>venerdì 6 febbraio, ore 21.00 al Presidio Permanente: Assemblea straordinaria,
aperta a tutti i cittadini<
La fine dell’occupazione dell’area civile del Dal Molin segna
l’apertura di una nuova fase di mobilitazione: quella del blocco dei
lavori nell’area militare, proseguiti anche in questi giorni.
L’occupazione, oltre ad aver riportato alla ribalta la questione, ha
ottenuto due importanti risultati politici.
Il primo è l’apertura di una trattativa tra amministrazione comunale e
Enac per far si che la parte civile del Dal Molin, oggi inutilizzata,
sia messa a disposizione della città. Se questo avverrà, un bene comune
di diverse decine di ettari tornerà a disposizione dei cittadini e,
soprattutto, gli statunitensi saranno costretti a rinunciare alle
proprie ambizioni sull’intera area del Dal Molin. Dalla documentazione
che abbiamo presentato lo scorso novembre, infatti, si chiarisce
l’obiettivo finale dell’esercito nordamerciano, ovvero l’intera area –
e non solo una parte – del Dal Molin.
Il secondo obiettivo raggiunto è l’apertura di un percorso per la
realizzazione di uno studio tecnico sull’impatto ambientale del
progetto statunitense. All’interno dell’area aeroportuale sarà
allestito un punto di appoggio per attività di valutazioni tecniche del
territorio circostante. L’arroganza del commissario Costa, che
impedisce una rigorosa valutazione d’impatto ambientale mettendo a
rischio la salute dei cittadini, non impedirà agli esperti di eseguire
uno studio sull’impatto che avrebbe la base, se realizzata.
Ma la tre giorni di occupazione ha soprattutto dimostrato le
potenzialità del movimento vicentino; non solo la determinazione e il
coraggio di difendere la propria terra, ma anche il radicamento locale:
ieri sera 3000 persone hanno sfilato, sotto la pioggia battente, fino
al Dal Molin dichiarando collettivamente il prossimo obiettivo della
cittadinanza vicentina: fermare e ostacolare i lavori, tutt’ora in
corso, all’interno della zona militare del Dal Molin.
Nonostante l’occupazione, Cmc, Ccc e le ditte subappaltatrici hanno
proseguito la propria opera di devastazione del territorio vicentino.
Queste cooperative e queste aziende si stanno rendendo responsabili
della distruzione del territorio vicentino e della messa in pericolo
dei cittadini . Una responsabilità che non passerà inosservata.
Presidio Permanente, Vicenza, 3 febbraio 2009