Verona. Gli operai bloccano la Mondadori. “Senza stipendi da quattro mesi”

Fonte: Corriere di Verona – 24/04/2009

VERONA – Appeso
all’inferriata lo striscione «Facciamo come in Francia», in riferimento
ai recenti casi di manager sequestrati oltralpe all’interno delle loro
imprese dai dipendenti. Ma la protesta portata avanti, ieri, dai
lavoratori soci di una cooperativa di logistica e facchinaggio, la Rm
Service, davanti alla Mondadori Printing di Borgo Venezia non si è
spinta così in là, anche se più di un disagio, il blocco che una
quarantina di persone in tutto ha imposto all’azienda per gran parte
della mattinata, è finito per causarlo. Dalle 5 fino alle 10,15 i
camion non hanno potuto transitare per quella che è l’unica entrata
della ditta abilitata per i grossi mezzi di trasporto. Motivo della
protesta organizzata dal sindacato di base Adl Cobas, il mancato
pagamento di quattro mensilità: i lavoratori dichiarano di non ricevere
buste paga da dicembre, anche se fino al 14 aprile, i soci della
cooperativa, hanno continuato a recarsi in fabbrica. «Poi abbiamo
deciso che era giunto il momento di incrociare le braccia – spiega
Veronica, presente al picchetto di ieri – ma è stato inutile.
Il
giorno stesso siamo stati rimpiazzati da un’altra cooperativa». Quello
dei pagamenti è un problema che coinvolge tre diverse imprese: oltre
alla Mondadori e ala Rm Service, c’è anche la Finservice, che gestisce
gli appalti con le cooperative per conto dello stabilimento veronese
del colosso dell’editoria. E’ stato l’amministratore di quest’ultima,
Roberto Andreetto, a mediare con i lavoratori data l’irreperibilità dei
vertici di Rm Service, che sembrano essere gli insolventi: «I soldi
alla cooperativa sono arrivati – ha detto Andreetto – ma la situazione
è tale che vengono assorbiti tutti dalle banche per far fronte ai
precedenti debiti». Dall’altro versante, a condurre le trattative è
stato l’avvocato Roberto Malesani, attivista di associazioni come
«Cittadinanza Globale», particolarmente attenti ai diritti dei
lavoratori precari e extracomunitari (come sono la maggioranza dei
sotto contratto con Rs Service). Alla fine solo i presenti alla
protesta hanno ricevuto mille euro di anticipo a garanzia del futuro
pagamento. «Un buon risultato – spiega Malesani – anche perché la cifra
verrà incassata in giornata. Adesso chiediamo la ricollocazione dei
lavoratori, tramite la Fin service, presso questa o altre ditte. Questo
mentre sindacati come Uil non sanno fare altro che consigliare ai
lavoratori della cooperative di licenziarsi, per entrare in
disoccupazione».
Proprio ai sindacati confederali non è piaciuta
l’iniziativa. Ieri mattina erano presenti alla Mondadori Michele Ceschi
della Cisl e Stefano Comacchio della Cgil, quanto rappresentanti dei
dipendenti (quindi non affiliati alle cooperative) di Fin Service.
«Sono azioni pericolose – ha detto Ceschi – in quanto minano un tavolo
di concertazione che stiamo portando avanti da mesi. In un momento del
genere, azioni come questa rischiano di portare alla chiusura di
un’azienda, anziché di fare l’interesse dei lavoratori».


Fonte: il Verona – 24/04/2009

La protesta. Picchetto
di una cinquantina di lavoratori di una cooperativa che gestisce la
logistica dell’azienda Se ne sono andate quando hanno ricevuto un
assegno,come acconto sul pregresso

Hanno resistito quattro mesi
senza vedere uno stipendio. Hanno incassato promesse e speranze e alla
fine, senza soldi e disperati, hanno messo in scena la loro protesta.
Così ieri mattina alle sei, una quarantina di operai (95% donne) delle
cooperative che si occupano della logistica e del finissaggio dei libri
firmati “Mondadori” hanno bloccato il cancello d’ingresso di via
Montelungo, impedendo a una dozzina di camion l’entrata e l’uscita.
Controllato dalla polizia, il loro picchetto è durato fino alle dieci,
fino a quando cioè il titolare della ditta che ha in carico l’appalto
della logistica Mondadori, Roberto Andreetto della Finservice, non si è
recato sul posto strappando un assegno da mille euro per ciascuno di
quegli operai. Una sorta di acconto su quelle quattro mensilità che
ciascuno di loro devono ancora incassare e che variano dai 3 mila ai 5
mila euro. L’accordo è stato raggiunto dopo un faccia a faccia tra
Khaled Ben Ammar e Roberto Malesani, del sindacato di base RdB Cub, e
lo stesso Andreetta. Nel pomeriggio si è svolta poi un’assemblea – ai
manifestanti del mattino si erano aggiunti un’altra ventina di operai –
per definire l’accordo da proporre alla Finservice, che prevede il
saldo del pregresso e la garanzia della continuità del lavoro per
questi operai. Che dal 14 aprile hanno lasciato il loro posto, stanchi
di attese e vane speranze. «Significa che nel frattempo abbiamo perso
10 giorni di lavoro, cioè 600 euro – è stato il commento di un
lavoratore – non potevano pensarci prima a darci un acconto?». Dietro
questa protesta c’è il consueto meccanismo degli appalti, conquistati
da cooperative che si sostituiscono l’una all’altra nel giro di pochi
mesi, mantenendo gli stessi lavoratori che così non possono maturare
diritti e indennità. Una cinquantina di esempi erano quelli raccolti
ieri davanti alla sede della Mondadori. La Finservice, società
specializzata in finissaggio e logistica, titolare dell’appalto, si è
appoggiata ad altre cooperative di lavoratori.
Sono i cosiddetti subappalti.
Queste cooperative si scalzano però l’un l’altra: nell’ordine, ci sono
state Gse, Cooperative Service Tre Stelle, Alfa e Omega, Macro.
L’ultima, la Rm service, è quella che non avrebbe versato gli stipendi
a questi lavoratori, i quali si sono rifiutati di entrare nella nuova
cooperativa, subentrata alla Rm: l’Hdl.
Per questo ieri si sono rivolti direttamente alla società committente, e al suo amministratore delegato Roberto Andreetto.
«Non so nulla della Rm service – ha detto – ma mi prendo carico del
pagamento dei lavoratori. Potremmo non farlo, ma siamo qui per aiutarli
anche se ad alcuni di loro nei mesi scorsi siamo andati incontro con un
acconto». Certo della sua correttezza aggiunge: «Ci sono miei
concorrenti che lavorano con tre dipendenti e 500 lavoratori in
appalto. Io alle mie dirette dipendenze ne ho ben cento e altrettanti
di indotto».

Le storie. Persone disperate, vittime di una crisi più grande di loro
Famiglie senza una lira e figli a casa da scuola
Giuravano di non spostarsi dall’ingresso della Mondadori, in via
Montelungo, finchè non ricevevano un assegno, o dei contanti. Finché
non vedevano parte dei soldi che da quattro mesi aspettano. Erano una
cinquantina, soprattutto donne, per lo più straniere, «siamo solo due
italiane sui 120 assunti dalla cooperativa», sottolinea Giuliana,
veronese. Tante hanno 24, 25 anni e vivono ancora in famiglia, come due
sorelle tunisine che passano da un anno le giornate alla Mondadori, a
«spaccarsi la schiena», raccontano.
«Quei soldi dobbiamo darli in
famiglia, ma sono mesi che non vediamo una lira», dicono, tenendosi per
mano. Poi ci sono le madri di famiglia, la cui situazione è anche
peggiore. Veronica da quattro anni lavora per la Finservice: «Mi dicono
di portare pazienza, che c’è speranza, ma io con la speranza non posso
andare a fare la spesa. Non ho nemmeno i soldi per pagare il gas».
Dorina è nata in Romania e vive a Bovolone, ha due figli di tre e dieci
anni e un marito che non riceve lo stipendio da mesi, come lei. Non può
stare a casa con i bimbi, ma non può nemmeno pagare i 130 euro di tassa
per l’asilo. Il figlio di Giuliana, veronese di 45 anni, da 7 vedova, è
più grande, ha 13 anni e capisce bene la situazione della madre. «Negli
ultimi mesi abbiamo vissuto con la pensione di reversibilità lascia
lasciata da mio marito, 400 euro». E come fate a sopravvivere?
«Prestiti da parte di parenti, ho chiesto aiuto agli assistenti sociali
– spiega Giuliana – e in ditta lo sanno che ci sono famiglie in queste
condizioni per quegli stipendi non pagati». Stipendi che vanno dai 1100
ai 1400 euro al mese, «poco più di 5 euro all’ora – dicono in coro
queste operaie – e non comprendono ferie, né tredicesima o
quattordicesima. E da quattro mesi non pagano nemmeno la maternità e la
malattia». Il 28 marzo una di queste operaie si è fratturata la
caviglia, sul lavoro, «e l’Inail non è stata pagata», sostiene.


Fonte: Dnews – 24/04/2009

Senza stipendio da quattro mesi
Mondadori-In trincea decina di lavoratori di una coop. Alla fine spunta un acconto
All’alba di ieri, stremate da quattro mesi trascorsi senza ricevere lo
stipendio, una quarantina di operaie delle cooperative che gestiscono
la logistica e il finissaggio dei libri alla Mondadori hanno cominciato
a picchettare la porta d’ingresso di via Belvedere, lasciando fuori una
decina di Tir che dovevano consegnare materiali e semilavoratori.
Gestire la protesta non è stato facile nemmeno per Khaled Ben Ammar e
Roberto Malesani, del sindacato di base Rdb Cub che mercoledì ha dato
regolare comunicazione di inizio stato di agitazione alla prefettura.
Le operaie non hanno tolto i picchetti fino a che, verso le dieci, il
titolare della ditta che ha in carico l’appalto della logistica
Mondadori, Roberto Andreetto della Finservice, non si è recato sul
posto e ha staccato a ciascuna un assegno di mille euro come acconto
sul pregresso, che varia, a seconda dei casi, dai 3 mila ai 5 mila
euro. Nel pomeriggio, poi, nella sede Rdb di Verona, si è tenuta
un’assemblea straordinaria (a cui si sono aggiunte altre venti operaie
delle cooperative) per definire l’accordo globale da sottoporre alla
Finservice. Accordo che prevede il saldo totale del pregresso e la
continuità del posto di lavoro. Sullo sfondo della vertenza, infatti,
c’è l’ormai consueta storia di appalti a cascata e di cooperative a
rotazione. La Finservice, titolare dell’appalto alla Mondadori e
proprietaria di un proprio stabile a Villafontana (Bovolone), si
appoggia a sua volta su cooperative di lavoro, che periodicamente si
scalzano l’un l’altra. Gran parte delle lavoratrici sono infatti già
passate da almeno due diverse cooperative (tra le quelle che si sono
succedute: Gse, Cooperative Service Tre Stelle, Alfa e Omega, Macro),
lamentando, ad ogni passaggio, la perdita di diritti e indennità
precedentemente maturati. Avendo perso le speranze di ricevere il
denaro dalla Rm Service (l’ultima delle cooperative subentrate) e
rifiutandosi di passare alla nuova cooperativa (l’Hdl) che nel
frattempo è entrata in Mondadori e nella sede di Villafontana, le
operaie si sono rivolte direttamente al committente, Roberto Andreetto.
Che ha commentato: «Siamo già intervenuti a gennaio, versando un
acconto e garantendo la continuità di lavoro. La situazione economica
generale è grave. Per il resto, non chiedetemi di fermare il mondo: ci
sono miei concorrenti che lavorano con tre dipendenti e 500 lavoratori
in appalto. Io alle mie dirette dipendenze ne ho ben cento e
altrettanti di indotto». I mille euro, che oggi le operaie andranno a
incassare in banca, consentiranno alle famiglie, ormai alle corde, ti
tirare un po’ il respiro: pagare una rata del mutuo, saldare prestiti,
pagare qualche bolletta.