Da: globalproject.info
Nella notte di giovedì 13 agosto al CIE (Centro di Identificazione e
Espulsione, i vecchi CPT) di Via Corelli a Milano è scoppiata
l’ennesima rivolta. Non si è trattato di una rivolta isolata. A Ponte
Galeria (Roma), Torino e a Gradisca, manifestazioni erano in corso per
protestare contro l’entrata in vigore del Pacchetto Sicurezza lo scorso
8 agosto. Uno sciopero della fame era già in atto a Milano da 4 giorni.
Al CIE di Via Corelli, la rivolta è scoppiata in entrambe le sezioni,
maschile e femminile, dopo che erano stati portati a Milano in
mattinata 30 dei migranti che nei giorni scorsi a Gradisca (Gorizia)
avevano animato una protesta analoga a quella di Corelli contro il
pacchetto di sicurezza. Alla situazione di sovraffollamento e al
perdurare di condizioni igienico-sanitarie sempre più precarie si è
aggiunta nel pomeriggio la comunicazione che per circa 15 migranti la
loro permanenza nel CIE sarebbe stata prolungata oltre i 2 mesi per
effetto del nuovo pacchetto sicurezza, che innalza il limite di
permanenza a 180 giorni. Nella mattinata di venerdì 14 agosto, è
intervenuta in forza la polizia e i carabinieri in assetto
anti-sommossa. Dopo la scorribanda e i pestaggi generalizzati, almeno
quattro persone sono finite in ospedale con fratture agli arti. Lunedì
17 agosto si sono svolte le udienze di convalida per i 14 immigrati
arrestati dopo la rivolta di giovedì. Il tribunale ha fissato per il 21
agosto il processo per quattro nigeriane, una cittadina del Gambia,
quattro marocchini, tre algerini, un ivoriano e un portoghese. Sono
accusati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento
aggravato e incendio doloso. I migranti denunciano invece violenze da
parte delle forze dell’ordine, che secondo le testimonianze dei reclusi
avrebbero percosso anche le donne per reprimere la rivolta. Accuse che
sono state riferite da molti degli immigrati in aula, durante l’udienza
di convalida per direttissima dei fermi. All’arrivo in tribunale gli
stranieri sono stati accolti dagli applausi dei manifestanti dei centri
sociali. La rivolta, secondo l’avvocato Mauro Straini, «è una
conseguenza della scelta del legislatore di aumentare il termine
massimo di detenzione». Ad oggi, dopo i danneggiamenti, la capienza di
Corelli si è ridotta dagli iniziali 132 posti a 76, di cui 20 destinati
alle donne. I 48 migranti (tutti uomini) sono stati trasferiti nei
giorni scorsi verso i centri di identificazione di Bari e Brindisi. La
seduta del 21 agosto prossimo riveste particolare importanza perché è
l’occasione di denunciare non solo il “solito” comportamento repressivo
e brutale delle forze dell’ordine, ma anche e soprattutto il costante e
continuo peggioramento delle condizioni di questi lager veri e propri,
peggioramento inumanamente e scientemente perseguito con l’entrata in
vigore del Pacchetto Sicurezza. Venerdì 21 agosto dalle ore 9, presso
il Tribunale di Milano, si svolgeranno le udienze per direttissima dei
14 detenuti (9 uomini e 5 donne, per lo più giovanissime). E’
importante che ci sia la presenza più ampia possibile, unica
possibilità di dare sostegno ai detenuti e, allo stesso tempo, di
permettere che nel processo stesso emergano le ragioni inalienabili di
questa ennesima ribellione.
Una risposta a “Inferno Corelli – Breve cronistoria della rivolta”
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Non ho parole per esprimere il disgusto e la tristezza che mi provocano leggere queste notizie. Rimane solo un interrogativo: come si può fermare una simile barbarie?