Si è svolta ieri a Verona la terza udienza del processo a carico dei cinque giovani accusati di omicidio preterintenzionale per la morte di Nicola Tommasoli ucciso nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio del 2008 in pieno centro storico. Al centro dell’udienza sono state le immagini e il filmato ripreso da una telecamera di sorveglianza di una biblioteca in cui si vede parte dell’aggressione e la fuga degli aggressori.
Tre dei cinque imputati si avvalgono della facoltà di non rispondere. Andrea Vesentini decide di parlare e Corsi annuncia una dichiarazione spontanea nelle prossime udienze. In aula Vesentini durante la sua testimonianza ripercorre i fatti di quella sera e scarica sugli altri le responsabilità dell’accaduto. "Uno spettatore", così lo definisce l’avvocato di famiglia Enrico Toffali, assessore agli Enti partecipati del Comune di Verona. Aveva intenzione di costituirsi assieme a Corsi il lunedì, riferisce l’avvocato, ma la polizia è arrivata a casa Vesentini la domenica sera.
Ieri in aula ha deposto anche un ispettore di polizia penitenziaria del carcere di Montorio. Il 13 giugno scorso aveva documentato le foto, i disegni e le incisioni sui muri della cella dove sono rinchiusi gli altri imputati Federico Perini, Raffaele Dalle Donne e Nicolò Veneri. C’è un po’ di tutto. Foto di Hitler, frasi di Almirante e D’Annunzio, citazioni latine, ma soprattutto le accuse di "infami" nei confronti di Corsi e Vesentini, che viene soprannominato "Spermentini".
Nella prossima udienza prevista per il 6 marzo si discuterà della perizia.
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