[ galleria fotografica ]
[ rassegna stampa ]
[ audio ]
Giovanardi & Serpelloni una sola ideologia: carcere e cristoterapia
Giovedì 12 marzo 2009 – Verona
Questa mattina attorno alle 11.30 un gruppo di attivisti degli spazi sociali del Veneto ed alcuni operatori del settore hanno occupato il Sert di Verona.
La scelta di occupare questa struttura, nel giorno in cui ha inizio a Trieste la Conferenza nazionale sulle droghe, non è stata causale. Il direttore di questo servizio, sperduto nella zona industriale della città, è infatti Giovanni Serpelloni, direttore del dipartimento nazionale politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei Ministri e ispiratore "scientifico" della "guerra alla droga" di Giovanardi.
Il Dr. House-Serpelloni è l’ideatore della teoria dei "buchi nel cervello". La droga buca il cervello e la tesi e’ semplice: attraverso lo scannig della scatola cranica sono visionabili "macchie" di diverso colore, ogni macchia corrisponderebbe al 5% in meno di sostanza cerebrale!
Gli attivisti, alcuni dei quali indossavano una maschera bianca, durante l’iniziativa hanno attaccato cartelli dentro allo stabile e affisso alcuni striscioni su cui era scritto "Quando tutto diventa illegale, l’illegalità è rivoluzionaria" e "Da Verona a Trieste, no al proibizionismo".
Oggi apre infatti i lavori al teatro Miela il convegno l’Altra Trieste, uno spazio di incontro e di dibattito promosso dalla rete di operatori del Friuli Venezia Giulia e aperto alle realtà che arriveranno da tutto il paese. Ma non sarà solo questo sottolineano dalla Comunità San Benedetto al Porto di Genova. L’Altra Trieste vuole essere un punto di partenza per dare vita a delle modalità di resistenza all’interno dei servizi del pubblico e di quelle comunità che operano nella riduzione del danno e che si vorrebbero vedere militarizzate.
LIBERAMENTE CONSAPEVOLI e ANTIPROIBIZIONISTI
Oggi siamo a Verona, famosa non solo per i suoi monumenti ma per essere da decenni la città della droga. Crocevia di spaccio e abusi, la Bangkok d’Italia dell’eroina e della cocaina facile, del mercato fiorente e mai sconfitto delle sostanze.
Verona rappresenta anche il laboratorio del proibizionismo, dei divieti, dell’osservatorio sulle dipendenze del dottor House Serpelloni, strenuo difensore delle pratiche restrittive che significano meno libertà personali, più apparati repressivi, normalizzazione e controllo dei comportamenti: test antidroga per i lavoratori a rischio sulla base di segnalazioni fatte dai datori di lavoro, esponendo i lavoratori a ricatti e discriminazioni, test antidroga del capello per l’accesso al patentino del motorino…Perché non estendere lo stesso criterio anche ai consumatori saltuari di alcolici anch’essi pericolosi per l’incolumità altrui? Ma state certi che a breve arriveranno anche a questo.
Politiche di “prevenzione” inefficaci che presentano un quadro drammatico della situazione dei servizi sociali, sempre più poveri e precari di fronte ai continui tagli e a l’aumento del carico di lavoro. Operatori sociali schiacciati da un mandato di controllo sociale insopportabile, da ricatti economici e professionali che cercano di limitare o impedire l’autonomia lavorativa e politica.
Politiche repressive che utilizzano l’infausta legge sulle droghe per criminalizzare, come a Monfalcone, un movimento che esprime pratiche critiche e ribelli sul territorio, che lotta per i diritti di esistenza e cittadinanza: per il diritto alla casa, per i diritti sindacali, contro il razzismo, i CPT e le politiche discriminanti del governo che vorrebbe sempre a Verona un Centro di Identificazione ed Espulsione dei migranti.
In questo momento a Trieste si sta svolgendo la farsa della conferenza governativa sulle droghe. Un teatrino nel quale l’asse Giovanardi/Serpelloni cercherà di sancire “l’efficacia” delle politiche repressive e di controllo idonee a recuperare totalmente l’integrità “normale” delle persone. Politiche fallimentari per altro già decise ancor prima di una discussione aperta, libera, partecipata e soprattutto condivisa.
Non ci stiamo! Per questo siamo a Verona per scoperchiare il bunker dei divieti e dei ricatti, come saremo a Trieste al Teatro Miela per confrontarci in forma autonoma, partecipata e libera. Costruiremo dal basso riflessioni, eventi e lotte per affrontare un’emergenza sociale aggravata dalle politiche governative che favoriscono lo sballo e l’uso autodistruttivo delle sostanze.
Siamo per un uso consapevole, per riappropriarsi del controllo del proprio corpo e dei propri bisogni, perché droghe e alcol non diventino anestetici che bloccano il desiderio di fare, di costruire, di ribellarsi contro un governo che vuole controllare le nostre vite e che ci riserva solo qualche isola in cui potersi sbronzare senza disturbare nessuno.
Dipende da noi, tutto. ….e non viceversa!
Operatori Sociali ed Educatori Consapevoli del Nord-Est
Centri Sociali e Spazi Autogestiti del Nord-Est
Vedi anche:
A Trieste la libertà sarà terapeutica, per tutti! di Domenico “Megu” Chionetti
Verso una Trieste libera dal controllo sociale. Perchè la libertà è tutto
Un articolo sulle teorie di Serpelloni da Fuoriluogo
Giovanardi e i suoi buchi nel cervello di Domenico Chionetti, Comunità di S. Benedetto al Porto (Genova)