Verona – polizia sfratta violentemente famiglia

Repressioni impresse nella memoria

Questa mattina uno dei quartieri dell’estrema periferia veronese s’è svegliato con un violento sgombero da parte di celere in assetto da guerra pronta a picchiare chi si opponeva allo sgombero di una famiglia con due bambini.
Così è stato perché nessun accordo è avvenuto, perché i proprietari (già implicati nella vicenda del residence Embassy) non hanno pensato alla famiglia di Hassan, operaio che guadagna poco più di 1000 euro al mese per pagare un affitto mensile di quasi 600 euro.
Nessuno ha pensato ad Hassan e alla sua famiglia se non la Rete Sociale per il Diritto alla Casa che era presente e che ha cercato di rinviare l’ennesimo sfratto per morosità.
Questa volta però polizia e celere non si sono fermati alla contrattazione e hanno sfondato la porta dell’appartamento aggredendo selvaggiamente gli attivisti che erano all’interno con la famiglia, colpendo ripetutamente un attivista che presenziava allo sgombero per poi portarlo in questura (rilasciato solo nel pomeriggio). Un’aggressione vergognosa davanti a bambini impauriti e a giornalisti increduli di tanta violenza da parte delle forze dell’ordine.

Lo sgombero di oggi è la prova che le istituzioni, benché propongano tavoli di mediazione per affrontare l’emergenza abitativa, non hanno la minima intenzione e capacità politica di risolvere un fenomeno che sta assumendo proporzioni enormi a Verona e provincia.
Le violenze e lo sgombero di oggi non hanno fatto altro che aggravare l’emergenza abitativa in atto svelando l’inconsistenza delle promesse politiche comunali e istituzionali e il vero volto securitario del “tavolo per la sicurezza” che mette in pericolo di fatto l’incolumità e la sicurezza di uomini, donne e bambini che chiedono semplicemente di rispettare il diritto fondamentale dell’accesso alla casa.
Uno dei tanti episodi di repressione sociale determinato da mandanti politici razzisti e da istituzioni conniventi che non solo negano le libertà di sdraiarsi su una panchina o di mangiare un kebab per strada, ma attaccano i diritti fondamentali di esistenza quali il diritto alla casa.
Episodi di repressione impressi nella memoria per non dimenticare la violenza di oggi, per reagire e resistere alla barbarie dei tempi, da qui al 25 aprile e oltre.   

Rete Sociale per il Diritto alla Casa

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