Questa mattina è stato bloccato l’ennesimo sfratto dagli attivisti della Rete Sociale per il Diritto alla Casa che doveva avvenire questa volta non per morosità ma per fine locazione ai danni di Antonio una persona di 49 anni, con un’invalidità civile sul lavoro del 50% che da otto anni vive nel quartiere popolare di Borgo Venezia.La storia di Antonio è simile a tante altre storie che parlano di precarietà e di lavori saltuari per tirare avanti e per poter pagare un affitto di 420 euro per un bilocale al nono piano di un palazzo periferico.La storia di una persona che fatica a trovare alternative abitative in una città zeppa di appartamenti sfitti (pubblici e privati) e di agenzie immobiliari esose ed escludenti non solo verso le persone migranti (l’inchiesta svolta alcuni mesi fa ne ha svelato il razzismo) ma in genere verso coloro che come Antonio sono invalide.
Antonio come tante persone si è rivolto all’Agec (l’Azienda Gestione Edifici Comunali di Verona) per poter accedere ad un alloggio pubblico. La risposta è stata negativa perché il regolamento per l’assegnazione degli alloggi pubblici è stato modificato l’autunno scorso dall’amministrazione di destra che pone come per i migranti delle regole peggiorative per poter ottenere diritti fondamentali come quello della casa. Infatti per accedere agli alloggi pubblici la giunta Tosi per i migranti ha imposto la residenza da almeno 10 anni, per le persone invalide come Antonio per ottenere un alloggio richiede il requisito minimo di invalidità del 75% ed il compimento del 50esimo anno d’età. Ironia della sorte: Antonio ha 49 anni e un’invalidità minore. Ma Antonio questa mattina non era solo ed invisibile. Con lui, ad aspettare l’ufficiale giudiziario, c’erano una quarantina di attivisti che, con volantini, striscioni e megafono, oltre ad ottenere il rinvio dello sfratto fino a giugno 2008, mese in cui Antonio compirà il 50 anno di vita (conseguendo uno dei requisiti richiesti dalle normative comunali), hanno “messo in mostra” agli abitanti del quartiere il dramma dello sfratto e dell’emergenza abitativa che colpisce italiani e stranieri, pensionati, lavoratori precari, studenti…La denuncia e l’allarme lanciato dagli attivisti è stato chiaro: ogni giorno a Verona vengono eseguiti 2 sfratti al giorno molti per morosità, nella totale indifferenza delle istituzioni, mentre centinaia di abitazioni private e pubblicate rimangono sfitte e abbandonate e sono preda della speculazione edilizia.
In questi mesi la Rete Sociale ha preso sul serio le parole dell’assessore alle politiche giovanili Bertacco che si rendeva disponibile a prendere in esame le segnalazioni delle emergenze abitative intercettate dagli attivisti che puntuali gli giungevano. Gli attivisti di fatto hanno svolto e svolgono le funzioni di un’agenzia di intermediazione per il diritto alla casa informando, mediando, proponendo soluzioni praticabili, alternative alle sterili iniziative assistenzialiste di cui si è fatta vanto la precedente amministrazione e sulle quali sta ripiegando anche quella attuale.Oggi il diritto alla casa è stato messo in sicurezza perchè non solo si è bloccato l’ennesimo sfratto impedendo che una persona finisse per strada, ma ci si è ritrovati in molti a ribadire che le soluzioni abitative ed i diritti vanno difesi e conquistate attraverso le mobilitazioni e la lotta.
Rete Sociale per il Diritto alla Casa (Collettivo Metropolis, Coordinamento Migranti, Chimica)
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http://www.youtube.com/watch?v=95z_Dry6nLY