Verona – Control Breakers in azione

 control breakers Writing Metropolitani Ribelli

Giovedì 8 novembre, in Veronetta, è stato colorato uno dei luoghi simbolo della precarietà.Il quartiere che per primo a Verona, ha sperimentato le
politiche legalitarie di repressione e controllo della giunta di
centro-sinistra prima e del sindaco-sceriffo leghista ora, si è ripreso
un piccolo pezzo di città. Una cinquantina di attivisti hanno
accompagnato con musica ed interventi l’opera di un writer che ha
sottratto un muro al grigio della legalità. Proprio il muro che aveva
assistito al sequestro ed allo sgombero violento del residence Embassy,
dove un anno fa una decina di famiglie, che pagavano regolari ed
esorbitanti affitti, erano state sbattute in mezzo ad una strada per
assicurare "il rispetto delle norme di sicurezza", che i proprietari
colpevolmente non garantivano.

L’azione simbolica ha voluto affermare, alla vigilia
dello sciopero generalizzato del 9 novembre, che la retorica della
legalità generà solo precarietà.

Il tentativo continuo di richiamare l’attenzione
pubblica al tema della sicurezza non fa altro che distrarre dal vero
problema che migliaia di lavoratori, famiglie, studenti, migranti,
pensionati vivono anche a Verona: la precarietà. Le espulsioni dei
cittadini migranti, la chiusura dei call center, gli sfratti, lo
smantellamento dei campi Rom, l’installazione di telecamere su autobus,
scuole, piazze puntano ad isolare e intimidire il conflitto sociale, a
precarizzare le esistenze, a creare insicurezza, a favorire tendenze
populiste, razziste e xenofobe, a limitare le libertà politiche per la
difesa dei diritti di cittadinanza.

La Finanziaria costituisce ancora una volta lo
strumento per imporre queste politiche antisociali con l’ennesimo
regalo a imprese e speculatori finanziari, con la riduzione dei diritti
dei lavoratori nel pubblico impiego, con il taglio di servizi
essenziali e la costituzione di risorse inadeguate per la casa.

Verso lo sciopero generalizzato reclamiamo diritti sicuri!

p2p guide – Bit torrent

Che cos’è BitTorrent?
BitTorrent è un sistema p2p che distribuisce files tra diversi nodi (peers) che sono li a scaricare. Quando scarichi un file con il sistema di BitTorrent contemporaneamente invii quello che hai già scaricato agli altri utenti. BitTorrent fa in modo che persone interessate allo stesso file si aiutino vicendevolmente a scaricarlo.

Di cosa ho bisogno per usare BitTorrent
Devi scaricare uno dei client Bit Torrent. Questi client sono molto semplici da utilizzare. In particolare consigliamo di utilizzare Bittornado perché rispetto alla versione ufficiale permette di regolare vari parametri risultando in tal modo più comodo. Ci sono poi client più ricchi di funzioni ma ugualmente semplici come: Azureus, ABC , Bitspirit. Il consiglio è di provare diversi client per scegliere alla fine quello che più ti piace.
Scelto il client, installalo. Il tuo client BitTorrent si assocerà automaticamente ai file .torrent e si avvierà automaticamente per scaricarli ogni volta che ne aprirai uno o lo scaricherai dal Web.

Il prossimo passo quindi è quello di trovare i file .torrent
Questi file possono essere scaricati dai tanti siti sul Web dedicati a BitTorrent.

Come posso ripristinare un download?
Apri nuovamente il file .torrent (cliccando due volte sul file .torrent sull’hard disk oppure cliccando nuovamente sul link del sito web da dove hai originariamente cominciato il download). Indirizza il download nella stessa cartella contenente parte del file scaricato. BitTorrent farà il resto.

Come posso essere sicuro che il download non sia corrotto?
BitTorrent analizza le parti scaricate usando l’hashing. Quando il download è completo ne sarà già stata analizzata l’integrità.

Perché dalle sue dimensioni il file sembra completo ma il client dice che non lo è?
Il file non è completo finché la barra di progresso non ha raggiunto il 100%. BitTorrent tuttavia scrive un file che presenta già le dimensioni del file completo ma è stato riempito unicamente dal valore 0. Questo per riservare fin dall’inizio lo spazio per il download e non avere brutte sorprese del tipo ‘spazio su disco esaurito’.

Messaggio di errore "problemi di connessioni al tracker ("problem connecting to tracker") cosa posso fare?
Il Tracker per il file che stai cercando di scaricare è probabilmente offline. Cerca di scaricare più tardi il file. Questo messaggio può indicare anche che la tua connessione internet è down o non consente connessioni in uscita al client BitTorrent (potrebbe esserci ad esempio un firewall a bloccare questo).

BitTorrent produce uno schermo blu di errore (DSOD), cosa potrei fare?
Se hai un modem DSL, soprattutto un Alcatel, dovresti aggiornare i driver.
Se hai  una scheda di rete Linksys, potresti provare ad aggiornare i driver della scheda rete.

Quando clicco su un link BitTorrent ricevo un errore che dice ‘Impossibile trovare il file’. Cosa faccio?
Questo è un Bug di Internet Explorer che impedisce a BiTorrent di funzionare bene. Per aggirare il problema fai click col destro del mouse sul link e salva il file .torrent sul disco… quindi fai doppio click sul file.

BitTorrent contiene spyware o adware?
No, BitTorrent non contiene ne Spyware ne Adware, possiamo scaricarlo ed installarlo tranquillamente. Questo non vuol dire che non potrebbe uscire un client bitTorrent con spyware ma il client ufficiale e quelli che segnaliamo sono sicuri.

spezza il controllo, ferma la precarietà

Sciopero genearelizzato e manifestazione studentesca 

VENERDÌ 9 NOVEMBRE TUTTI IN MANIFESTAZIONE A VENEZIA

RITROVO: ORE 8.45 STAZIONE PORTA NUOVA

SCIOPERO GENERALE Il 9 Novembre i sindacati di base
hanno indetto lo sciopero generale contro l’accordo sul Welfare del 23
Luglio che mantiene la legge Biagi e il lavoro precario. Precari sono i
diritti di studenti, migranti, giovani, che vengono colpiti dalle
politiche liberiste, di guerra, di controllo sociale e di distruzione
ambientale.

MANIFESTAZIONE STUDENTESCA Noi studenti non possiamo
rimanere a guardare: siamo i lavoratori precari di domani e già ora
sperimentiamo la precarietà nel caro libri e trasporti, nel tentativo
della Moratti prima e di Fioroni poi di trasformare le scuole in
aziende. Ci impongono stage (lavoro non pagato e spesso inutile), il
numero chiuso di molte facoltà che non garantisce il libero accesso
allo studio, il costo dela cultura e la privatizzazione dei saperi.
Subiamo nelle scuole e nelle città le politichè di controllo e
repressione dei sindaci sceriffi come Tosi e del governo che colpiscono
con i pacchetti sicurezza i diritti di cittadinanza e le libertà di
movimento e di espressione… Ci vogliono allineati e omologati pronti
a ricevere un istruzione solo in funzione di un lavoro (precario e mal
pagato), togliendoci la libertà e la gioia di creare, di autogestirci e
auto-organizzarci nella scuola come nella vita, con proposte e
contenuti che partano dalle nostre necessità.

Mobilitiamoci a Venezia per dare una risposta forte alle politiche di controllo, repressione e precarietà.

SPEZZA IL CONTROLLO FERMA LA PRECARIETÀ!!!!!!! collettivo studentesco vr

Tornare a Genova

tornare a ge

Al ritmo di due udienze la settimana è giunta alla conclusione la requisitoria dei Pubblici Ministeri Canepa e Canciani nel dibattimento che vede imputati 25 tra le centinaia di migliaia di manifestanti che si opposero alla illegittimità del G8 2001 a Genova.

Le richieste di condanna per i reati di devastazione e saccheggio, che comportano una pena base di otto anni, sono andate oltre ogni più nefasta previsione: un cumulo di 225 anni di reclusione, da un minimo di 6 a un massimo di 16.
A novembre toccherà alle arringhe difensive e quindi la sentenza, verosimilmente entro la fine dell’anno. Ma la gravità inaudita delle pretese dell’accusa richiede una risposta immediata.

Tornare a Genova si rende necessario. Se il processo per l’omicidio di Carlo Giuliani si è concluso con un’archiviazione e se i vari procedimenti relativi alle violenze poliziesche marciano serenamente verso la prescrizione è invece in questo tribunale che si gioca la verità storica su quelle giornate e su una stagione di conflitto sociale che lì ha le proprie radici e che è ancora lontana dall’esaurirsi. Dopo mesi di sonnolenta disamina del materiale accusatorio e di apparente equidistanza è infatti solo nelle ultime settimane che l’accusa ha svelato il proprio disegno di falsificazione, introducendo il tema della premeditazione: quella manciata di manifestanti, e nello specifico lo spezzone della disobbedienza, sono venuti a Genova a cercare lo scontro. Semplice.
Noi – quelli che c’erano e quelli che non c’erano – sappiamo che non è così.
Sappiamo che l’annunciata violazione della zona rossa si faceva forte solo di strumenti difensivi. Sappiamo che è stato necessario utilizzarli tutti e inventarsene altri sul campo per difendersi dalla violenza omicida di quattro corpi di polizia impegnati in pratiche di guerra interna: è in ragione di questa determinazione a proteggere se stessi e gli altri che un solo cadavere è stato lasciato sull’asfalto. In questa pratica si è formalizzato un diritto di resistenza che abbiamo riconosciuto come paradigma in altre lotte dell’occidente. In questa pratica si è sedimentato e continua a sedimentarsi consenso.

È contro questo consenso che si sta esercitando oggi l’azione penale. A Genova come a Cosenza, a Roma, Bologna e in tutti gli altri luoghi dove conflitto significa dinamica attiva di messa in gioco dei propri corpi. Ciò che è accaduto all’incrocio tra Via Tolemaide e Corso Torino lo sappiamo, lo abbiamo vissuto e ce lo hanno mostrato, da subito, immagini di ogni provenienza. Abbiamo sentito le registrazioni radio delle direttive dell’ordine pubblico e continuiamo da anni a chiedere che venga fatta luce sulla composizione della catena di comando per sapere a quale anello obbediva il battaglione dei carabinieri Tuscania mentre aggrediva a freddo il nostro spezzone, visto che è certificato che non obbediva alla centrale operativa.
Continueremo a farlo anche se non sarà questo processo a dircelo. Ciò non di meno questo processo ci riguarda tutti. Perché la riscrittura dei fatti e delle ragioni proposta dall’accusa non è accettabile e non si rivolge solo agli imputati. Perché l’incredibile pretesa di più di due secoli di carcerazione poggia su reati che, dopo Genova, sono stati sistematicamente contestati in numerosissime occasioni di conflitto, con particolare riferimento alle azioni contro i CPT. È un messaggio lanciato a tutte le aggregazioni in lotta, da chi ferma treni in Val di Susa a chi blocca discariche in Campania, passando per aeroporti di guerra in Veneto e lager per migranti da Gradisca a Lampedusa.
Tornare a Genova, in tanti, per quella fase cruciale del dibattimento che sarà l’elaborazione della sentenza. Come strumento di tutela del destino processuale di chi ha dato concretezza a un sentire collettivo, della definizione della verità storica prima che processuale, del patrimonio di determinazione che le sue strade e le sue piazze hanno consegnato al nostro futuro.

Liberitutti.

Aderisci all’appello: Noi, quelli di Via Tolemaide

Links su GP
24.10.07 – Genova, conferenza stampa dei primi firmatari dell’appello "Noi, quelli di Via Tolemaide". Torniamo a Genova il 17 novembre!
23.10.07 – Processo ai 25I Pm chiedono 225 anni per gli imputati. Con link ad audio e trascrizione sentenza.
20.10.07 – Il 23 ottobre si conclude la requisitoria dei PM. Intervista audio all’Avvocato Aurora D’Agostino
10.10.07 – Requisitoria della procura di Genova: un attacco alla memoria collettiva. Intervista audio a Emanuele Tambuscio, avvocato del Genoa Legal Forum
Stop War on Graffiti! Dopo Dax, Carlo? Fermiamoli!
20.07.07 – Genova per noi è una partita ancora aperta | Genova per noi… | G8 Genova ’01, la storia è nostra è qui e ora

Materiali Video su Copyriot Community
Blu Notte – Genova 2001, G8. Puntata del 9 settembre 2007
OP – L’ordine pubblico a Genova 2001.

Links sui processi in corso
www.processig8.org
www.supportolegale.org

Verso il 9 novembre

Giovedì 25 Ottobre ore 21.00 – Cso Pedro, per costruire insieme la giornata di sciopero generalizzato del 9 novembre

Dopo avere assistito allo
scontato esito della consultazione-truffa indetta dai sindacati
confederali per legittimare una intesa con la quale si sono premiati
gli industriali e nulla è stato fatto contro la precarietà, è
necessario ripartire dal basso, dai bisogni di milioni di precari per
rimettere in moto percorsi di lotta a partire dai territori.

Con l’accordo sul welfare si è aumentata l’età
pensionabile e con la revisione dei coefficienti, le pensioni saranno
sempre più da fame; sulla legge 30 verrà abrogato solo il lavoro a
chiamata e rimane inalterato l’intero impianto dei contratti a termine
e della somministrazione di lavoro; con il part-time verrà data ancora
più libertà alle aziende di cambiare a piacimento il turno e verranno
utilizzati i co.co.pro, con un aumento della contribuzione, per
finanziare la riforma dello scalone; inoltre, con lo sgravio della
tassazione sugli straordinari si incentiva ancora di più l’uso di
questo strumento.

Tutto questo si coniuga nei territori con politiche di
devastazione ambientale, di esclusione sociale e di militarizzazione
della società. Sia a livello governativo nazionale, sia a livello
locale, è sempre più difficile distinguere la colorazione delle
coalizioni che governano le nostre città. Ma a fronte di tale
situazione, molte realtà sociali stanno cercando di opporsi a queste
politiche: a partire dalle migliaia di comitati, sorti un po’ ovunque,
dal nord al sud, dall’est all’ovest, si stanno delineando importanti
movimenti, non solo di resistenza contro le scelte criminali di questo
Governo – vedi solo la lotta contro il progetto TAV o contro la
costruzione dell’aeroporto Dal Molin – ma anche che rivendicano una
nuova progettualità di vita per tutti.

A partire dal variegato mondo che ha dato vita
all’assemblea di Roma del 7 ottobre e al Patto contro la Precarietà, si
tratta di declinare, a livello regionale la proposta di costruire la
giornata del 9 novembre. Giornata che vuole essere di sciopero per i
lavoratori e per gli studenti, ma che deve cercare anche di interagire
con le problematiche del vivere sociale, per costruire in Veneto
un’esperienza concreta di sciopero generalizzato che veda la
mobilitazione di tanti mondi di soggetti diversi, riunificati nella
battaglia contro la precarietà, che non è riducibile semplicemente ad
un dato lavorativo o di reddito.

Su questi presupposti, come Cso Pedro
facciamo appello a tutte le realtà del Veneto di partecipare
all’assemblea del 25 ottobre ore 21 al Cso Pedro via Ticino 5 a Padova
nella quale decideremo le modalità di costruzione della giornata del 9
novembre.

Cso Pedro

Categorie e soggetti della produzione metropolitana

seminario

Il mondo che abbiamo davanti ci obbliga a pensarlo sotto la specie dell’attualità. Esso ci resta indecifrabile, se lo osserviamo con concetti e categorie che appartengono ormai al passato e ci appare come suscettibile di decifrazione solo se i processi che lo installano vengono analizzati nella modalità temporale del futuro anteriore.

Come segni, cioè, di un qualcosa che viene secondo la forma di una necessità anticipata nel sistema di trasformazioni che lo annuncia e che lo tiene in tensione.

Lavoro precario, cognitariato e migrazioni rappresentano il luogo di incrocio e di scontro tra nuove forme della produzione cooperativa di valore e istanze di controllo e dello sfruttamento;  terreno conteso tra libertà e oppressione, tra rivendicazione di mobilità e posa in opera di nuovi strumenti di imbrigliamento.

Il seminario si propone di ragionare su alcune delle più significative trasformazioni sociali indotte e/o prodotte dalla globalizzazione coniugando indagine storico-genealogica sui concetti e sulle categorie che ne subiscono la messa alla prova e analisi dei processi di soggettivazione delle nuove figure del lavoro vivo che ne sono, contemporaneamente, le vittime ed i protagonisti.

I relatori che sono stati invitati ad introdurre le singole sessioni del seminario sono docenti e ricercatori universitari, figure di spicco della riflessione critica su questi temi.

Andrea Fumagalli è Professore di Economia politica presso l’Università di Pavia.
(tra i suoi libri relativi al tema: Il lavoro autonomo di seconda generazione (con S. Bologna), Feltrinelli, 1997; Lavoro. Vecchio e nuovo sfruttamento, 2006).

14 dicembre 2006 ore 18.00
il lavoro/il precario
introduce Andrea Fumagalli

17 gennaio 2007 ore 18.00
la formazione/l’universitario
introduce Gigi Roggero

1 febbraio 2007 ore 18.00
la cittadinanza/il migrante
introduce Sandro Mezzadra

Gigi Roggero, è dottorando presso l’Università della Calabria e libero co-ricercatore.
(tra i suoi libri relativi al tema:Intelligenze fuggitive, manifestolibri, 2005).

Sandro Mezzadra è Professore di Storia delle dottrine Politiche presso l’Università di Bologna.
(tra i suoi libri relativi al tema: Diritto di fuga. Migrazioni, cittadinanza, globalizzazione, ombre corte 20062 ; La cittadinanza, 2004).

Sandro Chignola è Professore di Filosofia politica presso l’Università di Padova.
(tra i suoi libri relativi al tema: Governare la vita, ombre corte, 2006; Fragile cristallo. Per la storia del concetto di società, 2004).

Verona 25/11/05. Contestato il JOB&Orienta

Guarda il video della contestazione al JOB&Orienta – 25 novembre 2005

http://www.youtube.com/watch?v=-iYgEkl-0Vs

Manifestazione contro Job&Orienta a Verona. Cariche della polizia.

Nella mattina del 25 novembre il corteo di circa 500 studenti
universitari e medi superiori di Verona, Padova, Venezia, Vicenza,
Torino, Milano e delle realtà di movimento veronesi (Chimica, Pink,
Giovani Comunisti, Equilibrio Precario) si è mosso dalla stazione di
Porta Nuova in direzione di Job&Orienta per entrare e manifestare
il proprio dissenso a quella che consideriamo essere una vetrina della
precarietà del lavoro, dell’aziendalizzazione della scuola e
dell’asservimento dei saperi proprio nel punto di collegamento tra la
formazione e l’orientamento lavorativo.
Un corteo vivace e determinato che ha ribadito la propria alterità al
corteo dei sindacati confederali, per l’incompatibilità ad una politica
concertativa che ha favorito il processo di precarizzazione del lavoro
e della vita stessa.
Il corteo è arrivato all’ingresso della fiera dove un cordone di polizia sbarrava l’entrata.
L’obiettivo già abbondantemente dichiarato in settimana era quello di
entrare (con i carrelli della spesa a simboleggiare il nostro essere
studenti e non clienti) per praticare azioni simboliche di
comunicazione e contestazione in punti ritenuti particolarmente
significativi: un cervello di cartone presso lo stand del Ministero
dell’Istruzione, un manichino flessibile davanti al padiglione dei
sindacati e del Ministero del Lavoro, una serie di fotografie
riguardanti l’attacco con armi chimiche (fosforo bianco) presso lo
scandaloso stand dell’esercito italiano.
Pensavamo di doverci
trovare nella spiacevole condizione di trattare l’accesso di una
delegazione in fiera, pur avendo il diritto di entrarci tutti/e
liberamente, dato che l’ingresso è libero.
Abbiamo invece
assistito all’ennesima azione repressiva delle forze dell’ordine che ci
hanno impedito di entrare caricando e picchiando selvaggiamente
chiunque si trovasse alla portata dei loro manganelli (spesso usati
alla "genovese", impugnati al contrario).
Davanti agli sguardi
attoniti delle persone che si recavano alla fiera (per lo più
scolaresche e docenti) molti sono stati i ragazzi e le ragazze (alcuni
giovanissimi studenti) che hanno riportato ferite e contusioni causate
dalla violenza gratuita e vigliacca dei poliziotti.
Tuttavia il
corteo non si è fatto intimidire ed ha continuato l’assedio di fronte
al Job&Orienta occupando viale del lavoro (oggi diventato "viale
del lavoro precario") e bloccando il traffico per circa mezz’ora.
Quanto avvenuto non è un caso, bensì il segnale di una volontà
preordinata che intende reprimere ed emarginare il movimento (tanto i
coordinamenti universitari e studenteschi quanto le realtà
antagoniste), anche a causa dell’inevitabile autonomia e alterità da
certa sinistra istituzionale e sindacale.
Oggi abbiamo
manifestato ancora una volta il nostro rifiuto totale (senza se e senza
ma) alla precarietà, abbiamo rivendicato il diritto all’accesso dal
basso ai saperi liberi critici e plurali, abbiamo espresso
l’intelligenza e la radicalità di una giornata di conflitto creativo,
propositivo e non meramente rituale come lo sciopero a singhiozzo
offerto dai sindacati.
Job&Orienta è stata concretamente "disorientata" da tutti/e i soggetti diversi che hanno dato vita alla mobilitazione.
Il divieto di accedere alla fiera, la negazione del diritto alla
contestazione dimostrano la forza delle nostre idee e la fragilità
della loro vetrina.
Quanto è successo oggi a Verona e nelle altre
città in movimento è una conferma della consapevolezza che il nostro
tempo è qui e comincia adesso!

Collettivo studentesco universitario per la conquista delle galassie
Collettivo studenti medi
C.s.o.a. la Chimica
Circolo Pink
Equilibrio Precario

 

Contestazione al JOB&Orienta? 

Nel percorso di costruzione e preparazione della manifestazione del 25 novembre 2005 a Verona di contestazione del JOB&Orienta promossa dal collettivo studentesco universitario e dal collettivo studenti medi della città scaligera in occasione dello sciopero generale contro la finanziaria, domenica 20 novembre si è tenuta presso il C.S.O.A. La Chimica di Verona una partecipata ed intensa assemblea tra le realtà studentesche e di movimento di Torino, Bologna, Padova, Vicenza, Venezia e Verona.

I collettivi studenteschi di Verona, innanzitutto, ringraziano tutti i partecipanti per aver dedicato una domenica alla preparazione dell’evento del 25 novembre, segno di maturità e senso di responsabilità del movimento degli studenti universitari e delle scuole superiori d’Italia.
A tutti coloro che fossero motivati a partecipare o aderire alla manifestazione rendiamo note le conclusioni politiche di tale assemblea che integrano e chiarificano l’appello della manifestazione da noi precedentemente diffuso, manifestazione che, con questo passaggio, diventa un appuntamento condiviso da realtà studentesche di diverse città e una tappa fondamentale del percorso del movimento.

Collettivo studentesco disorientato per la conquista delle galassie – Verona

Disorientiamo il JOB&Orienta e conquistiamo le galassie
Manifesto/Appello per la manifestazione nazionale del 25 novembre a Verona

Partenza dalla stazione di Porta Nuova – ore 9.30

1. Consideriamo il 25 novembre come una tappa del cammino del movimento universitario e delle scuole medie superiori cominciato con le prime occupazioni di scuole ed università da parte di soggetti studenteschi autorganizzati e che ha visto nella manifestazione del 25 ottobre a Roma un momento importante di protesta e lotta contro le riforme Zecchino, Berlinguer e Moratti, responsabili di un processo di dequalificazione, privatizzazione e precarizzazione dell’istruzione pubblica. Contro una politica che impone alla scuola un rigido classismo, che degrada le migliori tradizioni culturali, che programma l’ignoranza storica e la cancellazione della memoria, oltre 150.00 fra studenti, professori, ricercatori, ecc. sono arrivati davanti al Parlamento (mentre all’interno del palazzo si votava il DDL Moratti) per rivendicare il loro diritto a studiare con lentezza, ad un lavoro sicuro, a sviluppare un sapere critico, a partecipare alle decisioni che riguardano il loro presente ed il loro futuro. Siamo convinti che la cultura non possa essere ostaggio di brevetti, copyright, aziende o interessi privati. Altri due momenti hanno caratterizzato il cammino del movimento studentesco: l’assemblea nazionale studentesca del 6 novembre a Roma nella quale è stato elaborato l’importante ‘Manifesto per l’autoriforma dell’università’ e il 17 novembre, giornata mondiale degli studenti, costruendo situazioni di lotta e momenti di conflitto in quasi tutte le città italiane. Tutto questo cammino è stato fatto senza alcuna ‘sponsorizzazione’ da parte di partiti politici o sindacati confederali, ma è frutto dell’albero dell’autorganizzazione.

2. Il 25 novembre è per noi una giornata di lotta anche contro la finanziaria dell’attuale governo di centro-destra che riduce ulteriormente i finanziamenti pubblici alle scuole ed alle università statali e contro una politica che vuole far passare parole quali flessibilità e dinamismo come possibilità di un futuro migliore, mobile e qualificato per tutti ma che in realtà precarizza drammaticamente il mondo del lavoro, dell’istruzione e la vita stessa. Convinti di questo contesteremo il Job&Orienta, evento fieristico dallo slogan ‘Giovani: speranze, responsabilità, sfide’.
Le università, il terzo settore, l’esercito, cooperative e agenzie interinali, attraverso modelli come stage, tirocini offrono le loro proposte ai giovani pieni di speranza, senso di responsabilità, aperti a nuove sfide.
Noi, studentesse e studenti, in quanto giovani, quindi preoccupati per il nostro futuro, coltivatori della speranza di poter vivere e studiare in un mondo meno precario e frenetico, con un senso di responsabilità nei confronti di coloro che soffrono a causa di questo sistema, accettiamo la sfida per costruire dal basso e collettivamente un’altra società. Siamo studenti non siamo clienti.

3. Il 25 Novembre è per noi l’occasione per una grande mobilitazione di lotta autorganizzata da parte del movimento studentesco e di tutti i soggetti sociali che si riconoscono come incompatibili con le logiche di potere praticate da partiti politici sia del centro-destra che del centro-sinistra e con le politiche concertative dei sindacati confederali. Diritto allo studio e diritto ad un reddito garantito per tutte/i per noi vuol dire opporsi ad una politica di emarginazione e precarizzazione sociale.
Nelle scelte politiche e nelle pratiche attuate dai sindacati confederali non ci riconosciamo e per questo la manifestazione seguirà un percorso alternativo che simbolicamente rappresenta la nostra distanza e radicale diversità dalla logica consociavistica.
La scelta di costruire un corteo alternativo a quello dei confederali e di contestare il JOB&Orienta in quanto simbolo dell’esistente che rifiutiamo rappresenta la nostra alterità rispetto alle scelte di coloro che si sono resi complici dei governi di centro-sinistra fautori di leggi come il pacchetto Treu, delle riforme Zecchino e Berlinguer, responsabili di aver aperto la strada alle successive leggi 30 e riforma Moratti del centro-destra, entrambi subalterni al neoliberismo perché incapaci di un progetto alternativo di società.

Facciamo del 25 novembre una grande mobilitazione studentesca e del precariato sociale, costruiamo un corteo colorato, creativo ed intelligente capace di strappare il velo dell’ipocrisia e dimostrare le false promesse e gli interessi economici che si nascondono dietro la vetrina del JOB&Orienta.

Il percorso del movimento studentesco proseguirà anche dopo la manifestazione del 25 e saremo il 26 ed il 27 novembre a Torino al fianco di coloro che da anni lottano contro la TAV e il 3 dicembre a Roma in occasione della manifestazione nazionale dei migranti contro i Centri di Detenzione Temporanea (CPT), la Bossi-Fini/Turco-Napolitano e per i diritti di cittadinanza.

Tale percorso dimostra come i luoghi ed i soggetti che elaborano ed incarnano la cultura sono ridiventati elemento critico nei confronti di un pensiero unico devastante e mortifero che vuole privarci della parola, della dignità, della memoria e della visione di un altro mondo.

Un altro mondo è possibile
Il nostro tempo è qui e continua adesso

Assemblea degli studenti medi ed universitari del nord Italia