Ci provano a fermarla. Con gli sgomberi, come quello del Gandhi di Milano, e anche con gli arresti, come quello degli studenti di questa mattina, sempre a Milano. Neanche fossimo in Iran.
Ma l’onda è tornata e l’impressione è che siamo solo all’inizio.
Scuole occupate. Cortei in tutte le città italiane. Da Torino, Milano, Padova a Napoli e Palermo. Ma anche in Germania e in Grecia.
Non sono azioni e cortei simbolici, per ricordare che c’è, dopo le in-onda-zioni dell’anno scorso, ancora una "riforma" da bloccare.
No. Sono di nuovo mobilitazioni moltitudinarie. Spesso disordinate e spontanee. Invasione il territorio metropolitano. Blocchi. Manif sauvage. Ed è questo che crea qualche disturbo a chi gestisce il comando.
Perché gli sembrava che la crisi non scuotesse un bel niente. E gli permettesse di tenere la barra della governance sulla stessa direzione. Con una spolveratina di autoritarismo in più.
È presto per dirlo, ma come inizio non è male. Insieme a molte altre situazioni conflittuali, questa di studentesse e studenti di superiori e università, può, insieme all’appuntamento di Copenhagen sul clima, rimappare le zone delle nuove emergenze sociali e metterle in contatto.
Finalmente. Fuori dalle case.