Anche oggi quasi 400 persone, soprattutto migranti, hanno riempito Piazza Dante a Verona in solidarietà alla popolazione palestinese di Gaza aggredita barbaramente dall’esercito israeliano. (Guarda le immagini a fine articolo)
Il presidio, nella piazza vicino al luogo dove si trova la Prefettura, è iniziato alle 15: prima alla spicciolata sono arrivati attivisti migranti e veronesi portando amplificazione, cartelli, striscioni e bandiere della Palestina. Poi il numero delle persone è via via cresciuto.
Si sono succeduti interventi di migranti. Poi il microfono è passato ad un collegamento telefonico diretto con Gaza: il dott. Medhab Habbad, direttore generale della cooperazione internazionale, ministero salute di Hamas, ha potuto raccontare così senza filtri quello che la popolazione sta vivendo in questi giorni sotto le bombe di Israele.
Intorno alle 17, poi, una delegazione si è recata in prefettura per depositare il testo che segue:
Stop al massacro di palestinesi
"Quello in corso a Gaza è un massacro, non un bombardamento, è un crimine di guerra e ancora una volta nessuno lo dice". P. Manuel Musallam, parroco a Gaza (28 dicembre 2008). Questa è una delle tante dichiarazioni che arrivano dalla Palestina a cui si aggiungono anche voci israeliane. Un inferno di orrore, di morte, di distruzione, di lutti. di dolore e di odio si sta abbattendo in queste ore sulla Striscia di Gaza che è stata trasformata in una trappola mortale dai bombardamenti israeliani che hanno già fatto centinaia di morti e migliaia di feriti, tanti dei quali moriranno nelle prossime ore perché gli ospedali sono al collasso da due anni a causa del vergognoso embargo. I palestinesi di Gaza sono prigionieri nella striscia per la chiusura dei valichi controllati da israeliani e da egiziani; sono sottoposti a micidiali bombardamenti e impediti a uscire da questo nuovo "ghetto di Varsavia" per cercare rifugio, alimenti, assistenza medica e protezione. L’ultimo rapporto del Ministero della Salute di Gaza alle ore 12.00 del 2 gennaio 2009:
Martiri: 420 di cui 49 sono bambini e 32 donne (23% martiri donne e bambini)
Feriti: 2100 di cui 300 sono bambini e 210 donne (40% feriti donne e bambini)
Crediamo che non sia questa la strada che porterà Israele a vivere in pace e sicurezza. Questa è solo un’ulteriore sconfitta dei diritti umani. I media italiani in questi giorni hanno purtroppo mascherato una folle e premeditata aggressione scegliendo accuratamente alcuni termini ed evitandone altri. La maggior parte dei quotidiani e telegiornali ha affermato che "è stato Hamas a rompere la tregua". Invece il 19 dicembre è semplicemente scaduta una tregua della durata concordata di sei mesi. L’accordo comprendeva: il cessate-il-fuoco, la sua estensione nel giro di qualche mese alla Cisgiordania e la fine del blocco di Gaza. Questi impegni non sono stati rispettati da Israele (25 palestinesi uccisi solo dalla firma dell’accordo). La pace è un diritto per tutti. Non è più accettabile l’occupazione dei territori, l’assedio alla striscia di Gaza da parte del governo israeliano.
Stop immediato all’attacco militare alla striscia di Gaza
Fine dell’embargo contro la popolazione palestinese
Fine dell’occupazione israeliana
Avvio immediato di una conferenza internazionale di pace per il riconoscimento dello stato di Palestina
Comitato Stop alla guerra in Palestina