Verona – Occupare non è reato

occupazione casa saval

Da: L’Arena.it – 02/02/2010

Fu il 2006 l’anno nero delle occupazioni delle case Ater: in via Maddalena, in via Ticino e in via Monte Tesoro tre nuclei familiari si insediarono in appartamenti sfitti. Seguirono accessi dei funzionari dell’ente, richieste di sequestro e successivi sgomberi per restituire le case al proprietario. Fu quindi la volta dei provvedimenti firmati dal gip e arrivarono le denunce per danneggiamento (cambiarono le serrature) e invasione di edifici. Uno dopo l’altro i procedimenti hanno seguito il loro corso, ieri l’ultimo, a carico di Lekbir El Abdaoui, è terminato davanti al giudice Paola Vacca con l’assoluzione per entrambe le ipotesi di reato: il magistrato, accogliendo l’orientamento recente della Suprema Corte, ha riconosciuto l’esistenza dello stato di necessità.
Furono tre situazioni limite, dettate – come ha sostenuto il difensore dei capofamiglia imputati di essersi impossessati di vani senza averne titolo – da una situazione di emergenza. «La difficoltà era temporanea, la carenza di case e l’impossibilità di fornire un tetto a famiglie numerose rappresentava l’emergenza», sostiene l’avvocato Roberto Malesani, «cercammo di spiegarlo allora e quel che poi è avvenuto ci ha dato ragione. Said Rebas, in via Monte Tesoro, aveva occupato l’appartamento, era al momento senza lavoro così come El Abdaoui. Dopo lo sgombero vennero ospitati al residence Millenium, quando entrambi hanno trovato un impiego la prima cosa che hanno fatto è stato cercar casa, ora ce l’hanno e pagano regolarmente l’affitto. Lo stesso vale per Bahija Magrane: faceva la badante, era incinta e aveva due bimbi piccoli quando venne licenziata. Il marito, in attesa del permesso di soggiorno, non poteva lavorare. Ora lui ha un impiego, vivono in un alloggio popolare e pagano regolarmente la pigione». La Magrane e Rebas sono stati assolti dall’invasione e condannati per il solo danneggiamento rispettivamente a 300 e 150 euro: «Si trattava di un’emergenza, contro le due condanne è stato presentato appello».


Fonte: Corriere del Veneto – 02/02/2010

Occupò casa Ater: assolto "per necessità"

Verona
– Per mesi, insieme alla moglie e al loro figlioletto in tenera
età, avrebbero occupato abusivamente un alloggio di proprietà
dell’Ater in via Maddalena, zona Saval. Una violazione, quella
contestata ieri a palazzo di giustizia al marocchino El Abdlaoui
Lekbir davanti al giudice monocratico Paola Vacca, che la procura
aveva “tradotto” in termini penali nella duplice imputazione di
danneggiamento (per entrare nell’appartamento l’imputato aveva
forzato la porta) e invasione di edificio. Due accuse da cui, con la
propria sentenza in aula, il giudice Vacca ha deciso di scagionare il
magrebino. Motivazione: lo stato di necessità che, all’epoca dei
contestati, gravava sulla famiglia immigrata.

“Si
tratta di una vittoria dall’importante valenza – spiega
l’avvocato del marocchino, Roberto Malesani -. Al mio assistito è
stata infatti riconosciuta la situazione di particolare e
indiscutibile disagio che lo affliggeva in quel periodo: senza
lavoro, era infatti costretto a dormire in auto con moglie e bimbo
piccolo. Una volta che il mio cliente è successivamente riuscito a
ottenere un impiego, però, si è recato a vivere in un altro
immobile pagandone regolarmente l’affitto”

La
decisione assunta ieri in tribunale potrebbe diventare un precedente
di rilievo: in altri due casi simili finiti in precedenza in aula,
infatti, gli imputati erano stati condannati. Tutt’altra
conclusione, dunque, rispetto all’assoluzione di ieri.