Che cosa sia la crisi ce lo fanno vedere storie come queste.
Verona, Nordest. Uno dei luoghi di maggiore
concentrazione dei flussi produttivi della metropoli diffusa da Milano
a Trieste. Snodo logistico decisivo. Moltiplicatore molecolare di
catene di subappalto e sfruttamento. Centro di valorizzazione del
lavoro informale, nero, migrante.
Verona non è solo questo, tuttavia. È anche uno dei
punti di maggiore soggettivazione politica e organizzativa dei migranti
in questo paese.
A Verona, la Finservice di Villafontana ha l’appalto
per il finissaggio dei libri della Mondadori. Gestisce l’appalto con
quattro diverse cooperative che mettono al lavoro cittadini per la
maggior parte stranieri. Una di queste, la RM Services, è composta di
120 lavoratori. Che non vedono lo stipendio da gennaio. «E’ la crisi»,
dice il titolare della Finservice. Non uno qualsiasi, va detto. Ma un
soggetto che si candida a dirigere la Confindustria, a Verona.
Questa mattina, 23 aprile 2009, i lavoratori e le
lavoratrici della RM, la maggior parte dei quali organizzati
sindacalmente dalla ADL di Verona, hanno deciso che non saranno loro a
pagarla la crisi. Dall’alba, quattro ore di blocco della produzione.
Decisione, insorgenza, lotta. Uno sciopero che è un’azione diretta. Una
determinazione che a Verona i migranti hanno mostrato anche in altre
occasioni, quando si è trattato di prendersi le case, occupare e
difendere gli appartamenti dell’ATER, conquistarsi i cortei, bloccare i
cantieri.
Una straordinaria giornata di lotta. Selvaggia. Per
riprendersi il reddito, i diritti, la dignità. Una lotta che è solo
cominciata e che già prolifera, nella misura in cui altre cooperative
hanno denunciato la stessa situazione.
Non pagano, i padroni. Fanno subentrare altre
cooperative, che spesso sono loro stessi ad amministrare. Le fanno
ruotare. Licenziano. Tanto la cassa integrazione non la devono pagare
ai precari. Scaricando su di loro i costi della crisi.
Oggi il meccanismo è stato interrotto. La
determinazione dei lavoratori e delle lavoratrici i soldi li ha fatti
cacciare, al padrone. Mille euro di acconto a lavoratore.
Immediatamente. Un assegno da più di quarantamila euro è stato
consegnato nelle mani dei precari. E gli altri dovranno seguire presto,
perché la crisi noi non la paghiamo.
L’assemblea che si sta tenendo in questo momento – non
conclusione di una giornata di lotta, ma punto di avvio di inchiesta,
autorganizzazione, mobilitazione per i prossimi mesi – è un embrionale
istituzione del comune. Al suo interno si intrecciano lotte per il
reddito, lotte per il salario, lotte per la casa. Si annodano i fili e
si snodano le storie. Il terreno della precarietà è quello che ci
impongono come scenario comune. L’onda insorgente il comune lo
rivendica come il desiderio della città che viene.
[ Rassegna stampa ]
Cronaca della giornata:
5,30 di mattina. Il cielo è ancora buio, si intravedono
nere nuvole all’orizzonte che non lasciano prevedere niente di buono.
Strade deserte un po’ ovunque, tranne nei pressi dell’ingresso di uno
dei reparti produttivi della Mondadori, Borgo Venezia, Verona: si
avvicina l’inizio del primo turno, alle 6, e i lavoratori e le
lavoratrici iniziano ad entrare.
Sembra tutto regolare, come una
qualsiasi giornata di lavoro. Invece… davanti al cancello di
entrata/uscita merci, un folto numero di persone, soprattutto
lavoratrici e alcuni lavoratori, si stanno organizzando con megafono e
striscioni. Gli striscioni riportano: “Sciopero per i diritti dei
lavoratori” e “Noi la crisi non la paghiamo. Facciamo come in Francia”.
6,20: arriva il primo camion. Le lavoratrici si mettono davanti al
cancello per impedirne l’ingresso. Dopo poco tempo, il mezzo fa manovra
e si allontana. Urlo di gioia delle lavoratrici/tori che gridando
“vogliamo i nostri soldi” si compattano ancora di più e ancora di più
si infoltiscono le loro fila con l’arrivo di altre persone.
Il
blocco va avanti per l’intera mattinata fino a quando la Cooperativa
RM,di cui gli operai sono "soci", che da gennaio non pagava le
lavoratrici e che le ha estromesse dal lavoro, accetta il confronti con
l’ADL e inizia a pagare i primi arretrati.
La giornata di lotta ha
prodotto un iniziale risultato positivo, costringendo la Cooperativa a
tirare fuori i soldi. Ma non sono ancora stati pienamente rispettati i
loro diritti: recupero totale degli arretrati e reintegro al lavoro. Al
pomeriggio, dalle 17, assemblea delle lavoratrici/tori per decidere
come andare avanti con la mobilitazione.
Non sembrava, ma alla fine un po’ di sole è uscito.
Il dettaglio della lotta e dei motivi che l’hanno prodotta:
Circa 70 soci lavoratori della Cooperativa R.M.
Services di S.Giovanni Lupatoto sono da qualche giorno in lotta per il
pagamento di quattro mesi di salari arretrati, dei bonus famiglia già
ottenuti e degli assegni familiari e per la riconquista del posto di
lavoro, essendo stati estromessi dal lavoro da R.M. Services.
La
vicenda è presto detta. La ditta FINSERVICE Spa di Villafontana di
Bovolone VR, che ha l’appalto per la gestione della logistica e dei
servizi di molte aziende del settore editoria, tra le quali il
magazzino Mondadori di Verona, azienda storica della città, ha
subappaltato alla RM coop buona parte dei servizi, e la RM ha assunto e
destinato i lavoratori su due cantieri, il magazzino Fineservice di
Villafontana e il magazzino Mondadori a Verona.
Ebbene da gennaio
ad oggi i lavoratori non hanno percepito alcun salario e la Coop si è
giustificata asserendo di non essere stata pagata da Finservice.
Questa filiera produttiva, della quale non sono chiari i termini ma di
cui è chiaro l’intento di sfruttamento dei lavoratori, è stata messa a
nudo dalla lotta, dura e determinata, delle lavoratrici/tori che,
chiesta l’assistenza di ADL, hanno oggi bloccato l’accesso al magazzino
di Mondadori spa a Verona.
La trattativa che ne è seguita ha
confermato le responsabilità della cooperativa RM, che non solo non ha
pagato ma ha inutilmente tentato di far firmare ai lavoratori le
dimissioni, promettendo in cambio l’ammortizzatore sociale della
disoccupazione, che invece non si applica in caso di dimissioni e in
ogni caso non si applica ai soci lavoratori di cooperative. Vergognoso
il comportamento di UIL Verona, che ha avvallato tale falsa ipotesi ai
lavoratori che invece l’hanno rifiutata e si sono poi rivolti ad ADL
Cobas per la tutela dei loro diritti. Di fronte alla
mobilitazione, Finservice ha dovuto sedere al tavolo di trattativa dove
è stata prospettata un ipotesi di accordo, nella quale Fineservice:
1- si assume l’impegno di pagare gli arretrati salariali dovuti ai lavoratori;
2- si impegna a garantire il posto di lavoro con l’assunzione dei
lavoratori ad altra cooperativa operante nei cantieri in appalto.
Intanto, a rafforzare l’accordo, Finservice ha oggi versato ai
lavoratori un anticipo sul dovuto di mille euro a persona. La posizione
pubblica di Mondadori spa è totalmente a favore dei lavoratori, i cui
diritti l’azienda ritiene debbano essere integralmente rispettati.
Sempre oggi, nel pomeriggio, si terrà l’assemblea dei lavoratori, per
ratificare il tutto e per sviluppare la bozza di accordo con Finservice
per il saldo del dovuto e per la stipula del nuovo contratto di lavoro.