La corsa inizia. Soldi in vista, imprese in agitazione.
Il Governo, fregandosene del parere dei cittadini (referendum del 1987), rilancia il nucleare; Enel e Confindustria partono subito con i lavori.
Casagrande (Castel d’Azzano, via G. Rossini 24 – Verona), Lever (Arbizzano, viale del Lavoro 17 – Verona), Mondini Cavi (Caprino Veronese – Verona) sono tra le 24 aziende venete convocate ieri al “Supply Chain Meeting” di Roma per prepararsi a partecipare all’appalto per la costruzione di nuove centrali nucleari in tutto il territorio italiano.
Il summit di Copenhagen sul clima fallisce in maniera piuttosto misera e l’Italia, per non restare indietro rispetto agli altri inquinatori globali, rilancia l’energia nucleare che, com’è noto, porta con sé alcuni inconvenienti “trascurabili”.
Quello, irrisolto, dello stoccaggio a lungo termine delle scorie nucleari; un problema per il quale né gli Stati Uniti né la Francia (i paesi con più nucleare al mondo) hanno veramente trovato una soluzione, e che inevitabilmente costituisce un appetibilissimo mercato per mafie e malaffari d’oro.
Il problema della sicurezza degli impianti, per i quali nessuna compagnia assicurativa è disposta a garantire. C’è una lunga lista di incidenti non noti e di rilevazioni ambientali e studi epidemiologici (l’ultimo uscito in Germania, pochi giorni fa) che mostrano come una centrale nucleare sia una minaccia seria per la salute degli esser viventi per centinaia di chilometri quadrati.
Il problema della produzione di anidride carbonica.
Nonostante il nucleare sia propagandato come carbon-free, si tratta di una bugia clamorosa. È vero che la centrale, in sé, non emette gas serra. Tuttavia il processo di estrazione e raffinazione (e trasporto) del minerale emette grandi quantità di CO2; quantità destinate ad aumentare man mano che i giacimenti di minerale a più alta concentrazione vanno esaurendosi e si è costretti ad estrarre rocce con concentrazioni di uranio 10, 100, 1000 volte inferiori, quindi con un impiego di energia (ricavata dai combustibili fossili) maggiore.
Ricostruire i progetti del governo, rendere pubblici i siti previsti per la costruzione delle centrali e le aziende che verranno coinvolte è un dovere di tutt*.
Occhi aperti oggi, per non dover mappare le aree contaminate domani.