Il comune, attraverso la sua polizia municipale (da sola?), minaccia la chiusura del metropolis.
In questi anni, il metropolis ha dimostrato di essere uno spazio attraversato in modi e forme molto diverse da soggettività varie: studentesse e studenti, precari giovani e meno, migranti. Tutte e tutti accumunate dal desiderio di cambiare in meglio, almeno un poco, questa città.
Verona è diventata negli anni la città modello del controllo sociale, dell’esclusione delle diversità, dell’ordine che sterilizza e prosciuga qualsiasi spinta creativa, dei divieti che vincolano e impediscono protagonismo e autoattività.
Al metropolis, al contrario, si prova a vivere di condivisione di pensieri e di pratiche, di autogestione e di messa in comune, di socialità non a pagamento e di divertimento creativo.
Doposcuola per bambini e bambine migranti e italian*, corso di italiano e alfabetizzazione informatica di free software per migranti e non, concerti e performance di musicisti e artisti, autoproduzioni, mostre d’arte e presentazione di libri, proiezioni, seminari di autoformazione. E poi iniziative per la conquista di una nuova cittadinanza, adeguata alla realtà che si sta vivendo: casa, reddito, libertà di movimento, opposizione alle nuove/vecchie forme di barbarie (dai Centri di Identificazione ed Espulsione alla guerra a cui l’Italia sta partecipando in Afghanistan, per fare due esempi).
Il metropolis è uno spazio in cui la rete della cooperazione sociale si espande senza il vincolo distruttivo del profitto.
Evidentemente a qualcuno questo da fastidio e, con il pretesto del regolamento, ne pretende la chiusura.
Per ora, noi proviamo a restare sui motivi: se lo spazio non è “adeguato” ad alcune nostre attività, è possibile che il Comune ce ne assegni uno consono? Dato che i concerti servono anche (non solo) a autofinanziare lo spazio, il Comune si offre di contribuire alle spese? Se apportiamo alcune modifiche che affrontano le carenze segnalateci, possiamo continuare con tutte le nostre attività?
Ma se fosse solo un pretesto, allora…
Rassegna stampa: [1]