Se
non fosse per un morto ammazzato e le numerose denunce verso i trenta
picchiatori balordi indagati o sotto processo, molti abitanti di
Verona, sicuramente lontani da certi personaggi che inneggiano al
razzismo e al fascismo in salsa veneta, non si sarebbero nemmeno
accorti della presenza inquietante di un’area ideologica
nazi-fascista che ha goduto negli ultimi anni di una incomprensibile
libertà di azione.
Neanche
fossimo nella città dell’amore e della lirica, connubio sempre
piaciuto per descrivere la bella Verona del centro storico bomboniera
e dei bottegai finalmente contenti perché nella Verona del “volemose
ben”, antico adagio democristiano (ma era un altro secolo), i
venditori immigrati ambulanti sono stati cacciati e non fanno più
“concorrenza”.
Neanche
fossimo nella città della retorica della sicurezza presa ad esempio,
anche da “illustri” personaggi di sinistra, quale modalità
vincente per sconfiggere degrado e insicurezza. Città simbolo della
Lega e del sindaco Tosi osannato in un passato recente perché
fautore della tolleranza zero e dei divieti discriminanti e tanto
caro ai troppi gruppuscoli nazi-fascisti e integralisti “alla testa
dei cui cortei (con celtiche e svastiche in evidenza), solo pochi
mesi addietro, il nostro sfilava fiero»1,
per le vie della città simbolo dell’amore. Guarda caso, sindaco
tanto caro, ora attaccato contemporaneamente dagli stessi che fino
all’altro giorno lo sostenevano e spalleggiavano e cioè gli
organismi di polizia e i nazi-fascisti di Forza Nuova, Fiamma
Tricolore/VFS, Blocco studentesco/Casa Pound, Padania Cristiana
(ricordate l’amico dei leghisti negazionista di Treviso don
Floriano Abramovich?).
La
polizia che se la prende con Tosi (e Maroni) perché “Solo
l’impreparazione dei militari, che non è addebitabile a loro,
giustifica il fatto che nessuno dei circa 20 responsabili sia stato
fermato nell’immediatezza del fatto”2
(riferimento all’ennesima aggressione nazista al bar Posta).
Mentre
Sindaco e nazi-fascisti, nel momento di divergenza più profonda,
“ritrovano l’unità” nelle intenzioni giocando allo scarica
barile: il primo, ormai entrato in campagna elettorale, cerca di
scaricare gli “scomodi” amici nazisti, i secondi cercano di
scaricare i “riempi lista” camerati ora in carcere (nonostante
qualche timida smentita).
Insomma
sembra che qualcosa si stia incrinando e lo dicono con toni da
democristiani i nazisti di Fiamma Tricolore: “Tosi sbaglia a
chiedere pene esemplari, dovrebbe invece chiedere equità ed
equilibrio che è quello che davvero manca e che avevamo chiesto con
la nostra manifestazione, la stessa cui lui prese parte»3.
Un
gran bel intrigo per i burattinai che per anni hanno tirato le fila
di troppi giovani imbevuti dell’odio e della violenza razzista,
quasi si fosse creata una regia che in un teatrino a luci spente e a
sipario abbassato, nel buio della notte, ogni fine settimana
inscenava la stessa triste commedia finita in tragedia. Una regia che
ora farà quadrato, dopo le discordie di questi giorni, che cercherà
di riprendere le fila che uniscono razzismo padano, integralismo
cattolico e neonazismo da stadio. Una strategia inquietante che
tuttavia non potrà funzionare a lungo, nonostante Tosi ritenti la
carta del nemico da colpire: quella sinistra delle “manifestazioni
violente” che dovrà addirittura assicurarsi per poter manifestare
le proprie idee. Una sinistra che dovrebbe essere ormai stanca di
interrogarsi perché le trame cominciano ad essere note, anche se i
responsabili materiali sono altri.
Verona
Libera
Collettivo
Metropolis Verona
Vedi anche:
– Terza udienze processo Tommasoli
1
Da l’intervista del segretario regionale del Siulp Silvano Filippi
(polizia di Verona) rilasciata sul giornale L’Arena di Verona in
data 08/02/09 (pagina 11)
2
Da l’intervista del segretario regionale del Siulp Silvano Filippi
(polizia di Verona) rilasciata sul giornale L’Arena di Verona in
data 07/02/09 (pagina 13)
3
Da l’intervista di Alessandro Castorina, segretario provinciale di
Fiamma Tricolore rilasciata sul giornale L’Arena di Verona in data
07/02/09 (pagina 13)