Affare di Mondadori

Fonte: il manifesto – 18/06/2009

Non accennano a diminuire le tensioni davanti ai cancelli della
Mondadori. La giornata di martedì è stata frenetica e convulsa. E si è
conclusa nel peggiore dei modi: con i lavoratori caricati dalla polizia
mentre chiedono di essere pagati e chiarimenti per il loro futuro. Sono
i lavoratori della cooperativa Rm Service, che ha lavorato in
subappalto alla Mondadori. Leggi tutto “Affare di Mondadori”

Verona – Picchetti irrapresentabili. La polizia sgombera i blocchi de* lavorat* Rm-Finservice

Di Sandro Chignola

C’è qualcosa che resiste nel circuito
infernale delle catene dei subappalti. L’illusione che il lavoro si
faccia invisibile, residuale, che esso in qualche modo si anonimizzi
ed evapori, è l’altro lato del mantra che lo definisce politicamente
irrappresentabile, insignificante, perduto.

Capita allora, come accade in questi
giorni a Verona, che un centinaio di lavoratori precari, finti soci
della finta cooperazione, migranti di seconda generazione ed
italiani, che lavorano in subappalto per il finissaggio dei libri
della Mondadori, possa non prendere lo stipendio da mesi; che
l’inizio della loro mobilitazione per il salario debba costituirsi in
presa di parola dal basso, senza delega a nessuno, che
l’interlocutore possa cedere e pagare buona parte degli arretrati con
assegni scoperti mentre di nascosto mette in liquidazione la
cooperativa per mezzo della quale, con altre, a rotazione, gestisce
gli appalti di ditte importanti. Leggi tutto “Verona – Picchetti irrapresentabili. La polizia sgombera i blocchi de* lavorat* Rm-Finservice”

Gli antitraforo con i giovani dei bonghi

Fonte: L’Arena – 14/06/2009

notraforo

Il passante delle Torricelle. Dopo la manifestazione in Bra, il comitato resta in attesa di una risposta del tribunale sulla possibilità di indire un referendum
Sperotto: «La formula di ritrovarsi all’aperto con la gente piace, mercoledì saremo in piazza Dante»

Se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna, dice il
proverbio. E anche se non calza proprio perfettamente con l’attività
del Comitato contro il collegamento autostradale delle Torricelle, che
nei propri incontri fa sempre il pieno di ascoltatori, questa volta i
militanti antitraforo hanno deciso di andare incontro alla gente
direttamente in piazza Bra, spiegando il loro punto di vista sull’opera
che collegherà la parte est ed ovest della città.
Una
manifestazione, quella dell’altra sera, che ha avuto un buon successo
per la formula originale e accattivante che ha attratto centinaia di
cittadini incuriositi. Sei oratori su altrettanti piccoli piedistalli
hanno illustrato i pericoli connessi alla nuova infrastruttura e hanno
poi invitato i cittadini a esprimere le proprie opinioni, favorevoli o
contrarie che fossero al traforo. Alla fine della serata il numero
delle persone presenti era tale che si è persino improvvisato un grande
girotondo che ha abbracciato i giardini della Bra, con evidente
soddisfazione dell’anima del comitato, Alberto Sperotto.
«Questa
formula di andare incontro alla gente invece che invitarla alle nostre
riunioni pare raccogliere consensi», dice Sperotto, «per questo credo
che la riproporremo frequentemente, in primis il prossimo mercoledì
quando andremo in piazza Dante a incontrare i giovani dei bonghi».
Il
Comitato resta in attesa di una risposta dal tribunale in merito alla
possibilità di fare un referendum abrogativo della delibera che dà il
via libera al traforo. Sperotto, infatti, si dice certo che i veronesi
non vogliano «questo tipo di traforo, sono troppe infatti le cose che
ancora non convincono, non solo noi del comitato, ma anche i cittadini»

Arbizzano (Verona) – 5*6*7 giugno 09: FreeFest | festival indipendente

[ flyer1flyer2 ]

5-6-7 giugno 09
Villa Albertini (via San Francesco) – Arbizzano Verona (mappa)

FreeFest – Festival indipendente

Venerdì 5 giugno>
Le fughe de le matonele (reading di poesie dialettali in chiave agroblues) e…Herman Medrano (rap da Venesia)
Segue: Dj Leo (word music)

Sabato 6 giugno>
The original ska night: Skavesà + Askers
Segue: Dj Faso (drum’n’bass)

>ore 16.30: La terra dell’altrocomune – leggi/scarica l’Appello
parteciperanno il Comitato Acqua Bene Comune/Attac, il Comitato contro il Traforo, il Distretto di economia Solidale, l’Associazione Rurale Italiana, Genius Loci, il Comitato No Dal Molin (Vicenza), e molte altre realtà che a Verona lottano in difesa dei beni comuni.

Domenica 7 giugno>
Soqquadro (punk) + Smoking Kills (indi rock) + special guests: Intrepido’s Band (rock) e Raìse (Raige Against the Machine tribute)

Tutti i giorni dalle 15.00 in poi:
musica – mostre fotografiche –
video – editoria indipendente – cibi e vini – capoeira dimostrazioni e
lezioni – artigianato – spritz&cocktail

**STAND ENOGASTRONOMICI************

Apertura
venerdì 5 e domenica 7 a partire dalle ore. 18.30
sabato 6 a partire dalle ore 12.00

**MOSTRE******************************

They won’t budge

"Non se ne andranno" è il titolo della mostra fotografica inaugurata il 22 aprile alla New York University – Studi sugli immigrati africani in Europa. Il nome deriva da una canzone del cantante maliano Salif Keita. La mostra raccoglie oltre cento fotografie e video che raccontano storie e percorsi degli africani in Italia (tra cui Verona), Spagna, Portogallo, Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda e Repubblica Ceca. Gli autori sono fotografi, giornalisti, attivisti dei diritti umani da tutta Europa, tra cui lo spagnolo Juan Medina, il portoghese Alfredo Muňoz de Oliveira, gli italiani Francesco Cocco, Angelo Aprile, Elisa Cozzarini, Marco Ambrosi, Matteo Danesin, Aldo Sodoma e Stefano Renna

R/Esistenze – Donne in movimento per la pace. Foto di Simona Granati e Gabriella Mercandini

Le storie delle resistenze al femminile presenti nell’esposizione ci raccontano con circa 30 scatti storie di donne nel mondo. Le donne in Palestina, le rifugiate in Giordania e Libano, la lotta quotidiana per resistere all’occupazione o all’esilio forzato, la capacità di autoorganizzarsi in associazioni e cooperative per respingere chi le vuole costrette ad una vita di sofferenze e violenza. Le donne kurde che contribuiscono all’affermazione dell’autodeterminazione e dell’autonomia del proprio popolo. Le indigene zapatiste del Chiapas viste nell’arco di 13 anni di lotta per il proprio riconoscimento come indigene e come donne, i loro lavori collettivi sulla salute, l’educazione e la produzione, il percorso di autonomia e la presenza nell’esercito zapatista di liberazione nazionale. In particolare la storia dell’Erbolario a La Realidad. Le donne di Vicenza e il loro impegno nel movimento per la pace e contro la costruzione della nuova base militare americana.

Donde esta en corazon. Dieci anni di zapatismo nelle immagini di Simona Granati

La mostra fotografica racconta le comunità indigene zapatiste del Chiapas dall’insurrezione all’autogoverno, fino all’attualità dell’Altra Campagna. Intende mettere a valore e diffondere l’esperienza di queste comunità che rappresenta un’esempio straordinario di autonomia e di partecipazione fin dal ’94, primo anno dell’insurrezione di questo esercito di sognatori. Un esercito molto particolare armato soprattutto della parola, che costituisce un punto di riferimento a livello internazionale per molti movimenti nella critica al neoliberismo e nell’ipotesi di costruzione di un altro mondo possibile.

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Saranno presenti con spazi informativi ATTAC/Comitato Acqua Bene Comune – Emergency – Ass. YA BASTA! – Ass. PAEA – Edizioni Ombrecorte

 

Verona – Alla Finservice blocco permanente con “sequestro” di liquidatore

[ Rassegna stampa ]

Continuano sempre più radicali le iniziative di lotta delle lavoratrici e dei lavoratori della Finservice.
Dopo i blocchi temporanei alla Mondadori, alla Finservice. Dopo il
presidio al Teatro filarmonico in occasione della 32-esima Assemblea di
Confindustria che ha costretto la Mercegaglia ad entrare dalla porta di
servizio, ottenendo solo imbrogli o silenzi, sono passati al blocco
permanente della Finservice, costringendo anche il liquidatore
dell’azienda a rimenarsene per l’intera giornata rinchiuso negli uffici.

A Verona repressione è civiltà

I
vigili hanno dapprima dato una multa (di 100 euro) ad un ragazzo che
suonava uno strumento a percussione. La protesta si è accesa subito, un
cumulo di ragazzi circondava le pattuglie chiedendo spiegazioni,
protestando, ironicamente facendo bolle di sapone vicino alle macchine
della polizia locale. Immediatamente è nata una colletta spontanea tra
le persone presenti, che ha coperto quasi subito l’intero ammontare
della multa.
Da notare che in piazza, stasera, era presente lo stato
maggiore della polizia, con vicequestore, vice capo della digos, un
numero imprecisato di vigili e di poliziotti, che riprendevano e
monitoravano la situazione.
La polizia si è fermata in piazza
presidiandola per un lungo lasso di tempo, con l’evidente intenzione di
scoraggiare il ritrovo.
Vedendo che la gente non se ne andava, il
vice comandante della polizia locale , tale Sgrella, è penetrato,
seguito da almeno 10 vigili, tra le persone chiedendo le generalità ad
un ragazzo che suonava una chitarra. Con toni provocatori e mettendo
per primo le mani addosso, spingendo e trattenendo. Ha acceso da solo
una piccola colluttazione coi presenti, che, vedendo la situazione
degenerare, hanno unicamente alzato la voce frapponendosi alla
prepotenza di Sgrella. Immediatamente sono arrivate in piazza almeno
tre jeep della polizia, dalle quali sono scesi, caschi in testa e manganelli in mano i poliziotti formando un cordone di fronte alla
gente presente. Da notare ancora che l’arrivo dei poliziotti è stato
fin troppo tempestivo e brevemente deciso. Immediatamente hanno
circondato la gente che protestava e hanno portato via,con la forza due
ragazzi: Gigi e Jack, menando le mani, calciando e spintonando chiunque
si frapponesse, anche solo per chiedere spiegazioni. La digos, fino ad
allora fintamente disposta al dialogo, ha dato manforte operativa (con
mano pesante) al sequestro dei due ragazzi. 
Abbiamo
visto una scena allucinante: due ragazzi, per il solo fatto di chiedere
spiegazioni e protestare per l’incursione della polizia in una piazza
dove il reato più grave è stato suonare una chitarra, sono stati
pestati e portati via di peso dalle forze dell’ordine al gran completo.
Abbiamo visto ufficiali della polizia locale, della digos, della
polizia, menare le mani e trascinare a forza due ragazzi nelle volanti.
Alle proteste, alle grida di contrarietà, ci siamo visti rispondere con
insulti e spintoni.
Il fatto più grave è che la violenza è
cominciata dal vice comandante della polizia locale, Sgrella, che per
primo ha acceso la zuffa insultando e picchiando, e che la polizia, in
assetto anti sommossa, è arrivata nel giro di secondi (non di minuti)
dall’inizio della zuffa. A tutti è sembrato chiaro l’intento e il fine:
accrescere la tensione per intervenire con la forza, con il manganello,
per “dare una lezione”, per far capire il clima: chi suona la chitarra
dopo le 22 deve prendere mazzate. Bisogna aver paura di trovarsi in
piazza lontano da un bar, dove la socialità si sviluppa spontanea. Chi
alza la cresta anche in nome di una cosa innocente e meravigliosa, come
vivere una piazza, prenderà manganellate.
Immediatamente, promosso
dalle ragazze e dai ragazzi presenti, è nato un corteo spontaneo e non
autorizzato verso la questura, per chiedere il rilascio immediato di
Jack e Gigi. La gente si è mossa lungo il centro storico gridando “
Verona città libera, liberi tutti subito” fino ad arrivare alla
questura, dove i ragazzi hanno protestato, bussando vivacemente al
cancello della questura.
Epilogo: dopo che la digos si è frapposta
intavolando una falsa e ipocrita discussione, i due ragazzi sono stati
rilasciati, con la denuncia di: resistenza a pubblico ufficiale, con
aggravante, e rifiuto di fornire i documenti, sempre con aggravante.
A
noi sembra chiaro che in questa città ci sia un’emergenza democratica:
al suono di una chitarra non si può reagire a manganellate. Alla voce
dei ragazzi che vogliono vivere la città in modo libero e sano, non può
rispondere un divieto, un’ordinanza restrittiva. Al dissenso per un
comportamento becero, come è stato quello delle forze dell’ordine
stanotte, non possono seguire botte e denunce a raffica.
Quello che
faremo, io e tutti quelli che in piazza Dante vedono uno spazio libero,
sarà di continuare a ritrovarci il mercoledì, come sempre, per vivere
la piazza della città, e di frapporci con ogni metodo all’oppressione,
alle ordinanze folli, alle manganellate della polizia, alla ipocrita
retorica della sicurezza sponsorizzata dal sindaco Tosi, alle denunce,
alle minacce, alle multe stratatosferiche, al clima autodistruttivo per
cui ogni dissenso va cancellato.

Tutto ciò che è stato detto è
documentato tramite filmati, testimonianze e, stanotte, tramite un
referto medico di uno dei fermati.

Un gnàro, butèl, tòso, sccèt, ragazzo di piazza Dante. Persona. Essere umano.

Da: I mercoledì di Piazza Dante | Facebook

Gli operai “sequestrano” liquidatore di Finservice

Fonte: Corriere di Verona – 28/05/2009

Verona – Finservice, atto secondo. Come su un set cinematografico, ieri
pomeriggio i dipendenti delle cooperative gestite dalla ditta di
Bovolone, hanno riproposto la scena già “girata” giovedì scorso.
Striscioni e lucchetti ai cancelli per bloccare completamente
l’attività dell’azienda che, lo scorso 28 aprile ha dichiarato lo stato
di liquidazione, bloccando di fatto i pagamenti degli stipendi
arretrati agli operai. Con tanto di carabinieri intervenuti per
garantire la sicurezza. Una protesta sostenuta dal sindacato di base
Adl Cobas che ieri mattina, in prefettura, ha incontrato il
viceprefetto Elio Faillaci, i rappresentati della cooperativa Rm e
quelli di Confindustria (invitati dal sindacato a partecipare alla
vertenza durante l’assemblea annuale dell’associazione svoltasi martedì
al teatro Filarmonico ndr.). “La presenza di Confindustria è molto
importante – hanno detto i sindacalisti –perché l’amministratore di
Finservice, Roberto Andreetto, è membro di Confindustria e ci ha
lasciato questa pesante eredità”. Durante l’incontro la Prefettura è
stata informata dello stato in cui si trovano 106 operai di cooperative
che prendevano lavori in appalto dalla Finservice e che adesso, oltre a
rischiare il posto, aspettano il versamento di quattro mensilità
arretrate. La decisione di picchettare nuovamente l’azienda è stata
presa nel primo pomeriggio, quando si è saputo che Luigi Braga, il
liquidatore incaricato da Finservice di gestire la procedura di
smantellamento dell’azienda, non voleva concedere il via libera al
gruppo Pozzoni per pagare gli arretrati a quei dipendenti che, tramite
Finservice, avevano lavorato alla Mondadori. “Se non si sblocca la
situazione, allora le attività dell’azienda non devono continuare. Non
possiamo contribuire agli incassi di chi ci sta lasciando in mezzo alla
strada” hanno detto gli operai che hanno bloccato ogni attività,
chiudendo i cancelli. All’interno dell’azienda c’era anche Braga,
“sequestrato” dalla folla. Solo verso le 18, accompagnato dai
carabinieri, è riuscito a uscire attraversando la ressa dei
contestatori. La Prefettura, intanto, ha convocato oggi pomeriggio alle
15.30 tutte le parti in causa per trovare una soluzione. Ma non è
bastato a far desistere i manifestanti. “Fino a quando Braga non firma
l’accordo, noi non ce ne andiamo” hanno promesso.

Verona – Irruzione alla 64-esima Assemblea di Confindustria

[ Rassegna stampa ]

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Verona – 26/05/2009. Le lavoratrici e i lavoratori della FINSERVICE irrompono nella 64a Assemblea di Confindustria Verona. Il presidente nazionale degli industriali Emma Marcegaglia entra dalla porta di servizio per non assistere alla clamorosa protesta di una trentina di lavoratrici e lavoratori della Finservice che non percepiscono lo stipendio da 5 mesi. Leggi tutto “Verona – Irruzione alla 64-esima Assemblea di Confindustria”