Vicenza non è un’associazione a delinquere

Alle donne e agli uomini che amano Vicenza
A quanti credono nella democrazia e nella partecipazione
A coloro che, negli ultimi anni, si sono battuti contro la nuova base militare statunitense
Alle associazioni, ai comitati, alle organizzazioni che si riconoscono
nei valori della pace, della giustizia, della libertà di espressione
Alle amministratrici e agli amministratori che rifiutano la trasformazione di Vicenza in città sotto tutela militare
A chiunque non sopporta l’imposizione e l’intimidazione

Appello per una manifestazione in difesa della democrazia e del diritto a opporsi all’imposizione
Sabato 14 febbraio, 14.30

Sono molti mesi che una comunità trasversale di donne e
uomini si mobilita per impedire la realizzazione della nuova base
militare statunitense. Voci plurali, ma univoche nell’amore per la
propria terra; forme e pratiche diverse, a dimostrare la ricchezza e la
diversità che si interseca nella mobilitazione vicentina.

C’è un grande messaggio di libertà e democrazia nel
racconto scritto, giorno dopo giorno, da questa comunità. Libertà nel
voler decidere le sorti della propria terra e del proprio futuro; nel
cercare un domani diverso dalla guerra e dalla cementificazione.
Democrazia nel pretendere di avere diritto di parola, nell’essere
presenti, in prima persona, sulle grandi questioni che coinvolgono il
luogo in cui si abita, ma anche il mondo in cui si vive.

Nelle ultime settimane, parallelamente all’avvio,
all’interno dell’aeroporto Dal Molin, dei lavori per realizzare la
nuova base statunitense, questa comunità è stata delegittimata nel suo
diritto a esistere e a esprimersi. Abbiamo ripetuto e condiviso
innumerevoli volte le ragioni per le quali ci siamo mobilitati; abbiamo
visto i nostri diritti calpestati da chi ci ha impedito di conoscere i
dettagli del progetto e di esprimerci attraverso una consultazione
popolare.

Ma ora ci vogliono togliere la nostra dignità. Negli
ultimi giorni il Governo ha consegnato alla città di Vicenza un
messaggio inequivocabile quanto autoritario: chiunque si oppone, seppur
pacificamente e in modo pubblico, è considerato un deviante da
denunciare e colpire. Tanto che, per le forme di opposizione pacifiche
ma determinate di questi giorni, è stato ipotizzato il reato di
associazione per delinquere.

Nella giornata di martedì 10 febbraio le forze
dell’ordine, guidate dal Questore Sarlo, hanno messo l’area limitrofa
al Dal Molin e l’intero territorio vicentino in stato da coprifuoco
militare. Ogni assembramento di più di 3 persone era considerato
manifestazione non autorizzata e i cittadini minacciati di arresto;
ogni iniziativa di opposizione pacifica al cantiere per la nuova base
Usa è stata considerata violenza. Nessun canale di dialogo è stato
concesso ai manifestanti ai quali sono stati riservate soltanto minacce
e botte e la scuola di polizia è stata trasformata in luogo di
detenzione provvisoria per accogliere i fermati. La città è stata
espropriata del proprio governo cittadino al quale si è sostituito il
diktat del Prefetto e del Questore i quali vorrebbero rendere operativo
il progetto politico del commissario Costa: estirpare alla radice il
dissenso locale.

Ritrovarsi, discutere, condividere, opporsi non è più
il sale della democrazia. La partecipazione democratica contro una
decisione statuale che gran parte dei vicentini avversano da fatto
politico viene trasformata in azione eversiva, come se opporsi
collettivamente alla nuova base militare corrispondesse a costruire un
cartello mafioso.

In questi giorni la nostra città ha subito una profonda
ferita. Ha perso il governo del suo territorio, nella militarizzazione
crescente che ha caratterizzato le aree limitrofe al Dal Molin; ha
subito l’intimidazione di chi vorrebbe costringere i cittadini a
chiudersi nelle proprie case accettando a testa bassa l’ennesima
imposizione.

Vicenza ha, tra i suoi borghi, gli anticorpi
all’autoritarismo; ci appelliamo a tutti coloro che rifiutano questa
situazione e che difendono democrazia e partecipazione per cicatrizare,
collettivamente, questa ennesima ferita. Ritroviamoci sabato 14
febbraio per una manifestazione cittadina in difesa della vocazione
democratica e civile della nostra città. Per il diritto a esprimersi e
opporsi, contro la criminalizzazione di chi vuol continuare, nonostante
tutto, ad amare la propria città.

La città del Palladio non è un’associazione a delinquere; la città del Palladio è uno spazio di democrazia.

Sabato 14 febbraio
Vicenza non è un’associazione a delinquere
Partenza ore 14.30 P.za dei Signori

Per adesioni: comunicazione@nodalmolin.it

Link
www.nodalmolin.it