Verona – Domenica 11 gennaio 2009: manifestazione per Gaza e la Palestina
Testo del volantino di lancio della Manifestazione dell’11 gennaio 2009 a Verona:
Stop al massacro di Palestinesi
MANIFESTAZIONE 11 GENNAIO 2009
Concentramento alle ore 14,00 stazione P.ta Nuova
Un inferno di orrore, di morte, di distruzione si sta abbattendo in queste ore sulla Striscia di Gaza che è stata trasformata in una trappola mortale dai bombardamenti israeliani che hanno già fatto centinaia di morti e migliaia di feriti,
"Martiri: 570 di cui 39% martiri donne e bambini
Feriti: 2. 560di cui 40% feriti donne e bambini"
Crediamo che non sia questa la strada che porterà Israele a vivere in pace e sicurezza. Questa e’ solo un’ulteriore sconfitta dei diritti umani. Gli ospedali sono al collasso senza medicinali e kit di primo soccorso, le ambulanze vengono colpite dalle bombe israeliane, sono stati assassinati in questi giorni 5 medici. L’esercito israeliano avanza via terra supportato dagli F16 e dalla marina militare. Sul territorio di stanno mettendo in atto veri i propri rastrellamenti, ricerca casa per casa di resistenti, famigliari di resistenti. Ma chi sono i resistenti: è tutta la popolazione di Gaza, che non ha abbandonato le case, che si fa massacrare dalle bombe pur di resistere sulla propria terra.
I Governi Europei hanno sostenuto la posizione israelo-americana che vuole Hamas movimento terroristico, ma non si sono impegnati nel dichiarare Israele stato occupante, stato della negazione dei diritti umani, stato che ammazza civili con armi chimico-batteriologice: silenzio in nome del rispetto dell’Olocausto che vede i perseguitati di ieri, persecutori oggi. Così la popolazione di Gaza viene sterminata più volte: dalle bombe di Israele, dalla politica europea di sudditanza agli USA e a Israele e dalle ignobili bugie alimentate dai mass media.
BASTA CON IL SILENZIO – BASTA CON LE BUGIE DELL’INFORMAZIONE
STOP ALL’ATTACCO MILITARE ALLA STRISCIA DI GAZA.
FINE DELL’OCCUPAZIONE ISRAELIANA.
AVVIO IMMEDIATO DI UNA CONFERENZA INTERNAZIONALE DI PACE PER IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO DI PALESTINA.
Comitato STOP ALLA GUERRA IN PALESTINA
Sabato 10 gennaio 09: Vialone Nano live al metropolis
Verona – Ancora in 300 in Piazza Bra’ contro l’aggressione a Gaza
Fonte: L’Arena – 10 gennaio 2009
In una delle foto una bimba di pochi mesi sembra dormire. Invece è ritratta inerme sul suo letto di morte. Sotto l’immagine una scritta: «È questa la giustizia?». Ce n’erano a decine di scatti come questo, ieri, in piazza Bra, portati dagli oltre 250 manifestanti che si sono riuniti per denunciare «il genocidio che Israele sta perpetrando in queste settimane sul popolo palestinese, sotto l’indifferenza del mondo intero». La comunità islamica veronese, insieme al Comitato contro la guerra in Palestina, ha organizzato il presidio per esprimere solidarietà al popolo palestinese, stretto d’assedio dall’esercito israeliano. Quella di ieri, in tutta Italia e nel mondo, infatti, è stata la Giornata della rabbia. «Un richiamo voluto dall’Unione dei sapienti islamici per sensibilizzare quante più persone possibile sulle atrocità che stanno compiendo ai nostri fratelli nella striscia di Gaza», ha spiegato Mohamed Guerfi, portavoce del consiglio islamico veronese. «Questa è la giornata della collera degli arabi. Ma la vostra rabbia è anche la mia e quella di molti altri italiani», è intervenuto Roberto Malesani, dirigente del Coordinamento migranti. «Onu dove sei? Dove sono i diritti umani?», hanno ripetuto a più riprese i manifestanti. Dure sono state le critiche che il gruppo ha elevato al «silenzio istituzionale che sta accompagnando questa tragedia». «Siamo contenti di appartenere allo stato italiano, ma è gravissimo il fatto che sia indifferente di fronte a tutto questo e che addirittura cerchi di giustificare ciò che Israele sta facendo a Gaza», ha denunciato Guerfi. La comunità islamica è partita ieri pomeriggio alle due dalla moschea di lungadige Galtarossa per arrivare in corteo fino in Bra e riunirsi vicino ai giardini, di fronte alla Gran Guardia. Dopo gli interventi dei rappresentanti della comunità, del Comitato e del Coordinamento migranti, i partecipanti si sono riuniti in preghiera rivolgendosi alla Mecca e hanno poi proseguito il volantinaggio e il presidio della piazza fino a sera. A concludere la giornata è stata la fiaccolata, dalle 18 alle 19, sempre in piazza Bra, cui hanno partecipato una cinquantina di persone, compreso qualche veronese. «La luce vuole testimoniare la nostra solidarietà. E per dare la possibilità a chi per motivi di lavoro non ha potuto partecipare all’iniziativa durante il primo pomeriggio, di esprimere comunque la propria partecipazione», ha aggiunto Guerfi. Oltre che dal punto di vista simbolico, la comunità islamica è intenzionata a sostenere «i nostri fratelli palestinesi» anche attivamente. Ieri pomeriggio è stato infatti distribuito in piazza un bollettino postale e l’invito a donare una giornata del proprio stipendio alla causa. «Soldi che si trasformeranno in medicinali e viveri per i bimbi palestinesi», ha spiegato Guerfi. «Questa associazione ha sede a Genova e sappiamo che i proventi raccolti andranno a buon fine, spesi direttamente per chi ne ha più bisogno». La comunità islamica e i rappresentanti del Comitato hanno organizzato un presidio in piazza Bra anche oggi dalle 15 alle 19; domani un corteo partirà alle 14 dalla stazione per raggiungere piazza Bra.
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Verona – “Ho chiesto di smetterla con i cori razzisti e loro sono impazziti”
Fonte: L’Arena – 9 gennaio 2009
LA VITTIMA. Francesca Ambrosi, 30 anni, racconta
quanto accaduto in via Alighieri sabato notte mentre festeggiava il
compleanno di un amico. La ragazza, colpita con un posacenere: «Prima i
cori nazisti, poi il pestaggio. Erano furie umane»
Verona. «Continuo a pensare che mi è andata bene perchè i miei
aggressori hanno usato le stesse dinamiche già utilizzate per
l’omicidio di Nicola Tommasoli».
La veronese Francesca Ambrosi, 30
anni, a cinque giorni dall’aggressione non si è fatta certo prendere
dalla disperazione o, peggio ancora, dal panico. Quel colpo in faccia
ricevuto da uno degli aggressori sabato notte con tanto di posacenere
non ha spento la sua voglia di capire cosa le è successo. Continua a
riflettere su quella violenza subita, lei insieme agli amici presenti
sabato sera e forte della sua laurea in filosofia e di tanti impegni e
lavori nel sociale, sempre precari, cerca una via d’uscita a quel
dolore a quella paura capitatele la notte di domenica in via Alighieri
a due passi da piazza Viviani, vicino al Caffè Posta. Non si arrende a
quel colpo, non vuole soggiacere a quelle logiche di violenza con una
semplice alzata di spalle. Ne parla, rivela la sua ansia, spiega le sue
sensazioni e non offende mai i suoi aggressori. Chiede solo giustizia.
La più rapida possibile. E ripercorre le tappe del suo calvario senza
tentennamenti. Lo vuole fare perchè non vuole che succeda mai più un
fatto del genere a Verona, la sua città.
Allora, Francesca, come è iniziato l’aggressione sabato notte?
«Ci
trovavamo nel bar di piazza Viviani. Ci eravamo recati in quel locale
per festeggiare il compleanno di una nostra amica quando sono arrivati
loro…»
Si riferisce ai tifosi dell’Hellas?
«I fan della curva? Questo lo dice lei non certo io. O almeno io quella quindicina di giovani non li ho riconosciuti come tali».
Si parla di cori da stadio?
«È vero hanno iniziato a cantare slogan ma non erano cori da stadio».
E cosa cantavano allora?
«Cori razzisti e nazisti e, addirittura, canzoni che inneggiavano alla violenza sulle donne».
E la tua compagnia?
«Siamo stati zitti in un primo momento e siamo usciti dal bar mentre la nostra amica stava pagando il conto della serata».
E fuori dal bar cos’è successo?
«Sono usciti anche loro e hanno continuato a cantare quegli slogani indecenti e intollerabili, facendo anche il saluto nazista».
Avete reagito?
«Non ho reagito. Mi sono rivolto a loro insieme a un’amica e gli ho solo detto di smetterla di cantare».
Solo questo?
«Ho notato che erano solo uomini e allora ho aggiunto che ci doveva pur essere una ragione se erano tutti maschi».
Una provocazione, insomma?
«Macchè
non volevo provocarli. Assolutamente. Ho solo fatto questa osservazione
per farli capire che erano solo una compagnia di uomini perchè avevano
certi atteggiamenti».
E loro hanno reagito?
«Sì con una frase
volgare che, però, non voglio riferire. Poi sono tornata nel mio gruppo
e un mio amico ha fatto un commento negativo ma non era nè offensivo nè
volgare».
Ma è stato sufficiente per far scoppiare il putiferio?
«Esattamente. Uno degli aggressori ha dato dello stronzo al mio amico».
E lui?
«Ha
detto solo che non aveva capito la prima lettera di quella parolaccia e
tanto è bastato perchè in una quindicina iniziassero a pestarlo come
delle furie umane».
Ha avuto paura?
«Ho reagito e ho solo detto che come al solito erano in dieci contro uno».
E uno di loro si è staccato dal gruppo…
«Sì, ha impugnato un posacenere e mi ha colpito all’occhio sinistro, facendomi cadere per terra».
Saprebbe riconoscerlo?
«Mi scusi, ma ci sono indagini in corso. Non posso risponderle».
E i suoi amici, l’hanno soccorsa?
«Non subito, ho iniziato ad urlare ma di me si sono accorti dopo alcuni attimi che non so quantificare..».
E il gruppo degli aggressori?
«Alcuni
sono scappati a piede altri, invece, hanno camminato appena hanno visto
arrivare una camionetta dei militari. E questo atteggiamento mi ha
fatto pensare».
Perchè?
«Mi sembrava un atteggiamento studiato di gente che sapeva come comportarsi in certi momenti così delicati».
E i militari hanno fatto qualcosa?
«No, non sono intervenuti solo quando è arrivata la polizia hanno iniziato a cercare gli aggressori».
Adesso come sta?
«Oggi la dottoressa mi ha detto che non perdo la funzionalità dell’occhio».
E riesce a dormire la notte?
«Devo prendere le gocce e fisicamente ne risento ovviamente, mi sento mezza faccia addormentata».
Ha pensato a Tommasoli in questi giorni?
«Fare un paragone con lui mi sembra assolutamente irrispettoso viste le conseguenze».
Ha pensato a cosa può aver spinto quei giovani ad aggredire addirittura una giovane come lei con un posacenere?
«Parto da un presupposto: questi soggetti non riconoscono l’altro come portatore di differenze che siano di qualsiasi tipo».
E la conseguenza di questa intolleranza?
«Sono portati a distruggere chiunque non sia come loro».
C’entra anche l’atteggiamento delle istituzioni cittadine?
«Alla
luce della condanna del sindaco Tosi (due mesi inflitti per la terza
volta in appello due mesi fa per propaganda razzista ndr), ritengo che
il primo cittadino deve essere esempio e portatore di valori come
quella delle differenze. Altrimenti mi chiedo: che clima si può creare
in città?».
Fonte: L’Arena – 9 gennaio 2009
Atterno agli aggressori si stringe il cerchi
Gli aggressori sono già stati identificati. Le conferme da Digos e
procura non arrivano ma appare scontato oramai che siamo ad un passo
dalla conclusione delle indagini. Si chiuderebbe così il cerchio sul
pestaggio di sabato sera in via Alighieri davanti all’ex palazzo delle
poste contro le vittime, picchiati da un gruppo di giovani non ancora
identificati ma sicuramente di simpatie di estrema destra. La Questura
conosce le identità di chi da tempo in centro a Verona vuole dettare
legge contro chi è «diverso» a suon di calci e pugni.
Le
indagini su questi pestaggi, d’altro canto, sono iniziate nel 2007 e
sembra facile intuire che i riflettori degli inquirenti si siano
diretti verso quei giovani già finiti sotto inchiesta. Si tratta di 17
simpatizzanti di gruppi di estrema destra, già identificati due anni fa
e interessati da perquisizioni degli agenti della Digos. Ora
quell’inchiesta giace da tempo negli uffici della procura senza che si
sia mai arrivati alla sua conclusione nonostante siano trascorsi già
più di diciotto mesi. Le indagini proseguono con una certa frenesia,
utilizzando tecniche già note da tempo. I riconoscimenti fotografici,
innazittutto da parte dei testimoni. Negli uffici della Digos, ci sono
le foto di tutti quei giovani che bazzicano in ambienti di estrema
destra. E i testimoni certo non mancano.
Ieri mattina, il
dirigente della Digos, Luciano Iaccarino è rimasto per circa un’ora
nell’ufficio di Mario Giulio Schinaia. Sul summit, non è trapelata
alcuna indiscrezione ma è chiaro che il procuratore della repubblica ha
chiesto e ottenuto tutte le informazioni necessarie per chiedere
eventuali provvedimenti restrittivi o l’invio di avvisi di garanzia.
Le
difficoltà per gli inquirenti non mancano di certo. Al contrario che
nel caso di Tommasoli, ora è indispensabile risalire all’identità di
almeno una decina di soggetti. E non è certo semplice anche perchè
procura e Digos vogliono affrontare l’eventuale processo, avendo in
mano prove inconfutabili.
Anche ieri il procuratore Mario Giulio
Schinaia ha messo in evidenza la gravità dell’episodio, verificatosi
sabato notte. «Il prendersi a cazzotti, lo spaccarsi la faccia e il
naso non è un fatto giustificabile» ha esordito. La matrice politica di
estrema destra è incontestabile anche se per il procuratore «non
c’entra la destra o sinistra. Si tratta di persone che sono espressione
di una cultura violenta. Non si nascondono, lo dicono espressamente.
Etichettiamoli come vogliamo ma smettiamo di girare intorno al
problema». La questione principe da risolvere al più presto, quindi è
che «ci sono molti giovani che hanno come mezzo per esprimersi solo la
violenza».
Occorre chiedersi, infine, che «perchè», conclude
Schinaia, «tanti giovani oggi sentono la necessità di uscire di casa
per andare al bar o allo stadio con il deliberato proposito di menare
le mani. Si tratta di un fatto sul quale bisogna riflettere».
Verona – Nuova aggressione fascista in centro storico
E’ stata dimessa dall’ospedale, con una prognosi di trenta giorni, la
giovane di 27 anni che nella notte fra sabato e domenica scorsa era
stata pestata fuori da un bar del centro. Ha riportato gravi lesioni al
volto, e in particolare alla retina di un occhio. Feriti in maniera più
lieve anche altri due ragazzi.
Secondo quanto dichiara il
procuratore Mario Giulio Schinaia "non si tratta di una banale zuffa ma
di qualcosa di molto simile alla vicenda di Tommasoli".
Sabato sera un gruppo di giovani stava festeggiando un compleanno al
caffè Poste di Piazza Viviani, ma la festa viene rovinata dall’arrivo
di un decina di giovani, alcuni con giubotti neri e teste rasate, altri
con la la maglia dell’Hellas Verona, frequentatori della curva sud del
Bentegodi che iniziano ad intonare cori razzisti.
I giovani si lamentano e vengono minacciati.
Fuori dal locale l’aggressione in cui la giovane è stata colpita con un posacenere e un ragazzo è stato pestato.
A scatenare la violenza del gruppuscolo dei tifosi dell’Hellas, secondo
quanto riferiscono i testimoni, anche i capelli rasta di due ragazzi.
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rassegna stampa del 07.08/01/2009
rassegna stampa del 09/01/2009
Intervento di Toni Negri su verona
Verona – Aggressione da parte di ultras di destra
Fonte: L’Arena – 8 gennaio 2009
Nuova aggressione in centro storico. "Vicenda simile al caso Tommasoli"
Intolleranza.
Tre giovani sono stati picchiati tra Via Cairoli e Piazza Viviani. Le
modalità rimandano all’episodio accaduto a Porta Leoni. La Digos indaga
Ha riportato lesioni più gravi al volto e alla retina
di un occhio. Le persone coinvolte sono complessivamente venti,
suddivise in due gruppi
La polizia indaga su un nuovo episodio di violenza accaduto in centro vicino a Piazza Viviani
Verona. «Si tratta di un caso molto simile alla vicenda
Tommasoli». Il procuratore Mario Giulio Schinaia inquadra subito il
fatto di sangue verificatosi sabato notte in piazza Viviani. Il filo
dell’intolleranza, nella nostra città continua a dispiegarsi e a
mietere nuove vittime delle violenze. Questa volta, sono in tre i
giovani aggrediti nell’incrocio tra le vie Cairoli, Dante Alighieri e
piazza Viviani, vicino al caffè Posta. È riaccaduto in centro, già
teatro di altre aggressioni simili con tanto di inchiesta avviata nel
giugno 2007 contro 17 giovani e ancora inspiegabilmente aperta. Con
modalità molto simili, è avvenuto anche l’omicidio di Nicola Tommasoli
avvenuto nella notte tra il 30 aprile e il 1. maggio.
A inquadrare
questo nuovo episodio, è il procuratore Mario Giulio Schinaia: «Si
tratta di una vicenda che è oggetto di una particolare attenzione
perchè non è una banale zuffa ma di qualcosa di molto simile alla
vicenda di Tommasoli». Un aggressione, continua il procuratore, «nata
dal pretesto di fare a pugni anche se la mentalità rimane la stessa».
Il
copione si è, quindi, ripetuto nella notte tra sabato e domenica e
sulla vicenda stanno indagando la Squadra mobile e la Digos, coordinati
dai dirigenti Giampaolo Trevisi e Luciano Iaccarino. Indagini molto
serrate con l’obiettivo di concluderle il prima possibile per
assicurare i responsabili alla giustizia.
L’ipotesi di accusa
parla di lesioni gravi. Ad avere la peggio, infatti, la trentenne
Francesca A.: ha ricevuto un colpo all’occhio e rischia di perdere la
retina. Dopo un ricovero lampo, le è stata prescritta una prognosi di
trenta giorni e da qui è partita l’accusa di lesioni gravi. Sono stati
colpiti a suon di calci e pugni altri due giovani che hanno riportato
ferite guaribili, però, in meno di venti giorni. Si parla anche di un
oggetto contundente, lanciato durante il parapiglia ma su questa
circostanza gli investigatori non hanno raggiunto alcuna certezza. Gli
investigatori stanno ascoltando i testimoni, mostrando loro le foto
segnaletiche di chi potrebbe aver commesso l’ennesimo assalto in
centro.
«Stiamo ricostruendo la dinamica del pestaggio» affermano
in questura. Aggressione? Semplice lite finita con una scazzottata? Gli
investigatori rinviano ogni considerazione ad indagine conclusa. E il
finale di questa inchiesta sembra essere molto vicino così come
l’individuazione dei responsabili.
D’altro canto, agli investigatori
il materiale non manca di certo. Era una ventina i giovani che si
trovavano durante la tarda serata di sabato al caffè Poste di Piazza
Viviani, angolo via Alighieri, gestito da Ivo Spada. Stavano
festeggiando un compleanno. Verso mezzanotte, secondo un testimone,
presente al momento dell’aggressione, sono arrivati un’altra decina di
giovani, frequentatori della curva sud del Bentegodi. Il gruppo avrebbe
intonato subito dei cori tra i più alla moda in curva sud. Uno slogan
volgare, rivela un testimone. Canzone di chiaro stampo politico con
riferimenti nazisti? «Lo stiamo appurando», è la risposta che arriva
dalla questura. Qualsiasi coro sia stato intonato, però, non è stato
digerito molto bene dai giovani, soprattutto ragazze, che si trovavano
in quel momeno nel bar. La decina di tifosi dell’Hellas sono poi usciti
in via Alighieri e lì il battibecco è continuato. Si è così passati
dalle parole ai fatti. Uno dei supporter gialloblu avrebbe sferrato un
pugno in faccia ad un giovane della compagnia nella quale c’erano anche
due amici con i capelli rasta. Il motivo del contendere sarebbe stato
anche la lunghezza dei capelli colorati di alcuni avventori dei bar.
Subito dopo, è stata colpita la ragazza con un posacenere impugnato da
uno dei supporter gialloblu.
Dopo l’aggressione, c’è stato un
fuggi fuggi generale in varie direzioni. Ci sarebbe stata poi un’altra
colluttazione vicino al bar Malta davanti alle vetrine del negozio
Sportland dove sono state trovate alcune gocce di sangue. Ad avere la
peggio un amico delle due vittime che ha riportato ferite lievi.
L’aggressione sarebbe così finita con l’arrivo delle Volanti della
polizia che hanno setacciato subito tutto il centro senza, però,
trovare i responsabili.
Fonte: L’Arena di Verona 7 gennaio 2009
Piazza Viviani. Un ragazzo e una 27enne finiti in ospedale. Lei ricorda bene i volti dei suoi aggressori
Pestati in centro da estremisti riconosciute quelle «teste rasate»
L’avvocato della ragazza aggredita:«Erano determinati a scatenare la violenza»
Li ha visti bene in faccia, i suoi aggressori, Francesca, 27 anni, che
sabato sera è finita all’ospedale di Borgo Trento per colpa di alcune
gravi lesioni al volto, e in particolare alla retina di un occhio. Una
ventina di ragazzi, con ogni probabilità di estrema destra, hanno
picchiato lei e un amico in piazza Viviani, concludendo così, in modo
drammatico, una lite che era già iniziata tra i banconi del Bar delle
Poste.
Una ventina di ragazzi, quasi tutte coppie di fidanzati,
erano seduti. Alcuni avevano i capelli lunghi, a differenze di quella
ventina di teste rasate, tutti giovani sulla ventina, entrati mezzi
ubriachi nel locale. Alcuni avevano giubbotti neri, altri la maglia
dell’Hellas Verona. Erano tifosi della curva Sud, tanto che conoscevano
a memoria i cori del Bentegodi, e poi slogan razzisti, estremisti,
cantati a squarciagola per più di venti minuti.
Partono dei
commenti da parte dei ragazzi seduti, che ricevono in cambio delle
minacce. E visto che l’aria era tesa e il bar stava per chiudere, si
alzano e decidono di uscire, trattenendosi nella piazza. Dopo pochi
minuti escono anche quegli ultras. E scatta la rissa, anzi più risse
che coinvolgono diversi gruppetti. Il motivo? Forse lo stesso che da
mesi ha trasformato il centro città in un teatro di violenze, da parte
di estremisti nei confronti dei “diversi”: per idee politiche, per
abbigliamento. Un teatro che nel maggio scorso è stato insanguinato
anche dall’omicidio Tommasoli. Di quei venti giovani attaccati, due
hanno avuto la peggio, un ragazzo pestato a terra e l’amica Francesca,
che il mattino successivo si è rivolta al suo avvocato, Lorenzo
Picotti, per sporgere denuncia. E agli agenti ha descritto i visi degli
aggressori, che aveva ben impressi nella memoria. «Li aveva visti bene
quando si trovavano dentro al bar – spiega Picotti – e poi all’uscita,
durante il pestaggio. Insomma, saprebbe riconoscerli. Tanti avevano le
teste rasate, indossavano maglie dell’Hellas. Erano preparati e
determinati a colpire.
Venti minuti di slogan razzisti e poi un
commento da parte della 26enne, che è stato l’occasione per scatenare
la violenza fisica». Sul pestaggio sta indagando la Digos scaligera. Il
rapporto sulla vicenda non è ancora stato trasmesso alla magistratura.
Gli
agenti, che preferiscono non sbilanciarsi sulla natura dell’episodio,
stanno cercando di dare un volto ai picchiatori, ma al momento non vi
sono indagati. Fondamentale sarà la descrizione fornita dalla ragazza
ferita, e il confronto con i giovani estremisti scaligeri che la Digos
conosce bene, perché già più volte coinvolti in analoghi episodi di
violenza.
Rassegna stampa: Lanci di uova e slogan contro la guerra in Palestina
Fonte: Corriere della Sera – Corriere di Verona – Martedi 6 gennaio 2009-01-06
La protesta: presa di mira la Caterpillar. “I buldozzer utilizzati per abbattere le case”. E domenica i pacifisti hanno litigato con un pilota.
LANCI DI UOVA E SLOGAN CONTRO LA GUERRA IN PALESTINA
VERONA – Senza tregua, sfidando il clima sempre più rigido. L’azione del comitato «Stop alla guerra in Palestina» non ha intenzione di fermarsi «fino a quando non terminerà l’occupazione israeliana della striscia di Gaza». Anche ieri pomeriggio in piazza Bra, i manifestanti hanno esposto i loro striscioni e sventolato le bandiere arcobaleno della pace insieme a quelle a bande orizzontali nera, bianca e verde, con un triangolo rosso al lato; quelle del movimento nazionalista palestinese. Quattro ore di presidio, dalle 15 alle 19, per sensibilizzare l’opinione pubblica sui tragici fatti in corso in Medioriente. I manifestanti, soprattutto stranieri, hanno raggiunto la piazza in vari momenti del pomeriggio. Gli organizzatori parlano ancora di numeri importanti: all’inizio della manifestazione c’erano circa cento persone. «Siamo contro ogni terrorismo, ma non contro la resistenza – hanno ribadito al megafono -. A Gaza si stanno ormai mettendo in atto veri e propri rastrellamenti tra i resistenti». Qualcuno ha anche pregato stendendosi a terra, con il volto verso la Mecca. Nessuna scena di violenza o agitazione, come quelle viste in altre piazze italiane nei giorni scorsi. Ma domenica, alcuni manifestanti avevano litigato e lanciato oggetti contro un pilota di go-kart, davanti alla Gran Guardia. Pare che si lamentassero del fatto che il rumore dei mezzi copriva i loro slogan. E oggi probabilmente saranno nel piazzale della stazione, a Porta Nuova.
Gli attivisti stanno lentamente passando all’azione. Ieri un gruppo del Collettivo Metropolis ha eseguito un blitz contro un concessionario della Caterpillar in strada dell’Alpo, in zona industriale. La ditta era chiusa e gli attivisti hanno appeso alla cancellata dell’azienda uno striscione recitante «Boicotta Israele, Cat-Terror-Pillar» e due tute bianche macchiate di sangue in memoria delle vittime di Gaza. Poi hanno lanciato uova e vernice contro due mezzi in esposizione nel cortile. «I bulldozer Caterpillar sono utilizzati dall’esercito israeliano per commettere crimini di guerra nei territori occupati – si leggeva in un volantino -, abbiamo voluto “sanzionare” dal basso la filiale Caterpillar di Verona».
Fonte: L’Arena – 6 gennaio 2009:
PRESIDIO. In Bra, il «Comitato stop alla guerra» denuncia la strage nella Striscia di Gaza
Il grido di dolore per i palestinesi
«Israele uccide anche i nostri bambini»
«Condanniamo il silenzio dell’Onu, quello dell’Europa, quello del governo italiano». Israele ha tagliato in due Gaza e manifestazioni di denuncia arrivano anche nella nostra città. Sono tre giorni che il Comitato stop alla guerra in Palestina scende in piazza. Si sono uniti rappresentanti del mondo arabo, dei sindacati, dei migranti,di r.c.
«Siamo qui a denunciare che quello che sta accadendo nella Striscia non è quello che vogliono far credere. C’è disinformazione su questa guerra. Come volevasi dimostrare, la guerra di Israele nella Striscia di Gaza, è dipinta a senso unico nonostante il bilancio delle vittime palestinesi sia di centinaia di volte superiore a quello israeliano».
Dietro la porta della Bra un gruppo di manifestanti. Poco più indietro la pista di pattinaggio con canzoni natalizie. Da questa parte foto di bimbi con i volti insanguinati, dall’altra bambini vocianti che, fortuna loro, non conosceranno mai tanto odio.
I manifestanti ieri pomeriggio, come già avevano fatto domenica hanno srotolato striscioni mostrato foto di palestinesi feriti. «Vogliamo denunciare quello che sta accadendo. Non creeremo problemi a Verona, a questa città che ci ha accolto, ma dobbiamo illustrare al mondo quello che stanno facendo gli israeliani nella Striscia. Ammazzano i nostri figli, sparano a chiunque». Il ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, sostiene che l’esercito non prende di mira i civili, ma durante un collegamento telefonico fatto dalla Bra con la Striscia, amplificato dal megafono, il contatto ha sottolineato che l’esercito israeliano colpisce chiunque, anche i bambini, non c’è scampo per alcuno. E ufficialmente sono 80 i piccoli ammazzati nei dieci giorni di attacco. Intanto i governi europei hanno sostenuto la posizione israelo-americana che vuole Hamas movimento terroristico, ma non si sono impegnati a dichiarare Israele Stato occupante. «Israele è lo Stato della negazione dei diritti umani», dicono i rappresentanti del Comitato, «ammazzano i civili con armi chimico-batteriologiche, silenzio in nome del rispetto dell’olocausto che vede i perseguitati di ieri persecutori di oggi. Così la popolazione di Gaza viene sterminata più volte dalle bombe di Israele, dalla politica europea di sudditanza agli Usa e a Israele e dalle ignobili bugie alimentate da certi mass media».
Lanciano uova contro un’azienda
Uova colorate di rosso lanciate contro due macchine della Caterpillar a simboleggiare l’orrore di queste ore nella striscia di Gaza. L’atto simbolico ieri ha attraversato tutto il mondo e anche a Verona nella ditta della Cat lungo la strada dell’Alpo al civico 3 s’è dato luogo alla protesta.
Il gesto è stato accompagnato da uno striscione lasciato appeso alla recinzione dell’azienda importatrice con scritto «Basta guerre». Il collettivo Metropolis che si lega al Comitato israeliano (nato negli anni Settanta) contro la distruzione delle abitazioni palestinesi ha voluto dare un segnale, lanciando alcune uova iniettate di colore rosso a ricordare l’ennesima strage degli innocenti. La Caterpillar è una multinazionale americana che da più di 80 anni è leader mondiale di mezzi di movimentazione è questa azienda a fornire alle forze armate israeliane i bulldozer blindati ed equipaggiati per demolire le case dei palestinesi. Il collettivo Metropolis chiede ai veronesi di aiutare il popolo palestinese rifiutando di acquistare scarpe, maglioni, cappellini che riportano il famoso logo Caterpillar che produce anche abbigliamento. Un boicottaggio che andrebbe anche a ricordare i tanti attivisti americani impegnati a proteggere i palestinesi.
Sanzionata la Caterpillar di Verona
Oggi, 5 gennaio 2009,
alcuni attivisti del collettivo Metropolis intorno alle 16, mentre i
migranti come ogni giorno dal 1 gennaio 2009 si concentravano in Piazza
Bra’ per il presidio in solidarietà alla popolazione palestinese di
Gaza, hanno sanzionato la concessionaria di Verona della multinazionale
americana Caterpillar. Sono stati affissi striscioni, sagome umane
macchiate di vernice rossa per simboleggiare il massacro che sta
avvenendo a Gaza. Due bulldozer sono stati sanzionati con lancio di
uova di vernice rossa.
L’azione vuole denunciare la collaborazione
della Caterpillar con l’esercito israeliano per la fornitura di mezzi
blindati con cui vengono rase al suolo da molti anni e ancor di più
dopo l’inizio di quest’ultima offensiva le case dei civili palestinesi.
Inoltre il sanzionamento vuole rilanciare la campagna di
boicottaggio sia dei prodotti israeliani importati sia di tutte quelle
aziende che supportano l’esercito di Israele.
Questo è il
comunicato che è stato diffuso alla stampa e letto più tardi in piazza
Bra’ al presidio del Comitato Stop alla guerra in Palestina:
Stop al massacro in Palestina
Boicotta Israele ed i prodotti israeliani.
Il barbaro attacco israeliano alla
Striscia di Gaza ha fin qui causato centinaia di vittime innocenti, tra
cui centinaia di bambini, il numero di morti e dei feriti si va sempre
più aggravando mentre l’aggressione sembra non aver fine e le
dichiarazione dei responsabili politici e militari israeliani fanno
supporre che le operazioni militari contro la popolazione della
Striscia di Gaza siano solo all’inizio.
L’ONU, l’Unione Europea e
la Lega Araba non riescono e non vogliono fermare questo massacro
dimostrando l’impotenza e la complicità delle “democrazie” nell’epoca
della “guerra globale permanente”.
La guerra è sempre contro i
civili, perché ha come obiettivo i civili. Cioè mira a rendere
impossibile qualunque protagonismo o pensiero, che possa nascere da
movimenti di cambiamento che non accettino il ruolo a loro assegnato
dalla politica. I civili sono sepolti dalle bombe, i bambini sono
massacrati, la strage segnala una brutalità sistemica e razionale.
Quasi due milioni di persone ridotte da mesi alla fame dall’isolamento
imposto militarmente da Israele ed ora la guerra rappresentano uno dei
più grandi esperimenti mai compiuti di incarcerazione collettiva ed
indiscriminata, di tortura di massa ed annientamento fisico effettuato
con un solo scopo, quello del controllo totale e insindacabile sulle
vite, sui desideri e sulle aspettative di un’intera popolazione. In
queste ore l’esercito israeliano avanza bombardando Gaza con i
buldozzer della Caterpillar spianando le case.
Caterpillar
fornisce alle forze armate israeliane bulldozer blindati ed
equipaggiamenti per demolire le case palestinesi e sradicare gli
alberi. Alcune associazioni israeliane come il Comitato Israeliano
Contro la Distruzione delle Abitazioni Palestinesi e associazioni
internazionali di sostegno al popolo palestinese invitano a denunciare
questa impostura. E’ possibile esercitare il boicottaggio di questa
azienda rifiutando di acquistare i prodotti delle sue linee di
abbigliamento (scarpe, maglioni, berretti, t-shirt, ecc.), di
giocattoli (riproduzioni in scala dei suoi bulldozer) e le macchine
movimento terra.
Nel 2003, Rachel Corrie, una attivista americana,
fu uccisa da un bulldozer israeliano, mentre cercava di proteggere la
casa di un medico palestinese dalla demolizione.
I bulldozer Caterpillar sono utilizzati in Palestina per demolire le case palestinesi.
I
bulldozer Caterpillar sono utilizzati dall’esercito israeliano per
commettere crimini di guerra nei territori occupati della Cisgiordania.
La distruzione di case palestinesi costituisce una violazione dei
diritti dell’uomo e contravviene alle convenzioni internazionali sui
diritti dell’uomo, ivi compresa la Quarta Convenzione di Ginevra e la
Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
Per tutto questo,
oggi, abbiamo deciso di “sanzionare” dal basso la filiale CAT di Verona
in Strada dell’Alpo, 3 perchè le convenzioni internazionali sui crimini
di guerra e la La Corte Internazionale di Giustizia sono autorizzate a
punire chiunque sostenga, conoscendone le cause, degli atti che
costituiscono crimini di guerra. Demolire case di civili e lasciare
senza tetto migliaia di persone (principalmente donne e bambini) in
periodo di conflitto costituisce un grave crimine di guerra.
Collettivo Metropolis
Boicotta Israele
Riferimenti per le campagne di boicottaggio di Caterpillar Company, azienda USA con sede a Peoria, Illinois.
Le azioni contro la Caterpillar vogliono condannare l’uso illegale dei
bulldozers forniti a basso costo allo Stato d’Israele per la devastazione dei
Territori Palestinesi.
Ricordiamo che Caterpillar in Italia commercializza oltre ai suoi bulldozers, con il suo logo CAT anche scarpe ed
abbigliamento.
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http://www.catdestroyshomes.org/index.php
http://bilin-village.org/italiano/
http://www.fontourist.com/boycottisrael/
http://www.ummah.net/forum/showthread.php?p=2524186
http://www.stockvault.net/videos/video/B5ByZuqbnR4.html
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Lista di prodotti israeliani da boicottare (a cura di Associazione Ya Basta-2002)
Come riconoscere i prodotti importati da Israele: leggere il codice a barre, se inizia con 729 è merce israeliana.
Agrumi Jaffa (i
pompelmi sono uno dei prodotti israeliani più diffusi in Italia)
Agrumi e frutta Carmel (pompelmi, pomelo, avogado)
Arachidi giganti di Israele Mister Nut e Life
Prodotti surgelati Zio Elio, Kibbutz Eilon (nuvolette, verdurette, svizzere,
wurstel, cotolette)
Tra i prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani vi segnaliamo:
Ahava (Dead Sea Laboratories) (prodotti cosmetici e dermatologici). Distributore italiano: P.M. Chemicals S.R.L./Milano. Sali da bagno (Cristalli di Sali da Bagno del Mar Morto). I prodotti Ahava sono talvolta venduti nelle erboristerie e nelle farmacie.
Barkan Wine Cellars Ltd (vini venduti con l’etichetta Reserved, Barkan e
Village).
I Pretzels della Beigel & Beigel bakery (ciambelline salate, biscotti
saporiti e crackers).
Golan Heights Winery (vini venduti con l’etichetta Yarden, Gamla e Golan) Gaja Distribuzione, Barbaresco (CN).
Halva.
Dolci di sesamo in barra da 100 grammi, Kosher Produced by Achva
(http://www.halva.co.il/).
Jordan Plains dates (le principali varietà di datteri che crescono nella Valle del Giordano degli
insediamenti israeliani sono Medjoul e Deglet Nour). Esportato da Israele da
Agroexco.
Solitamente si trova nei negozi di frutta o sulle bancarelle di frutta e
verdura dei mercati. Esportato da Israel da Hadiklaim Date Growers’ Cooperative Ltd.
Soda-Club Ltd (sistemi per carbonare e sciroppi per la preparazione di soda e soft drinks; http://www.sodaclubenterprises.com/content/english/about1.html).
Vi invitiamo a segnalare tutti i prodotti, le aziende che abbiano connessioni con gli insediamenti israeliani e la politica di annientamento e distruzione del popolo palestinese da parte del governo israeliano.
Verona – domenica 4 gennaio 09: presidio permanente in Piazza Bra’ per Gaza
Secondo giorno di offensiva terrestre israeliana dentro la striscia di Gaza e quarto giorno di mobilitazione a fianco della popolazione palestinese a Verona.
Oggi, domenica 4 gennaio 2009, le iniziative organizzate dal Comitato Stop alla guerra in Palestina (e, dispiace doverlo ricordare visti gli articoli dei giornali locali, non da Rifondazione Comunista) si sono trasformate in presidio permanente: in Piazza Bra’, sotto una tenda, con striscioni, bandiere palestinesi, cartelli con fotografie della carneficina di Gaza, impianto audio per gli interventi e i collegamente telefonici diretti con la Striscia e prossimamente proiezione di video, chiunque passi può fermarsi per protestare insieme ai migranti delle diverse comunità, avere informazioni su quello che realmente sta succedendo in quella parte di Palestina.
Durante la protesta di oggi, visto che proprio vicino al presidio si svolgeva una gara di go-kart, i manifestanti l’hanno per due volte interrotta irrompendo nello spazio di Piazza Bra’ adibito a pista (tra l’altro facendo un piacere agli incauti spettatori, visto che già in passato nel veronese, durante un rally, l’uscita di strada di un’auto causò la morte di persone che assistevano): con i colori della Palestina hanno così fatto capire a chi si godeva l’esibizione che mentre in occidente chi ci governa (in questo caso il sindaco Tosi, presente alla gara e tutto preoccupato che i manifestanti non gliela rovinassero) elargisce spettacolini per non fare pensare troppo, poco distante, nel nostro stesso Mediterraneo, bambini, donne, uomini palestinesi sono quotidianamente sotto il fuoco dell’esercito Israeliano.
Domani, dalle 14, si torna in piazza. Tutta la cittadinanza veronese è invitata a partecipare.
Verona – Immediata reazione all’attacco di terra israeliano nella striscia di Gaza
Sabato 3 gennaio 2008. Verona, Piazza Bra’.
Migranti di varie comunità di Verona sono immediatamente scesi in piazza appena avuta notizia dell’attacco di terra dell’esercito israeliano alla Striscia di Gaza.
Circa un centinaio di manifestanti si sono trovati in piazza Bra’ dalle 19. Ancora adesso (ore 22,30) si trovano in presidio per denunciare la brutale aggressione di Israele: più di 400 morti palestinesi, bombardamenti indiscriminati, come anche la distruzione di una moschea di poche ore fa dimostra…
Ancora una volta, la comunità migrante dimostra di non avere nessuna intenzione di assistere in silenzio al massacro di palestinesi che sta avvenendo a Gaza.
Le iniziative di oggi, a Verona, si uniscono a quelle che stanno avvenendo in molte città del mondo: Milano, Roma, Londra…