Verona – Le case, la crisi, le lotte

Sabato 4 aprile 09, un’azione della Rete sociale per il diritto alla casa
è stata l’occasione per rivendicare i risultati ottenuti dopo quasi tre
anni di lotte sulla casa. La scelta del luogo, via Cernisone, non è
stata casuale. In quella zona, infatti, ci sono decine di appartamenti
sfitti, alcuni da molti anni ancora in costruzione. Tutti di proprietà
dell’impresa edile Menegolli. Le assegnazioni di case a 15 famiglie,
imposta dal basso con le occupazioni e le resistenze agli sfratti, non
chiudono l’iniziativa della Rete. Essere stati davanti alle case vuote
di Menegolli ha avuto proprio questo significato: la Rete rivendica ciò
che si è ottenuto, denuncia la persistenza di una speculazione edilizia
vergognosa e l’inconsistenza, se non un vero e proprio aiuto a
costrutturi e palazzinari, del piano casa varato dal governo e
accettato dalla regione Veneto.

retereterete

reterete

[ Rassegna stampa ]

Questo il testo del volantino distribuito ieri pomeriggio:

Le case, la crisi, le lotte

Da anni anche a Verona esiste l’emergenza abitativa e di conseguenza sono iniziate le lotte per la casa.
Lotte che hanno visto protagonisti per primi migranti e precari, fatte
di resistenze agli sfratti, di occupazioni di immobili pubblici sfitti,
di blocco delle aste, fino all’interno delle sedi Ater e Agec, di
smascheramento delle logiche discriminatorie delle agenzie immobiliari.
Lotte che hanno aperto canali di trattativa con le istituzioni, che
hanno imposto dal basso l’assegnazione di case pubbliche ad almeno 15
famiglie in emergenza abitativa, cittadini di Verona, italiani e
stranieri.
Le lotte – condivise, collettive, solidali – pagano.
Ma non basta, le lotte devono continuare.

La realtà della crisi ha amplificato l’emergenza abitativa, ormai sono
migliaia le famiglie che non reggono più i costi della casa,
dell’affitto, dei mutui, delle bollette.
Anche nelle case Agec e
Ater le spese condominiali sono un salasso, per gli studenti/precari il
costo di un posto letto è da rapina ed il miraggio di una casa propria
si allontana sempre di più.
A Verona sono in aumento sfratti e pignoramenti della casa.
Le istituzioni rispondono, vendendo falsa libertà ed illusioni di
autonomia agli italiani sul ciglio del burrone della crisi, con un
Piano Casa, che altro non è che un ennesimo travaso di denaro pubblico
verso le banche ed i costruttori. Il Piano Casa della Regione e del
Governo non affronta la vera emergenza sociale che è la mancanza di
reddito per pagare affitti o mutui. Ma nessuno deve rimanere senza casa.
Le case ci sono. A Verona sono circa 10.000 quelle sfitte. In Italia circa 2 milioni.
E’ criminale tenerle chiuse. Le case vuote vanno abitate. Di fronte
alla crisi, provocata anche dai signori del mattone, non è più
possibile tollerare nuove costruzioni che divorano il bene comune del
territorio e lasciarle alla rendita speculativa e parassitaria. Si
calcola che solo in Veneto ci siano case sufficienti fino al 2022. A
chi serve allora questo piano casa? Non pensino di imbrogliarci con
questo colpo mediatico che tenta di far dimenticare la peculiarità
della crisi immobiliare dei nostri giorni, fatta di centinaia di
migliaia di appartamenti invenduti, protagonisti fino a ieri delle
mirabolanti performance degli indici di Borsa, ma oggi monumenti della
crisi della rendita.
Una nuova idea di diritto all’abitare e di
welfare municipale passa anche da un attacco diretto alla rendita e a
quel patrimonio enorme di edilizia privata costruita e invenduta.

Noi cittadini diciamo: la vostra crisi non la paghiamo
Basta imbrogli: le case, la vita, i saperi, la sanità, i trasporti, il lavoro, l’ambiente sono nostri

Noi cittadini di Verona chiediamo subito:
Sospensione di tutti gli sfratti da parte di Prefettura e Comune, e
interventi concreti per garantire agli inquilini e alle loro famiglie
il passaggio da casa a casa e non da casa a strada.
Reddito e
sostegno al reddito per far fronte alla crisi, con modifica Legge
Regionale 10/96 e regolamenti Ater ed Agec che impediscono a chi è
stato sfrattato per morosità di accedere alle case pubbliche.
Eventuale requisizione di case, sia pubbliche che private, lasciate
colpevolmente sfitte o in abbandono o comunque non disponibili sul
mercato per volontà dei proprietari, con provvedimento del Sindaco e/o
del Prefetto, sul presupposto della gravissima emergenza abitativa.
Chiediamo che le istituzioni acquisiscano parte del patrimonio
abitativo costruito e lasciato alla rendita speculativa e parassitaria
per destinarlo all’emergenza abitativa della città. Il blocco delle
vendite del patrimonio immobiliare pubblico, sia di competenza
comunale, AGEC, sia regionale, ATER e la riduzione delle spese
condominiali con una politica di risparmio energetico.
Apertura di
progetti di autorecupero della abitazioni, pubbliche e private, sfitte,
abbandonate o in disuso, progetti da affidarsi alle Cooperative
autorganizzate dai precari/migranti che verranno costituendosi.
Blocco/riduzione delle bollette delle utenze
Blocco/moratoria dei mutui ipotecari e pignoramenti sulla casa
Riportare i parametri per l’idoneità dell’alloggio a 14 mq persona
Revoca delle delibere discriminatorie per l’accesso all’abitazione
Le lotte pagano – Case per tutti
Rete Sociale per il Diritto alla Casa – Help line: 388-1737372