolari che aggiungono truffa a truffa; circolari con le quali il ministro Maroni, in spregio alle sentenze delle corti di giustizia europee e italiane, cerca di scippare il diritto alla regolarizzazione, cambiando le carte in tavola, e modificando, di volta in volta, i requisiti necessari. E’ la stessa mossa con la quale, su altri tavoli, si è cercato di scippare il diritto al voto referendario sul nucleare. Leggi tutto “Verona. La piazza della libertà – I migranti occupano Piazza S. Nicolò”

Da Verona a Rovigo: No a tutti i CIE, nè a Rovigo nè altrove

Clandestino Day – Venerdì 24 settembre 2010

Le leggi razziste del governo hanno prodotto un imbarbarimento delle relazioni sociali e delle condizioni di vita dei migranti che vivono in Italia o che provano ad arrivarci.
Reato di clandestinità, prolungamento della detenzione nei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE), respingimenti in mare, violazione del diritto d’asilo, sanatoria-truffa, permesso di soggiorno a punti, tetto scolastico, sono tutti tasselli di questo nuovo razzismo, istituzionale e popolare, a cui vogliamo opporci.

Questi avvenimenti raccontano come il comando si sia spinto oltre, con un grado di brutalità senza precedenti. E’ il piano su cui si sta costruendo l’orizzonte della nostra società nei prossimi anni. Clandestinità significa un processo generalizzato nei confronti di tutti, una modalità di governo che sta coinvolgendo ogni spazio della vita umana. I tagli alla scuola, il contratto collettivo nazionale del metalmeccanici o le lotte degli stagionali e dei precari ci raccontano di una nuova clandestinizzazione dei soggetti che va diffondendosi.

E’ questa nuova traiettoria che ci fa scoprire nuovamente quanto il 24 settembre sia una occasione importante per manifestare anche in Veneto perché proprio in provincia di Rovigo potrebbe sorgere uno dei quattro nuovi Centri di identificazione ed espulsione per immigrati irregolari che il ministero dell’interno ha in programma di realizzare in altrettante regioni italiane.
la costruzione di un CIE è una sfida aperta che ci chiama a misurarci con la realtà che ci circonda, una realtà triste che i governanti vogliono imporre con la costruzione di un “non-luogo” dove i diritti fondamentali della persona vengono giornalmente soppressi.
Il CIE significa una nuova sfida per i movimenti, un percorso difficile ma che rappresenta un’occasione per ricostruire nuova ipotesi di società, del bene comune, dei diritti, delle libertà, che ha bisogno di prendere forma come risposta alla crisi materiale ed esistenziale.

Vi invitiamo alla Manifestazione contro il CIE a Rovigo
Venerdì 24 settembre 2010 ore 17 Piazza Matteotti
Dalla Piazza una carovana si muoverà verso Zelo, il luogo dove vorrebbero costruire il CIE.
La sera, alle ore 21, Dibattito aperto con la cittadinanza ed i movimenti
Ognuno è clandestino, nessuno è clandestino

Collettivo Metropolis, ADL Verona, Lab Soc. DI.N.O.

Gli sbirri francesi? Come quelli italiani. Sgombero violento di migranti

Il filmato amatoriale dello sgombero violento da parte della polizia di un edificio occupato, vicino a Parigi, scuote la Francia: il video è stato già visionato centinaia di migliaia di volte. Tra le immagini, una madre ed il suo bambino trascinati per terra con forza dai poliziotti.
Le immagini dell’intervento degli agenti sono state diffuse dall’associazione Droit au logement (‘Diritto alla casa’) e poi messe on-line dal sito internet Mediapart.
La scena si svolge all’inizio di luglio nella banlieue difficile della Corneuve, nella periferia nord di Parigi: si vedono le forze dell’ordine che agguantano gli squatter, mentre questi oppongono resistenza gridando. Ad un certo punto, una donna, che tiene il suo bebè sulla schiena avvolto in un foulard, come si usa nelle comunità di origine africana, viene presa per i piedi e trascinata per terra. (Da repubblica.it)

Verso il 20 giugno – Welcome da Verona

welcome

Sabato 5 giugno, all’interno della manifestazione che ha concluso le
giornate di mobilitazione a sostegno della Freedom Flotilla,
Cittadinanza Globale ha aperto, all’assemblea tenutasi sotto la
Prefettura, la discussione  sulla campagna Welcome – Indietro non si
torna.-

Durante il dibattito, si sono illustrate le tematiche
della campagna e letto l’appello, a partire dal quale sono state poste
sul tavolo questioni di cittadinanza dei cittadini stranieri, respinti e
confinati non solo dalle politiche di esclusione alle frontiere, ma
anche dal sistema di confinamento interno costituito dalle normative e
della pratiche discriminatorie del Governo e di molti Comuni italiani
nei confronti dei cittadini stranieri.

Su queste premesse, la
delegazione che ha incontrato il Prefetto ha posto le seguenti
richieste:

1 – Permesso di soggiorno per protezione sociale o
attesa occupazione  per tutti gli stranieri irregolari vittime di
sfruttamento  da datori di lavoro disonesti  durante la recente
sanatoria. Un permesso per tutti.

2 – Risoluzione degli annosi
ritardi delle pratiche degli Uffici immigrazione di Prefettura e
Questura di Verona, che costringono i cittadini stranieri a sprechi di
tempo e denaro dovuti anche all’eccessiva burocratizzazione della
pratiche, con il rischio di perdere il lavoro.

3 – La questione
dell’emergenza casa, ormai una tragedia sociale locale e nazionale. Su
questo tema così importante le richieste sono state:

  • moratoria
    degli sfratti, e quantomeno l’assunzione a livello provinciale di
    procedure di raffreddamento degli sfratti, già utilizzate in passato a
    Verona. Deve passare il principio della gestione dello sfratto come
    passaggio da casa  a casa, e non da casa a strada.
  • La revoca
    delle delibere discriminatorie per gli stranieri nell’assegnazione delle
    case di edilizia pubblica, normative già ritenute discriminatorie sia
    dall’UNAR che dalla Comunità Europea.

4- La richiesta, da
inoltrare  ai Comuni della Provincia e alla Provincia stessa, perché non
concedano o ritirino ogni disponibilità per la ventilata apertura di un
CIE in Provincia di Verona.

Indietro non si torna –
Cittadinanza Globale Verona

L’Appello lo puoi leggere su global

Verona 1 marzo: per la prima volta è sciopero!

Finalmente è successo.
Precari, migranti e italiani, di alcune cooperative hanno scioperato insieme il 1 marzo a Verona.

Si sono dati appuntamento alle 11 di mattina, in Piazza S. Toscana, nella zona più multietnica di Verona, insieme alle famiglie che in questi anni sono state impegnate nella conquista del diritto alla casa, insieme a bambini e bambine rimaste per un giorno a casa da scuola, insieme a studentesse e studenti italiani e non.

L’iniziativa si è poi spostata in Piazza Brà, continuando con un happening fino a oltre le 18.

Qui puoi guardare foto e video, ascoltare e guardare interviste [1], leggere commenti [1][2] e rassegna stampa di una giornata che rappresenta solo l’inizio di un percorso verso una nuova cittadinanza.

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Verona: Verso il 1 Marzo – “Occupare non è reato, ma una necessità”

rete sociale per il diritto alla casa

“Il Tribunale di Verona, accogliendo l’orientamento della Cassazione, ha riconosciuto l’esistenza dello stato di necessità nei confronti di una famiglia di migranti che nel 2006 aveva occupato un appartamento di proprietà dell’ATER. L’appartamento occupato, insieme ad altri 5, da altre famiglie in emergenza abitativa, rientrava in un piano di vendita all’asta di parte del patrimonio abitativo regionale”.

La casa è un bene primario, come la vita o la salute. Perciò, in caso di necessità, anche l’occupazione è giustificata. Alcune sentenze della Corte di Cassazione confermano tale principio ed inseriscono il «diritto all’abitazione» tra i «beni primari collegati alla personalità», come previsto dall’articolo 2 della Costituzione. Per i giudici della Cassazione, il “diritto all’abitazione” merita di essere annoverato tra i diritti fondamentali della persona. Spiega la Seconda sezione penale di piazza Cavour: “Rientrano nel concetto di danno grave alla persona anche quelle situazioni che attentano alla sfera dei diritti fondamentali della persona e l’esigenza di un alloggio rientra fra i bisogni primari della persona”. Leggi tutto “Verona: Verso il 1 Marzo – “Occupare non è reato, ma una necessità””

Rosarno. L’azione congiunta di razzisti e polizia

Guardando queste due foto.

rosarno - la rivoltarosarno - il rastrellamento

La rivolta dura di persone stanche di essere trattate come degli schiavi.
La soluzione dello stato: li abbiamo usati, ora creano problemi e li rinchiudiamo.

Vita da schiavi. A Rosarno, e in molti altri posti, qui in Italia, nel 2010 lo schiavismo non è un tragico fatto storico. È  la condizione dei migranti, oggi. Certo. Niente catene ai piedi. Ma per il resto, tutto il crudele armamentario dello schiavismo è in funzione: dalle condizioni di lavoro a quelle di vita. Fino alla punizione con la morte. È tutto documentato. Si è scritto, ci sono immagini e video.

Quindi, cos’è successo a Rosarno, qualche giorno fa?
É successo che degli immigrati sono stati presi a colpi di fucile: la scintilla che ha fatto eplodere la rabbia della comunità migrante della cittadina.
Rabbia dura. Come dura è la loro vita in questo paesotto controllato dalla ‘ndrangheta.

La reazione di alcuni cittadini italiani e dello stato: reazione congiunta, si direbbe.
I cittadini si dedicano alla caccia all’uomo: colpi di fucile e di spranga contro gli immigrati. Occupano il Comune per chiedere il loro allontanamento.
Lo stato interviene. Prima con le cariche contro i rivoltosi, poi con i rastrellamenti e la reclusione di più di 300 migranti nei centri d’accoglienza (sic!).
Sembra davvero di rivivere cose d’altri tempi. Sud degli Stati Uniti primi del ‘900. Contesti così.
Comprensibile che siano gli immigrati stessi che adesso se non vogliano andare.

Quanto può durare l’accettazione silenziosa e passiva? Per ora le rivolte degli immigrati, in Italia, rimangono episodi limitati anche se significativi. Ma non è detto che debba continuare così.

Poi sentiremo i balbettii di politici ed esperti vari.
Come oltralpe.
Quando furono le banlieues delle città francesi a bruciare.