Verona – Due mesi senza stipendi. Operai fermano i lavori

Operai, lavoratori senza stipendio. Era già successo alla Mondadori il 23 aprile scorso. Chissà quante volte è già successo in passato.

Solo che ora, con la crisi che si acuisce sempre di più, il silenzio e la rassegnazione lasciano sempre più il posto all’indignazione, alla presa di parola, alla rabbia che diventa azione per pretendere almeno quanto dovuto.

Questa nuova vicenda racconta di ciò che, nel mondo delle imprese edili, sembra essere diventata la prassi: operai, spesso migranti, utilizzati in nero, senza garanzie per la loro sicurezza, e con un salario che arriva o non arriva a discrezione dell’imprenditore.

Fonte: L’Arena – 07/05/2009

Il peso della crisi. Bloccato il cantiere in una palazzina di Chievo in cui abitano otto famiglie

L’impresa che ha subappaltato l’intervento ha garantito che oggi salderà i debiti. L’avvocato: «Situazione strana»
Verona. Erano sul tetto anche il Primo maggio, per annullare i ritardi provocati dall’inverno piovoso e poter quindi ultimare i lavori entro i tempi previsti. Ma ieri mattina si sono fermati e hanno chiamato l’avvocato.
«Il datore di lavoro non ci paga da due mesi», denunciano i quattro operai marocchini e moldavi che dal dicembre scorso sono impegnati in una serie di interventi di ristrutturazione nella palazzina di via Puglie 7/A, a Chievo, dove abitano otto famiglie: cinque proprietarie dell’immobile in cui vivono, tre inquilini dell’Agec.
In loro soccorso si è mosso l’avvocato Roberto Malesani, legale dell’Adl (associazione difesa lavoratori), che non nasconde il suo sconcerto nell’ascoltare le storie dei quattro immigrati, che devono render conto a un capomastro di Bari: «Una situazione complessa», commenta il professionista, «che rispecchia una prassi assai frequente nel settore dell’edilizia, specie in questi tempi di crisi. Contratti di lavoro fantasma, pagamenti in nero, sfruttamento degli stranieri. Andremo in fondo alla questione, non si può approfittare impunemente del più debole».
Una buona notizia, però, a quanto pare c’è. «Il titolare dell’impresa Caloi che si era aggiudicata i lavori, poi subappaltati alla Cms edile», spiega l’avvocato Malesani, «ha assicurato che questa mattina pagherà agli operai le mensilità dovute. Se ciò non dovesse avvenire, adiremo le vie legali».
Braccia conserte, gli operai sembrano in soggezione davanti al capomastro barese che dice e non dice, per poi allontanarsi su un furgoncino con targa polacca. Come polacca è la CMS edile, sede legale in via Da Mosto, che ha assunto gli operai. La commessa prevede il rifacimento della guaina e del tetto, la messa a norma dell’impianto elettrico delle cantine e delle parti comuni, sistemazione degli intonaci e tinteggiatura dello stabile. Gli operai hanno allestito il ponteggio esterno dai primi di dicembre e i lavori sono ormai pressochè ultimati. «Lasceremo il cantiere così com’è», avverte un operaio, Aziz, il più giovane con i suoi 21 anni, «se non ci pagano le mensilità arretrate di marzo e aprile. Sono quasi 3mila euro a testa».
Poi Aziz si sbottona e racconta che gli «era stato prospettato un contratto a tempo determinato da 1200 euro al mese, ma un mese mi hanno liquidato con 300 euro, un altro con 200. Non va bene, io devo vivere».
«Ma dove sono questi contratti?», domanda l’avvocato Malesani. I fogli di carta si materializzano verso le 14. Li ha recuperati il capomastro barese e in calce non c’è la firma del lavoratore. «Normale, perchè questa è la sua copia», chiarisce. Ma Khaled, collaboratore dell’avvocato Malesani, storce la bocca e annuncia che farà verifiche all’Inps.
Difficile capire come si sia arrivati a questa situazione. «Con qualche ritardo, ma noi proprietari abbiamo consegnato o stiamo consegnando i soldi all’amministratore del condominio», chiarisce una signora che abita nella palazzina, «e da quel che sappiamo l’Agec ha saldato quanto di sua competenza. Avevo sentito dire che gli operai non venivano pagati, ma pensavo si trattasse di un contrattempo. Se le ragioni sono altre, fanno bene a bloccare il cantiere e a lasciare tutto così».
L’impresa Caloi ha garantito all’avvocato Malesani che oggi pagherà gli arretrati: è tutto da vedere se ci sarà corrispondenza fra quanto metterà sul piatto e quanto rivendicano i quattro operai.