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Indagine della procura che ha affidato alla questura di Roma il compito di indagare sui propri agenti. Tre di loro sono già stati identificati grazie a uno dei video girati dai residenti di viale Pinturicchio. Disperata la madre del ragazzo che ha ricevuto la solidarietà della madre di Stefano Cucchi
ROMA – È diventato un caso politico il pestaggio di Stefano Gugliotta, il giovane che la notte del 5 maggio è stato picchiato da alcuni poliziotti vicino allo stadio Olimpico, dove si disputava la finale di Coppa Italia. È bipartisan la richiesta di far luce sulla vicenda: dal ministro dell´Interno Maroni al radicale Staderini, dal governatore del Lazio Polverini al presidente della Provincia Zingaretti. E il capo della polizia, Antonio Manganelli, ha disposto "una rigorosa attività ispettiva" per verificare la correttezza degli agenti. Da ieri mattina i contorni giudiziari della vicenda hanno cominciato a delinearsi. Per cominciare, la procura, su richiesta dell´avvocato difensore Cesare Piraino, ha aperto un´inchiesta e ha affidato alla questura di Roma il compito di indagare sui propri agenti. Tre di loro sono già stati identificati grazie a uno dei video girati dai residenti di viale Pinturicchio. Ai poliziotti è stata chiesta una relazione dettagliata sull´accaduto. Saranno ascoltati in tribunale, nei prossimi giorni, dal pubblico ministero Francesco Polino che ieri ha visionato il video dell´aggressione e ha accolto l´istanza presentata dal difensore.
Intanto Stefano Gugliotta resta in carcere. Il giovane romano di 25 anni, accusato dalla polizia di essere un ultrà e di aver partecipato agli scontri con la polizia, al termine di Roma-Inter, è ancora a Regina Coeli. Ieri ha ricevuto la visita di vari uomini politici, e tutti hanno chiesto la sua scarcerazione. Ma secondo gli inquirenti il ragazzo ha dei precedenti penali: uno per rapina, un altro più recente per lesioni. In più la patente di guida gli è stata sospesa per due mesi per uso di cocaina. «Impossibile – ribatte l´avvocato Piraino – ho qui davanti a me il certificato penale e il certificato dei carichi pendenti ed entrambi sono nulli. Stefano è incensurato». Tuttavia, verificare come siano andate le cose è il chiaro proposito della questura di Roma che «procederà a verificare con scrupolo e massima trasparenza l´esatta dinamica degli eventi, non potendosi tollerare eccessi e abusi». Qualora verranno accertati gli abusi, prosegue la questura, «i responsabili, oltre che penalmente perseguiti, saranno anche disciplinarmente sanzionati».
Sono salite a 15 le persone pronte a confermare la versione fornita dal ragazzo che, angosciato dal carcere, continua a sostenere la sua innocenza. «Con i tifosi della Roma non c´entro niente. Sono uscito di casa quindici minuti dopo l´inizio del secondo tempo della partita. Col motorino, insieme a un mio amico che ha il tutore alla gamba, sono andato a vedere in viale del Pinturicchio se era aperto un pub per festeggiare il quindicesimo compleanno di mio cugino. Quando ho girato lo scooter per tornare indietro sono stato avvicinato dalla polizia». Il resto è stato filmato dalle finestre dei palazzi.
Disperata la madre del ragazzo che annuncia gesti estremi qualora il figlio non torni in libertà. «Di qualsiasi cosa possano sospettarlo, non si può trattare così una persona», dice Raimonda Gugliotta. Ieri, davanti al carcere di Regina Coeli, ha ricevuto una telefonata dalla mamma di Stefano Cucchi. «I nostri casi – l´ha incoraggiata la donna – devono far sì che non si ripetano certe tragedie». Paola Frassinetti, vicepresidente della Commissione Cultura e Sport della Camera, presenterà oggi un´interrogazione al ministro dell´Interno che ha già dichiarato la sua volontà di chiarire la vicenda. «Se ci sono dei responsabili saranno puniti, come sempre è avvenuto e come avverrà anche in questo caso». – Da Repubblica
Il racconto dei testimoni