Dichiarazione di obiezione di Omri Evron, giovane israeliano, refusnik
Quello che segue è il testo della dichiarazione di obiezione di Omri Evron. Omri sarà al metropoliscafè, via Nicola Mazza 63/A Verona, domenica 15 febbraio alle ore 18.00. Con lui, sarà presente anche il dott. Deeb Elbuhaisi, giovane medico palestinese (Gaza) che lavora e studia a Verona.
Tel Aviv 12 ottobre 2006
Io, Omri Evron, rifiuto di servire
nell’esercito perché sono fedele ai miei principi morali. Mi
rifiuto di arruolarmi per protesta contro la lunga occupazione
militare del popolo palestinese, un’occupazione che acuisce e
semina terrore e odio tra i popoli. Mi oppongo a partecipare alla
crudele guerra nei territori occupati, una guerra finanziata per
proteggere le colonie israeliane e mantenere l’ideologia del
“Grande Israele”. Mi rifiuto di servire un’ideologia che non
riconosce i diritti di tutte le nazioni all’indipendenza e alla
coesistenza pacifica. Non sono in alcun modo pronto a contribuire
all’oppressione sistematica di una popolazione civile e alla
deprivazione dei loro diritti – come è portata avanti dal regime
di apartheid e dai militari israeliani nei territori occupati. Sono
offeso dalla morte per fame e dall’incarcerazione di milioni di
persone dietro a muri e posti di blocco. Mi rifiuto di arruolarmi
perché non credo che la violenza sia una soluzione e che la guerra
porti la pace.
Mi rifiuto di servire l’industria
delle armi, le mega corporations, gli avidi appaltatori, i
predicatori del razzismo ed i leader cinici il cui business è la
continuazione della sofferenza e che derubano i popoli dei loro
basilari diritti umani. Mi rifiuto per cercare di attirare
l’attenzione sul fatto che non tutti sono pronti ad essere
indottrinati e cooptati da cause nazionaliste e razziste. Con questo
atto voglio esprimere la mia solidarietà a tutti i prigionieri per
la libertà in questo mondo. Mi rifiuto di credere alle bugie che
scavano divisione ed antagonismo tra i lavoratori dalle due parti del
confine, in modo che essi non possano unire le loro mani nella lotta
per i loro diritti. Vorrei che la mia obiezione fosse un messaggio di
pace e solidarietà, che fosse un richiamo per tutti quelli che
uccidono – e vengono addestrati ad uccidere nell’interesse di
qualcun altro – a deporre le armi e unirsi alla lotta per un mondo
più giusto.
So che questo mio atto è un’infrazione
della legge israeliana, ma sono costretto ad oppormi dai miei valori
democratici, umanitari ed egualitari. La legge militare su milioni di
Palestinesi non è democratica. E’ mio compito oppormi a qualunque
legge che renda possibile privare altri dei loro diritti e della loro
libertà, o di trattarli con una violenza che nega la loro
fondamentale umanità.
Rifiuto la guerra nazionalista “per
la pace delle colonie”.
Rifiuto l’oppressione sistematica e
l’umiliazione dei civili.
Rifiuto l’occupazione e la legge
militare che impedisce ad una popolazione civile di determinare la
propria sorte.
Rifiuto l’apartheid ed il regime
razzista.
Rifiuto di considerare un popolo mio
nemico per ragioni di razza, origine etnica o religione.
Rifiuto di prendere parte al ciclo
sanguinoso che distrugge entrambi i popoli.
Rifiuto per richiedere solidarietà
internazionale per la pace ed il benessere di tutte le nazioni che
vogliono vivere in libertà e libere dallo sfruttamento,
l’oppressione e la guerra.
Rifiuto di uccidere! Rifiuto di
opprimere! Rifiuto di occupare!
Dichiaro la mia fedeltà alla pace e
rifiuto di servire la guerra e l’occupazione
(Da: http://www.rete-eco.it)
I soliti noti. “Note” a margine degli arresti di 8 picchiatori fascisti
Se
non fosse per un morto ammazzato e le numerose denunce verso i trenta
picchiatori balordi indagati o sotto processo, molti abitanti di
Verona, sicuramente lontani da certi personaggi che inneggiano al
razzismo e al fascismo in salsa veneta, non si sarebbero nemmeno
accorti della presenza inquietante di un’area ideologica
nazi-fascista che ha goduto negli ultimi anni di una incomprensibile
libertà di azione.
Neanche
fossimo nella città dell’amore e della lirica, connubio sempre
piaciuto per descrivere la bella Verona del centro storico bomboniera
e dei bottegai finalmente contenti perché nella Verona del “volemose
ben”, antico adagio democristiano (ma era un altro secolo), i
venditori immigrati ambulanti sono stati cacciati e non fanno più
“concorrenza”.
Neanche
fossimo nella città della retorica della sicurezza presa ad esempio,
anche da “illustri” personaggi di sinistra, quale modalità
vincente per sconfiggere degrado e insicurezza. Città simbolo della
Lega e del sindaco Tosi osannato in un passato recente perché
fautore della tolleranza zero e dei divieti discriminanti e tanto
caro ai troppi gruppuscoli nazi-fascisti e integralisti “alla testa
dei cui cortei (con celtiche e svastiche in evidenza), solo pochi
mesi addietro, il nostro sfilava fiero»1,
per le vie della città simbolo dell’amore. Guarda caso, sindaco
tanto caro, ora attaccato contemporaneamente dagli stessi che fino
all’altro giorno lo sostenevano e spalleggiavano e cioè gli
organismi di polizia e i nazi-fascisti di Forza Nuova, Fiamma
Tricolore/VFS, Blocco studentesco/Casa Pound, Padania Cristiana
(ricordate l’amico dei leghisti negazionista di Treviso don
Floriano Abramovich?).
La
polizia che se la prende con Tosi (e Maroni) perché “Solo
l’impreparazione dei militari, che non è addebitabile a loro,
giustifica il fatto che nessuno dei circa 20 responsabili sia stato
fermato nell’immediatezza del fatto”2
(riferimento all’ennesima aggressione nazista al bar Posta).
Mentre
Sindaco e nazi-fascisti, nel momento di divergenza più profonda,
“ritrovano l’unità” nelle intenzioni giocando allo scarica
barile: il primo, ormai entrato in campagna elettorale, cerca di
scaricare gli “scomodi” amici nazisti, i secondi cercano di
scaricare i “riempi lista” camerati ora in carcere (nonostante
qualche timida smentita).
Insomma
sembra che qualcosa si stia incrinando e lo dicono con toni da
democristiani i nazisti di Fiamma Tricolore: “Tosi sbaglia a
chiedere pene esemplari, dovrebbe invece chiedere equità ed
equilibrio che è quello che davvero manca e che avevamo chiesto con
la nostra manifestazione, la stessa cui lui prese parte»3.
Un
gran bel intrigo per i burattinai che per anni hanno tirato le fila
di troppi giovani imbevuti dell’odio e della violenza razzista,
quasi si fosse creata una regia che in un teatrino a luci spente e a
sipario abbassato, nel buio della notte, ogni fine settimana
inscenava la stessa triste commedia finita in tragedia. Una regia che
ora farà quadrato, dopo le discordie di questi giorni, che cercherà
di riprendere le fila che uniscono razzismo padano, integralismo
cattolico e neonazismo da stadio. Una strategia inquietante che
tuttavia non potrà funzionare a lungo, nonostante Tosi ritenti la
carta del nemico da colpire: quella sinistra delle “manifestazioni
violente” che dovrà addirittura assicurarsi per poter manifestare
le proprie idee. Una sinistra che dovrebbe essere ormai stanca di
interrogarsi perché le trame cominciano ad essere note, anche se i
responsabili materiali sono altri.
Verona
Libera
Collettivo
Metropolis Verona
Vedi anche:
– Terza udienze processo Tommasoli
1
Da l’intervista del segretario regionale del Siulp Silvano Filippi
(polizia di Verona) rilasciata sul giornale L’Arena di Verona in
data 08/02/09 (pagina 11)
2
Da l’intervista del segretario regionale del Siulp Silvano Filippi
(polizia di Verona) rilasciata sul giornale L’Arena di Verona in
data 07/02/09 (pagina 13)
3
Da l’intervista di Alessandro Castorina, segretario provinciale di
Fiamma Tricolore rilasciata sul giornale L’Arena di Verona in data
07/02/09 (pagina 13)