“Mi voglio confessare” disse la bambina. “Toccamelo” rispose il prete

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Da: http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2009/01/23/mi-voglio-confessare-disse-la-bambina.-toccamelo-disse-il-prete

A Verona non si fanno proprio mancare niente, diciamolo. Dalle aggressioni razziste a quelle fasciste è tutto un gran divertimento. La novità consiste nella scoperta di una banda di preti e "fratelli laici" pedofili che per anni hanno impunemente stuprato, molestato, tastato, palpeggiato, sodomizzato, bambini e bambine che erano sotto la loro responsabilità in un istituto per sordomuti/e.
In effetti questa cosa a Verona mancava e perciò forse hanno provveduto. Non sia mai che in un villaggio vacanze per fascisti, razzisti e moralisti che se la prendono con le prostitute per ragioni di "decoro", manchi l’elemento sorpresa. Quello che viene portato ad animare le feste mentre gli astanti già strofinano le mani come bruno vespa pregustando l’ora del divertimento.
Un parco giochi per sette nazifasciste, perversi occulti, sporcaccioni nascosti. Eccola Verona in tutto il suo splendore di ipocrisia e perbenismo, di nasini all’insu’ delle signore impellicciate e di indifferenza per ogni aggressione o morte che avviene per mano dei suoi rampolli.
Il cerchio si chiude davvero con questa storia e finalmente abbiamo capito tutto.
L’istituto è l’Antonio Provolo di Verona. I luoghi in cui si sono compiute le violenze secondo la testimonianza – scritta e filmata – di 60 persone sarebbero lo stesso istituto, la Chiesa Santa Maria del Pianto, alla colonia estiva di Villa Cervi di San Zeno di Montagna, nella stessa residenza del vescovo (ultimo video, ultima testimonianza). Implicati 25 religiosi che dalla fine degli anni ’50 al 1984 avrebbero abusato di tanti bambini e bambine. La testimonianza riguarda 60 persone (ma potrebbero essercene molte di più) che si sono sentite incoraggiate dalle affermazioni di condanna del papa per la pedofilia dei preti e che hanno provato quindi a portare avanti una denuncia che non aveva alcuna pretesa di risarcimento. Non hanno chiesto soldi ne’ possono pretendere una sanzione legale perchè il reato è comunque caduto in prescrizione.
Il loro interesse, soprattutto per i preti e i frati laici ancora in vita, è di far conoscere la storia e di evitare che questi individui ricoprano ancora incarichi di qualunque genere.
Il punto chiave della storia è infatti che alcune delle persone accusate – sebbene vecchie – sono ancora legate all’istituto con compiti di dirigenza.
Dice l’espresso: "Oggi l’Istituto Antonio Provolo ha cambiato completamente struttura e missione. Le iniziative per il sostegno ai sordomuti sono state ridimensionate e vengono finanziate anche dalla Regione Veneto. Adesso l’attività principale è il Centro educativo e di formazione professionale, gestito interamente da laici, che offre corsi d’avanguardia per giovani ed è specializzato nella riqualificazione di disoccupati. Al vertice di tutto ci sono sempre i religiosi della Congregazione della Compagnia di Maria per l’educazione dei sordomuti, che dipendono direttamente dalla Santa Sede. Alla Congregazione si sono rivolti gli ex allievi chiedendo l’allontanamento dei sacerdoti chiamati in causa."
Insomma è una storia tremenda, fatta di reticenze e di prudenze. Di scarica barile – per questioni di competenze giurisdizionali tra la curia vescovile e il dicastero dei religiosi e di accuse reciproche. Il vescovo dichiara di non saperne niente. Peccato ci siano sessanta tra uomini e donne che sono stati in quell’istituto in un periodo medio che va dai 6 ai 17 anni e che secondo i loro racconti ne hanno viste di tutti i colori:
sodomie; masturbazioni non autorizzate e richieste di rapporti orali; un prete in particolare aveva il piacere di toccare più volte il seno delle bambine sorde che andavano da lui in confessione; la confessione era ispiratrice di altre fantasie, poteva capitare che un prete tirasse fuori il pene e chiedesse alla bambina che aveva davanti di toccarglielo; c’era chi andava a trovare i bambini in stanza, chi li placcava in bagno, chi li portava negli sgabuzzini, chi li picchiava e li faceva mettere in ginocchio – e qui la componente sadomaso doveva essere davvero tanta. Proprio delle gran brave persone, insomma.
Onorevole Volontè, che dice, ora possiamo giocare a Operazione Pretofilia?