12 dicembre, sciopero sociale: appello dall’Onda Anomala di Venezia

Costruiamo lo sciopero sociale del 12 dicembre 08

Il 12 dicembre l’onda diventa la mareggiata dello sciopero sociale.
Costruiamo, dentro la giornata di mobilitazione nazionale, un terzo
corteo libero e indipendente che dalla stazione ferroviaria di Mestre
(concentramento ore 09:00) prenda la parola dal palco sindacale.
Dalle scuole, dalle università, dal mondo dei ricercatori precari, la
volontà di opporsi alla socializzazione dei costi della crisi ha ridato
energia ad un paese rassegnato alla vittoria delle destre e
all’inadeguatezza delle sinistre, ad un paese preda della psicosi
securitaria che strumentalizza i migranti (o i Rom) come carnefici e le
donne come vittime.
L’onda ha spazzato via la rassegnazione,
incrinato la concertazione e ha parlato al paese intero. Lo ha fatto
con il linguaggio della consapevolezza, della capacità di analisi, a
partire da una piattaforma specifica di discorso, frutto del lavoro
collettivo svolto durante i workshop della Sapienza che hanno coinvolto
studenti e precari di tutta Italia.
Da Roma siamo tornati chiedendo
il ritiro della legge 133, lo sblocco del turn-over e criticando la
trasformazione delle università in fondazioni di diritto privato in un
paese dove l’impresa è assolutamente inadeguata a investire nella
formazione.
Pretendiamo che la ricerca sia autonoma e indipendente
e chiediamo la fine dei contratti precari che la regolano. A questi
deve essere sostituito un contratto unico di lavoro subordinato a tempo
determinato.
Rifiutiamo il concetto di meritocrazia così come
confusamente declinato dalla retorica istituzionale. Il merito di un
ateneo non può basarsi su constatazioni meramente quantitative e deve
essere valutato a partire dalla ricaduta sociale dei saperi che
produce, saperi che devono essere liberamente accessibili e non
mercificati.
Vediamo nell’autoformazione uno degli strumenti
privilegiati per riportare dentro l’università saperi qualificati,
un’università il cui carattere pubblico deve essere comunque preservato.
Rifiutiamo il dilagare della didattica non retribuita sostenuta da
ricercatori precari e la diffusione degli stage gratuiti per gli
studenti.
Richiediamo reddito diretto ed indiretto, politiche
abitative adeguate e, naturalmente, strutture adeguate e sicure, prima
di tutto perché non si ripetano tragedie quale quella di Rivoli, poi,
perché non possiamo studiare o lavorare nel degrado.
L’onda non
si batte per l’Università del presente, né per quella del passato,
l’onda ha l’ambizione di fermare i processi di aziendalizzazione dei
nostri atenei di cui rettori e baroni sono corresponsabili. In
quest’ottica, l’onda si batte per trasformare i saperi in un bene
comune, perché la loro natura di prodotti dell’intelletto collettivo
ricada sulla collettività tutta in termini di reddito, fuori da ogni
logica proprietaria, fuori dalla gabbia dei brevetti.
Reddito,
questa è la parola chiave, questo è l’obiettivo dell’onda e di tutte e
tutti quelli che si rifiutano di pagare i costi della crisi della
finanza globale.
L’onda trascina via con sé l’insulto della social
card proposta dal governo e il 12 dicembre si trasformerà in una
rivolta sociale contro la precarietà.

Il nostro invito è dunque rivolto a chi non si sente
rappresentabile, a chi è stufo di delegare ai partiti la soddisfazione
dei propri bisogni e la realizzazione dei propri desideri, a chi sente
di poter decidere, attraverso la cooperazione sociale, in completa
libertà, il proprio presente: ai movimenti che costruiscono il
territorio come bene comune (e che ci hanno insegnato un modo diverso
di intendere le parole democrazia, partecipazione e comunità), ai
migranti, alle donne e ai precari di ogni settore.

La marea si alza.
Non paghiamo la vostra crisi!!

Onda Anomala Venezia
veneziavs133