A Verona repressione è civiltà

I
vigili hanno dapprima dato una multa (di 100 euro) ad un ragazzo che
suonava uno strumento a percussione. La protesta si è accesa subito, un
cumulo di ragazzi circondava le pattuglie chiedendo spiegazioni,
protestando, ironicamente facendo bolle di sapone vicino alle macchine
della polizia locale. Immediatamente è nata una colletta spontanea tra
le persone presenti, che ha coperto quasi subito l’intero ammontare
della multa.
Da notare che in piazza, stasera, era presente lo stato
maggiore della polizia, con vicequestore, vice capo della digos, un
numero imprecisato di vigili e di poliziotti, che riprendevano e
monitoravano la situazione.
La polizia si è fermata in piazza
presidiandola per un lungo lasso di tempo, con l’evidente intenzione di
scoraggiare il ritrovo.
Vedendo che la gente non se ne andava, il
vice comandante della polizia locale , tale Sgrella, è penetrato,
seguito da almeno 10 vigili, tra le persone chiedendo le generalità ad
un ragazzo che suonava una chitarra. Con toni provocatori e mettendo
per primo le mani addosso, spingendo e trattenendo. Ha acceso da solo
una piccola colluttazione coi presenti, che, vedendo la situazione
degenerare, hanno unicamente alzato la voce frapponendosi alla
prepotenza di Sgrella. Immediatamente sono arrivate in piazza almeno
tre jeep della polizia, dalle quali sono scesi, caschi in testa e manganelli in mano i poliziotti formando un cordone di fronte alla
gente presente. Da notare ancora che l’arrivo dei poliziotti è stato
fin troppo tempestivo e brevemente deciso. Immediatamente hanno
circondato la gente che protestava e hanno portato via,con la forza due
ragazzi: Gigi e Jack, menando le mani, calciando e spintonando chiunque
si frapponesse, anche solo per chiedere spiegazioni. La digos, fino ad
allora fintamente disposta al dialogo, ha dato manforte operativa (con
mano pesante) al sequestro dei due ragazzi. 
Abbiamo
visto una scena allucinante: due ragazzi, per il solo fatto di chiedere
spiegazioni e protestare per l’incursione della polizia in una piazza
dove il reato più grave è stato suonare una chitarra, sono stati
pestati e portati via di peso dalle forze dell’ordine al gran completo.
Abbiamo visto ufficiali della polizia locale, della digos, della
polizia, menare le mani e trascinare a forza due ragazzi nelle volanti.
Alle proteste, alle grida di contrarietà, ci siamo visti rispondere con
insulti e spintoni.
Il fatto più grave è che la violenza è
cominciata dal vice comandante della polizia locale, Sgrella, che per
primo ha acceso la zuffa insultando e picchiando, e che la polizia, in
assetto anti sommossa, è arrivata nel giro di secondi (non di minuti)
dall’inizio della zuffa. A tutti è sembrato chiaro l’intento e il fine:
accrescere la tensione per intervenire con la forza, con il manganello,
per “dare una lezione”, per far capire il clima: chi suona la chitarra
dopo le 22 deve prendere mazzate. Bisogna aver paura di trovarsi in
piazza lontano da un bar, dove la socialità si sviluppa spontanea. Chi
alza la cresta anche in nome di una cosa innocente e meravigliosa, come
vivere una piazza, prenderà manganellate.
Immediatamente, promosso
dalle ragazze e dai ragazzi presenti, è nato un corteo spontaneo e non
autorizzato verso la questura, per chiedere il rilascio immediato di
Jack e Gigi. La gente si è mossa lungo il centro storico gridando “
Verona città libera, liberi tutti subito” fino ad arrivare alla
questura, dove i ragazzi hanno protestato, bussando vivacemente al
cancello della questura.
Epilogo: dopo che la digos si è frapposta
intavolando una falsa e ipocrita discussione, i due ragazzi sono stati
rilasciati, con la denuncia di: resistenza a pubblico ufficiale, con
aggravante, e rifiuto di fornire i documenti, sempre con aggravante.
A
noi sembra chiaro che in questa città ci sia un’emergenza democratica:
al suono di una chitarra non si può reagire a manganellate. Alla voce
dei ragazzi che vogliono vivere la città in modo libero e sano, non può
rispondere un divieto, un’ordinanza restrittiva. Al dissenso per un
comportamento becero, come è stato quello delle forze dell’ordine
stanotte, non possono seguire botte e denunce a raffica.
Quello che
faremo, io e tutti quelli che in piazza Dante vedono uno spazio libero,
sarà di continuare a ritrovarci il mercoledì, come sempre, per vivere
la piazza della città, e di frapporci con ogni metodo all’oppressione,
alle ordinanze folli, alle manganellate della polizia, alla ipocrita
retorica della sicurezza sponsorizzata dal sindaco Tosi, alle denunce,
alle minacce, alle multe stratatosferiche, al clima autodistruttivo per
cui ogni dissenso va cancellato.

Tutto ciò che è stato detto è
documentato tramite filmati, testimonianze e, stanotte, tramite un
referto medico di uno dei fermati.

Un gnàro, butèl, tòso, sccèt, ragazzo di piazza Dante. Persona. Essere umano.

Da: I mercoledì di Piazza Dante | Facebook