Casa Pound Verona. Le macchiette di Ezra

blocco di lotta e di governo

"Contro il sistema la gioventù si scaglia".
Slogan caro ai fascisti di ogni tempo. Muri colorati in nero e celtica a marcare la paternità.
Oggi compare con la stessa firma di manifesti con il volto di Rino Gaetano. Probabilmente, dopo aver raschiato il barile, per altro mai stato molto pieno di idee, stanno provando a "recuperare" ciò che per loro non è recuperabile.
Che gli atteggiamenti "rivoluzionari" e "antisistema" dell’estrema destra siano pura facciata è noto dagli anni del fascismo storico e del nazismo.
E vedere oggi dei piccoli epigoni, Casa Pound e Blocco Studentesco, riutilizzare certe modalità "comunicative" fa lacrimare dal ridere. O vomitare. Leggi tutto “Casa Pound Verona. Le macchiette di Ezra”

Ven 12 marzo: Laura Copiello sings Nina Simone | Jazz&Wine @ metropoliscafé

Metropoliscafé – via Nicola Mazza 63/A – Verona
Presenta:

Jazz & Wine – Venerdì 12 – 19 – 26 marzo – 02 aprile
Rassegna di musica jazz, idee alternative e vini indipendenti
La rassegna vuole offrire una serie di incontri dedicati alle relazioni tra vino e musica. L’idea è quella della sinestesia: il gusto di un certo vino e il suono di una certa musica possono suscitare esperienze simili o analoghe nel fruitore?
Per esplorare e approfondire questa esperienza ogni serata sarà introdotta da un incontro tra produttori e musicisti che illustreranno le qualità del vino prescelto e le peculiarità delle musiche che saranno eseguite, evidenziandone le eventuali analogie e similarità strutturali.

Venerdì 12 Marzo 2010 ore 21.00
Laura Copiello sings Nina Simone
Laura Copiello: voce – Claudio Conforto: pianoforte. Leggi tutto “Ven 12 marzo: Laura Copiello sings Nina Simone | Jazz&Wine @ metropoliscafé”

Verona – Homeless aggredita mentre dormiva

la vigilessa e il clochard

Vi ricordate le immagini edificanti della vigilessa che prende a calci un homeless nella ridente city of love Verona?
Ebbene, come previsto, se l’esempio di comportamenti intolleranti viene dall’istituzione, attraverso decreti su decreti emanati dall’instancabile Tosi su sicurezza, degrado etc. e messi in pratica da zelanti pubblici ufficiali, c’è sempre qualcuno che si sente autorizzato a dare una mano. Leggi tutto “Verona – Homeless aggredita mentre dormiva”

Verona 1 marzo: per la prima volta è sciopero!

Finalmente è successo.
Precari, migranti e italiani, di alcune cooperative hanno scioperato insieme il 1 marzo a Verona.

Si sono dati appuntamento alle 11 di mattina, in Piazza S. Toscana, nella zona più multietnica di Verona, insieme alle famiglie che in questi anni sono state impegnate nella conquista del diritto alla casa, insieme a bambini e bambine rimaste per un giorno a casa da scuola, insieme a studentesse e studenti italiani e non.

L’iniziativa si è poi spostata in Piazza Brà, continuando con un happening fino a oltre le 18.

Qui puoi guardare foto e video, ascoltare e guardare interviste [1], leggere commenti [1][2] e rassegna stampa di una giornata che rappresenta solo l’inizio di un percorso verso una nuova cittadinanza.

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1 marzo a Verona: rassegna stampa

Fonte: L’Arena – 02/03/2010

«Paghiamo le tasse ma ci considerano di serie B»

«Una giornata senza di noi», il primo sciopero dei migranti italiani e di buona parte d’Europa, è iniziato a Verona con un presidio in piazza Santa Toscana alle 11. Nulla a che vedere con i 20 mila in piazza a Napoli o con gli stranieri che davano lezioni di clandestinità davanti a Montecitorio, a Roma. Qui in 150 hanno raccontato il loro dramma di immigrati, e i loro racconti di vita erano un chiaro sfogo rivolto alla ricerca di confronto e di un po’ di umanità.
Il presidio di porta Vescovo voluto da Cittadinanza Globale, Adl Cobas, Rete sociale per il diritto alla casa e da tutti gli impiegati nelle cooperative Genius Dhl di Veronella, Coop Concordia con Mtn San Bonifacio, Coop Halding, Group Tnt Ver e Coop Europromos, e dalle associazioni Algerini Verona Anwar, Marocchina Atlas, Consulta immigrati, infine dai collettivi Studentesco e Metropolis, ha portato in piazza anche tante donne e bambini. «Ho fatto perdere un giorno di scuola a mio figlio perché trovo che anche manifestare per i propri diritti sia un modo per insegnare e formare gli adulti di domani», dice una giovane madre con in capo il chador e vestita all’occidentale. Su un palco dove è stato appeso un manifesto con scritto «Rete per la casa, un diritto per tutti», sale un ragazzino di 11 anni. Si chiama Taha, il suo nome in arabo significa prediletto.
Racconta che è nato alla maternità di Borgo Trento e non è considerato cittadino italiano. Eppure i suoi compagni di scuola lo trattano alla pari. «Io non sento nessuna differenza tra me e i miei compagni. Non trovo giusto che ci sia qualcosa o qualcuno che mi faccia sentire di meno o come un qualcosa che non merita di rimanere in questa città. Io non sono una cosa ma una persona». Il suo intervento è seguito da un lungo applauso. Poi ha parlato Paul, uno studente delle superiori. «Sono nato qui ma nella mia carta di identità c’è scritto cittadinanza nigeriana», afferma. In piazza ci sono i rappresentanti dei lavoratori impiegati in note aziende cittadine. Fra loro Roberto Malesani, legale di Adl Cobas e Rete sociale per il diritto alla casa, nonché di Cittadinanza Globale.
Kaled Ben Ammar, del direttivo di Cittadinanza Globale e sindacalista, parla di «leggi razziali» introdotte nel Paese negli ultimi anni, e dei ritardi nella consegna dei permessi di soggiorno. «Sembra impossibile che nessuno capisca il dramma di chi lavora e non è nemmeno tutelato. Di chi vive in questa città pagando le tasse e non è considerato cittadino», grida dal microfono ricordando a i presenti che il lavoro degli immigrati garantisce il 10% del Pil. In piazza Santa Toscana le donne offrono la loro testimonianza. Toccante quella di Rabih Souad: «Avevo una famiglia fino a un anno fa, quattro figli e un marito. Lavorava in nero, è stato trovato senza permesso di soggiorno e rimpatriato. È morto in Algeria. Ora cerco un lavoro, ho portato i miei figli a scuola dalle suore e l’assistente sociale invece di aiutarmi mi ha denunciata».