Giovedì 5 marzo 09 – ore 21.00
Metropolis Cafè – via Nicola Mazza 63/A Verona (zona università)
Dibattito con:
Rete Studenti Trento
Luca Mori (docente Università – Verona)
Fabio Scaltritti (Comunità di San Benedetto al Porto – Genova)
Pino di Pino (operatore sociale – Venezia)
[ manifesto ]
Verona, la città-cartolina di San Valentino, è famosa da decenni, per essere la città della droga. Crocevia di spaccio e abusi, la Bangkok d’Italia dell’eroina e della cocaina facile e delle migliaia di morti, per lo più giovani: un’intera generazione sulla quale il mercato fiorente e mai sconfitto delle sostanze ha lucrato e continua a farlo.
Tutto ciò nonostante Verona sia anche il laboratorio del proibizionismo, dei divieti, dell’osservatorio sulle dipendenze del dottor House Serpelloni, strenuo difensore delle pratiche restrittive e di controllo che significano meno libertà personali e più apparati repressivi.
Un modo per mettere in discussione la libertà di scelta dei comportamenti, mediante campagne colpevolizzanti che fanno leva su un’emotività negativa e violenta che criminalizza le persone senza tenere presente le complessità che stanno alla base delle storie personali e dei fenomeni di consumo o dipendenza.
Si disegna un quadro di reclusione, normalizzazione e controllo dei comportamenti: test antidroga per i lavoratori a rischio sulla base di segnalazioni fatte dai datori di lavoro, esponendo di fatto i lavoratori a ricatti e discriminazioni, telecamere nelle scuole, test anti-droga del capello per l’accesso al patentino del motorino (test che rileva l’uso di droghe avvenuto anche anni prima)…lo stesso criterio perché non estenderlo anche ai consumatori saltuari di alcolici anch’essi pericolosi per l’incolumità altrui? Ma state certi che a breve arriveranno anche a questo.
Questa non è la strada per affrontare e risolvere un’emergenza sociale e personale che dura da decenni aggravate da politiche proibizioniste che di fatto hanno favorito lo sballo e l’uso autodistruttivo delle sostanze.
Lo sballo, spesso scambiato per libertà, diventa così un modo per annientare i desideri, per assopire la rabbia e il disagio verso un mondo che toglie spazi di democrazia e di libera espressione. Un modo per controllare i corpi e sedare le esigenze di ribellione che, soprattutto a Verona, viene confusa con la pratica delle aggressioni squadriste al diverso dopo una riga di “bamba” e alcune birrette.
A questa via contrapponiamo un uso consapevole delle sostanze, per riappropriarsi del controllo del proprio corpo e dei propri bisogni, per avere la capacità di “usare la testa, per evitare di rimanerci sotto, perché droga e alcol non diventino anestetici che bloccano il nostro desiderio di fare, di costruire”, di ribellarsi contro un governo che vuole controllare le nostre vite – che ci riserva soltanto qualche isola in cui potersi sbronzare senza disturbare nessuno.
Dipende da noi, tutto… e non viceversa!
Collettivo Metropolis – Collettivo Studenti Verona